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Sono stato in Libano...

Francesco Piscioli

L’aria di Daha è irrespirabile. E’ il quartiere sciita di Beirut distrutto dalle bombe israeliane. I morti sono stati almeno diecimila, meticolosamente registrati presso l’ufficio degli Hezbollah. Tremila almeno i bambini. L’escavatore solleva le macerie senza badare ai pezzi di cadavere sommersi. C’è grande voglia di ricostruire, ma soprattutto grande odio verso "i sionisti-made in USA". Così vengono chiamati da tutti gli abitanti del quartiere gli israeliani.

Le bombe hanno risparmiato le case dei cristiani che hanno vissuto giorni di terrore temendo l’invasione degli sciiti dalle case bombardate. Gran parte si è rifugiata sui monti. Nei villaggi del Sud la situazione è analoga. Ma nulla è cambiato. In Libano gli Hezbollah non sono mai stati, né sono né saranno miliziani guerriglieri o esercito. E’ tutta la comunità sciita da Baalbek a Tiro, nei quartieri di Beirut che con il permesso dei siriani, amici fino a poco tempo fa degli americani, si è armata abbandonando il kalashnikow sostituito dai lanciarazzi. Nei villaggi del Sud hanno fatto entrare senza opporre resistenza i carri armati israeliani. Quando i soldati della Stella di David sono penetrati nelle case per snidare gli Hezbollah, sono stati accolti da una pioggia di razzi. Gli Hezbollah fanno vedere con grande soddisfazione le fotografie dei 143 carri armati israeliani messi fuori combattimento. Calcolano che almeno 200 soldati siano stati uccisi e 400 feriti. Non danno la conta dei loro morti. Sono martiri nel regno di Allah.

A Cana, dove avvenne il primo miracolo di Gesù, Samir mi dice che durante il bombardamento del 1997, cinque dei suoi figli sono stati uccisi. Fino al 2006 le sue due mogli ne hanno partoriti altri sei, anch’essi ammazzati dalle bombe dei "sionisti". La sua lotta continua nel procreare altri figli.

All’entrata di ogni villaggio c’è un enorme foto di Nasrallah, nome che significa "Vittoria divina". Viene pubblicizzata in ogni strada di Beirut da enormi cartelloni su spazi destinati alla pubblicità, pagati dal Partito di Dio (Hezbollah). Ogni sciita ci tiene a dirlo e sottolinearlo: siamo in guerra con Israele perché non ha rispettato gli accordi di Taif che prevedevano il suo ritiro totale dal Libano. Gli Hezbollah sono un partito con ministri nel governo libanese e parlamentari democraticamente eletti. L’ONU non li ha mai ritenuti terroristi. Si sono potuti armare con la complicità degli Stati Uniti e di Israele e con il consenso della Siria. Le loro armi provengono da Damasco. Hanno organizzato una rete di cunicoli sotterranei incredibile! Per snidare i combattenti i soldati israeliani hanno dovuto usare gas che, come ho potuto constatare, bruciano l’intero corpo ma non i capelli. La gente cristiana, drusa, sunnita sa che gli Hezbollah sono stati armati con uno scopo ben preciso: diventare un focolaio di guerra nel momento in cui gli USA ed Israele lo avessero deciso. E’ la nuova politica dell’Impero. La guerra è il miglior affare possibile per mantenere e aumentare lo stato di benessere degli americani, intoccabile secondo le affermazioni del passato presidente Reagan. Domani toccherà all’Iran. E’ uno scacchiere di genocidi, macelli umani, guerre.

I soldati dell’ONU destano solo indifferenza. Impossibile disarmare gli Hezbollah, dato che significherebbe entrare in ogni casa a cercare le armi. L’esercito libanese, composto per il 40% da sciiti, non lo farà mai. La forza di pace dell’ONU è stata inventata da Israele, sorpreso dalla resistenza degli Hezbollah. Nel Medio-Oriente nessuno si fa illusione. La guerra riprenderà appena Olmert sarà cacciato via.