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La lezione di Genova/5

Bernardo Tardocchi

E’ una rabbia difficile da contenere quella che, mista a sentimenti di generosità e fratellanza, ci pervade da giorni. Ora nulla è più come prima, molto dell’essenziale di una civiltà democratica è stato violato ed offeso. Personalmente non sono più lo stesso. Pur non essendo stato a Genova, ho partecipato gioito e sofferto con l’energia e la volontà che ho visto manifestata straordinariamente dall’ottimo lavoro del Genova Social Forum.

L’inerzia e l’assenza popolare si sono tramutate finalmente in un grande movimento di massa determinato ed in grado di mettersi in ascolto di altri e diversi. Un movimento dove la solidarietà non è elemosina ma conquista di civiltà. Tutti insieme, nelle differenze che ci rendono una moltitudine di ricche singolarità, chiediamo con una sola voce di fermare questo scandaloso saccheggio di umanità e mercificazione della natura. Non vogliamo elargizioni caritatevoli ma il diritto di esistere e di pensare differente!

Oggi come ieri. Ieri (anni 60) governo Tambroni. Oggi (anno 2001) governo Berlusconi-Fini. Si ricomincia a sparare e ad uccidere giovani che, come noi negli anni 60, manifestano contro l’arroganza, lo sfruttamento, contro ogni forma di fascismo, per la democrazia la pace e la fratellanza tra i popoli.

Ricostruiamo insieme ciò che gli uomini hanno distrutto, ribadiamo con forza la giustezza dei nostri ideali. Lottiamo per un mondo più giusto, più umano.