Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

Liceo sportivo. I giovani agonisti e il niet di Salvaterra

La scuola, lo sport, e un No ad un progetto interessante.

Il primo spunto l’aveva avuto il professor Ettore Pellizzari, insegnante di disegno all’Istituto per Geometri Pozzo, nonché allenatore di calcio (vincitore di due titoli nazionali con squadre giovanili) ed esponente della Federazione Gioco Calcio. Era stata appunto l’esperienza come allenatore della squadra del Pozzo, che negli anni ’80 aveva vinto il titolo nazionale, a rivelargli una strana realtà. I problemi non erano venuti sul campo, ma nella scuola: "Per partecipare al torneo nazionale i ragazzi avevano dovuto assentarsi dalle lezioni in due riprese, per un totale di quindici giorni. Riscontrai come al ritorno, peraltro vittorioso, alcuni colleghi si fossero letteralmente accaniti contro i ragazzi, non concedendo loro il tempo di recuperare, come se quell’assenza fosse una colpa, e grave."

Preside della scuola era allora la compianta Rosanna Carrozzini: che si interessò al problema, vedendo le difficoltà, anzi gli autentici ostacoli, che gli studenti sportivi si trovavano davanti. Alcuni addirittura nascondevano la propria attività, per timore di incomprensioni con i prof: con lo sport, da motivo di vanto e di entusiasmo, trasformato in un’attività quasi illecita, di cui vergognarsi. Carrozzini si diede da fare, organizzò anche una trasmissione Tv sul tema, operò per far siglare in Provincia un protocollo d’intesa cui aderissero le varie scuole: ma i risultati concreti furono scarsi.

Il discorso fu ripreso alcuni anni fa. Allo stesso Istituto per Geometri che, in calo verticale d iscrizioni, si trovava nella necessità assoluta di trovare nuove strade. Di qui, a fianco della trasformazione in Liceo Tecnologico, anche la proposta di istituire un parallelo Liceo Sportivo.

Il progetto partiva dalla necessità di una scuola che si adattasse, nella modularità degli orari e nella mentalità dei prof, alle esigenze di giovani agonisti, che si trovano a dover conciliare l’impegno scolastico con la partecipazione alle competizioni.

Questa però era solo la base minimale, il nuovo Liceo va molto più in la. Sostanzialmente intende rispondere a due ordini di problemi: far vivere ai giovani lo sport con consapevolezza; ma anche con serenità. Nel senso che il futuro dei giovani agonisti, non potrà essere, nella quasi totalità dei casi, nel professionismo; bensì in un normale futuro lavorativo. Cui devono essere preparati, anche per poter vivere il momento sportivo con il giusto entusiasmo, magari con gli immancabili sogni di gloria, ma senza lo stress degli appuntamenti fatali, o star o fallito.

Quindi il Liceo sportivo prende le mosse, nell’impianto generale, dallo Scientifico, anche perché è quello che – a parte il Classico – fornisce la preparazione più duttile per la prosecuzione degli studi all’università. Perché questo è lo scopo primario del nuovo Liceo, far convivere la palestra, il campo da gioco, la piscina, con la preparazione universitaria.

Ciò non toglie che poi vi siano tutta una serie di corsi specifici, che si propongono di accompagnare sul piano culturale, rendere consapevole l’attività sportiva. Quindi corsi di cultura dello sport; di fisiologia del corpo umano; sull’uso delle sostanze dopanti, per poter affrontare con strumenti adeguati il momento delle scelte pericolose; sulla scienza dell’informazione, poiché il rapporto con i media è decisivo; e infine una preparazione economico-giuridica, per avere gli strumenti, quando si effettua il tradizionale passaggio da atleti a dirigenti, per gestire senza troppi dilettantismi le società sportive (e chi le ha praticate sa di quanta cultura gestionale ci sarebbe purtroppo bisogno).

Come si vede una proposta completa: tendente a strappare il giovane agonista dal limbo dell’incosciente entusiasmo, e delle conseguenti amare delusioni; e invece diretta ad inserire con equilibrio ma a pieno titolo, l’attività sportiva in un processo formativo completo.

Non c’è quindi da stupirsi se, alle prime notizie di questo nuovo indirizzo, il "Pozzo" sia stato subissato dalle richieste di informazioni, o addirittura domande di preiscrizioni, da parte di genitori come delle stesse strutture sportive. Si pensava di poter subito partire con tre prime classi.

Ma poi ecco invece, dalla Provincia arrivare, netto e secco il niet. Niente da fare. "Siamo contro il proliferare di nuove scuole ed indirizzi" ha dichiarato l’assessore provinciale Salvaterra.

Al Pozzo non la hanno presa molto bene. Anche perché – sapendo che come nella Fattoria di Orwell tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri – ha preso a circolare il sospetto che qualche Istituto più uguale di tutti – magari cattolico – volesse lui presentare e gestire un progetto che si prefigura interessante ed attrattivo.

L'ITG "Pozzo", mancato Liceo Sportivo.

Di fronte all’evidente malumore del Pozzo, e probabilmente anche alle proprie carenti motivazioni (abbiamo chiesto a Salvaterra di poterlo intervistare sull’argomento, ma l’assessore, a parole sempre molto disponibile, non ha ancora trovato cinque minuti di tempo) l’assessorato ha fatto una piccola marcia indietro. Pur mantenendo il no al Liceo Sportivo, ha concesso al Pozzo l’avvio di una prima e una seconda del Liceo Tecnologico adattate per gli studenti che vogliono fare sport.

La soluzione ci sembra minimale: con essa si viene incontro alle esigenze di elasticità di orario dei giovani sportivi; ma si lascia perdere tutto il discorso culturale, di preparazione complessiva, sotteso invece al Liceo Sportivo.

Anche perché tale decisione è un ibrido: vale per gli sportivi dei geometri; e per quelli dello scientifico, del classico, dei ragionieri? Si intende istituire in ogni scuola un corso per sportivi? Non era invece molto più razionale, completa, avanzata, la soluzione del Liceo Sportivo?

Al "Pozzo" comunque questa soluzione l’hanno accettata: meglio di niente, intanto si mette un piede tra lo stipite e la porta che ti volevano chiudere in faccia. E si rimane in pole position; evitando, se poi si soprassederà a questa prima infelice decisione, di vedersi scavalcati da qualche altro Istituto più uguale degli altri.

Rimane comunque, almeno in questo caso, la vaga sensazione di una programmazione scolastica affidata a decisioni molto opinabili, e comunque scarsamente motivate. Vedremo.