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Ex-Michelin: i conti finali

Dopo dieci anni è tutto chiaro. Le cifre sul grande business: per i privati "sensibilizzati" da Dellai più che quadruplicato l'investimento iniziale, per la città di Trento solo costi, urbanistici e monetari.

Poco alla volta, pezzo dopo pezzo, vengono resi noti i costi dell’area ex-Michelin a carico dell’Ente Pubblico. Vediamoli: acquisto dell’area (7.000 mq) dove sorgerà il nuovo Centro della Scienza, 10 milioni; interramento di 180 metri di via Sanseverino per permettere un continuum tra la piazza centrale del nuovo quartiere di Renzo Piano e le rive dell’Adige, 8 milioni; due sottopassi alla ferrovia per collegare il quartiere con via Taramelli e via Perini, 5 milioni; muretto lungo-fiume, per riparare il quartiere da esondazioni dell’Adige o rigurgiti dell’Adigetto, 2 milioni. Poi ci saranno altri lavori per rotatorie, viabilità ecc, ma questi li consideriamo ordinaria amministrazione. Comunque il totale delle cifre suesposte fa esattamente 25 milioni di euro.

Bella cifra. Che corrisponde esattamente (è solo un caso, ma emblematico) al costo, nel ’98, dell’intera area: 25 milioni per 116.000 metri quadri, che la Michelin offrì in prelazione al Comune di Trento. L’allora sindaco, Lorenzo Dellai, rifiutò l’offerta (dicendo che il Comune non aveva tale cifra, opportunamente raddoppiata in una comunicazione birichina al Consiglio comunale) ed organizzò su due piedi un pool di privati "non speculativi" – banche, assicurazioni, Federazione cooperative, insomma i poteri forti locali – cui cedette la prelazione. Parlando di "sinergia pubblico-privato".

Oggi possiamo vedere come "la sinergia" dispieghi i suoi frutti. Il privato si è visto rivalutato il terreno (i 25 milioni richiesti dalla Michelin erano un prezzo particolare, in quanto in parallelo l’ente pubblico le aveva trovato una nuova localizzazione allo stabilimento): che ora, come dalle carte dell’ultimo passaggio proprietario, è valutato 110 milioni. Da 25 a 110, il capitale più che quadruplicato in nove anni, un affare ("non speculativo"?) colossale. Il pubblico invece ha speso comunque i 25 milioni, ricavandone in cambio niente (o meglio, 7.000 mq su 116.000).

Cioè, con la stessa cifra che ora viene comunque spesa, si poteva avere tutta la grande, centrale, importantissima area. Ma i soldi, non c’erano, diceva il sindaco.

Che dopo aver concluso il brillante affare (31 luglio 1998) poteva spiccare il volo per la campagna elettorale per le provinciali, forte dell’appoggio di coloro che contano e dei giornali che controllano o comunque influenzano (e difatti iniziarono ad alzarsi le odi al "principe Lorenzo").

"Meditate gente, meditate" diceva Renzo Arbore.