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Per la salvaguardia delle aree agricole.

Trento: autorevoli esponenti del Comune si scagliano contro la difesa delle aree agricole previste dal Pup. A prescindere dalla logica, dai programmi elettorali, dalle stesse convinzioni delle forze politiche. Ma nessuno protesta...

Nei primi articoli apparsi all’uscita del nuovo Piano Urbanistico Provinciale si scopre, con sorpresa, che alcuni politici, a cominciare dall’assessore e dal presidente della Commissione Urbanistica del Comune di Trento, seppur a titolo personale, si sono scagliati, subito e senza tanti complimenti, contro una delle più interessanti novità contenute nel piano, la nuova tutela, la cosiddetta invariante, che individua nelle aree agricole di pregio risorse che hanno carattere permanente ed identitario rispetto al territorio trentino. Trovando ampio eco sulla stampa.

Che questo accada, è naturale nell’interesse dei costruttori edili e degli immobiliaristi, come pure nell’interesse di certi agricoltori trasformati in ansiosi speculatori (ma non nella posizione generale delle associazioni dei contadini). Il punto è che questi interessi particolari tali devono essere considerati. Invece sorgono subito politici che li trasformano in interessi generali. E’ la nota benevolenza di ampi settori della politica verso il cemento.

All’agricoltura del Comune di Trento (come peraltro diffusamente sostenuto in vari documenti, tra cui il programma di Trento Democratica, gruppo politico del sindaco e del presidente della Commissione Urbanistica, oltre che di chi scrive) va riconosciuto il ruolo emblematico di momento economico, di depuratore dell’aria, di abbellimento della città e di arricchimento del suo habitat naturale. L’agricoltura di Trento alimenta le nostre cantine, che sono l’orgoglio della città e ne rappresentano l’immagine nel mondo. L’orticoltura delle nostre campagne, integrata con il sistema dei mercati rionali, può favorire il contenimento del costo della vita di tante famiglie; la ricerca legata alla produzione dell’uva e della frutta impegna molti specialisti richiesti in tutto il mondo per il loro sapere. Le coltivazioni arboree e viticole, con la loro immensa superficie fogliare, contribuiscono a fronteggiare l’emergenza ambientale dell’inquinamento dell’aria, assorbendo gli inquinanti che giornalmente sono riversati nell’aria dai mezzi di trasporto. La nostra agricoltura crea una cornice verde di bellezza impareggiabile che avvolge il costruito e lo modera, rappresentando un belvedere che contribuisce a rendere invidiabile la qualità della vita della città. L’agricoltura biologica, unita alla creazione di siepi ed al ripristino di ambienti naturali, ha un riflesso decisivo sull’habitat e la stessa sopravvivenza delle specie animali che nel passato, a causa dell’uso indiscriminato della chimica, si erano pressoché estinte.

Queste le ottime ragioni della tutela dell’agricoltura, solide e – in teoria – largamente condivise. Solo che nella pratica il Comune di Trento è in grave difetto, non avendo ancora elaborato il proprio Piano delle aree agricole, previsto dalle normative ma mai attuato. E ora che a tutelare le aree interviene la Provincia con il nuovo PUP, ecco levarsi indignate grida da parte dei maggiorenti dell’Urbanistica: “Ledono le nostre prerogative! E’ un’invasione di campo!”

Per favore…

Le motivazioni addotte – oltre all’orgoglio dell’istituzione - sono inconsistenti. Si accampano errori nella zonizzazione effettuata dalla Provincia, che avrebbe vincolato ad area agricola di pregio anche rotatorie e piazzali: il che è vero, ma gli errori si correggono, non si butta via il bambino con l’acqua sporca. Si invocano inoltre le necessità dell’edilizia abitativa, ossia le aree per l’Itea: il che mi sembra del tutto pretestuoso, le aree Itea non si individuano mai (il Comune è in difetto anche su questo), potrebbero essere individuate altrimenti, e vengono invece usate come motivazione per permettere gli affari dei costruttori a scapito della città.

Attorno a questi temi si è svolta la discussione dentro Trento Democratica, che ha ribadito la posizione di salvaguardia dell’agricoltura, come stabilito nel programma. Il Comune deve elaborare un nuovo piano di sviluppo rurale delle aree agricole, in coerenza con quanto prescritto dall’Unione Europea, anche nell’esigenza di tutelare la biodiversità e Rete Natura 2000; e quindi oggi le salvaguardie espresse dal PUP (le cosiddette invarianti) oltre a rappresentare una posizione di indispensabile prudente arresto nella devastazione sinora avvenuta a scapito dell’agricoltura, rappresentano un’importante sfida da sviluppare nell’interesse di tutta la città: vanno corrette dagli errori ed accettate; e l’edilizia abitativa deve prioritariamente trovare spazio nelle aree di proprietà pubblica (ad iniziare dalle caserme dimesse).

Questa la posizione che ho rappresentato al gruppo di Trento Democratica, frutto di un duro ma produttivo lavoro.

Che però finora non ha trovato spazio sulla stampa.