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Candidati a sinistra: storia di pistole, cavalieri e pirati della strada

I Ds e il siluramento dell'on. Kessler.

Il segretario dei Ds trentini, per giustificare la mancata candidatura del deputato uscente Giovanni Kessler, ha dichiarato che "una donna candidata era l’obiettivo". Insomma, la questione femminile come priorità su tutto. Eppure, all’inizio di questa partita sulla selezione dei candidati diessini per le politiche, Andreolli si schierò per la riconferma dei parlamentari uscenti, Kessler e Olivieri, fino a prova contraria entrambi maschietti. La candidatura femminile è dipesa dunque dallo stop romano al terzo mandato di Olivieri, che ha liberato un posto. Ma il metodo "patriarcale" adottato da Andreolli per scegliere la candidata donna ha incontrato immediatamente il dissenso – talvolta esplicito, in altri casi solo coi mugugni – di gran parte delle donne più rappresentative dei Ds trentini: Chiodi, Cogo, Ferrari, Maestri, Ruffini, Bruschetti, Dorigotti, Tampieri, Bogni, Larcher, Taffara, Merighi, Trenti, eccetera, eccetera. Giunta a Trento la notizia dell’imposizione di Giorgio Tonini da Roma, anche l’ultrà delle donne e del laicismo Margherita Cogo, fino a quel momento in corsa per la candidatura al Parlamento, ha pensato che la riconferma di una persona del calibro di Kessler (e la candidatura di un politico della statura di Tonini) fosse più importante della stessa battaglia per le quote rosa. Ed ha fatto un passo indietro.

Giovanni Kessler

È quindi difficile credere che l’esclusione di Kessler sia stata davvero conseguenza della sensibilità del vertice di Via Suffragio sulle tematiche femminili. E neppure può essere invocato (anche questo si è sentito dire) il fatto che Tonini e Kessler sarebbero stati troppo simili, perché entrambi cattolici. Come se Olivieri rappresentasse l’anima atea e tradizionale, "di sinistra", del partito, quando invece è noto che il deputato di Pinzolo va a messa tutte le domeniche e, nei Ds, è da sempre visto come un battitore libero "di destra". Affermare che l’accoppiata Tonini-Kessler sarebbe stata troppo lontana dalla tradizione diessina sarebbe come dire che, per i Ds trentini, l’essere figli di Bruno Kessler è una colpa, un peccato originale, oltretutto più grave dell’aver fondato l’Ape.

Perché mai allora Andreolli, che fino a quel momento aveva ricoperto Kessler di elogi, blindando la sua riconferma (anche se in accoppiata con un altro maschio), ha deciso all’ultimo momento di farlo fuori? Per quale motivo, di fronte alla possibilità di ricompattare i Ds ricucendo gli strappi, di fronte all’offerta dei suoi avversari interni di convergere sul "super partes" Giovanni Kessler, ha invece ritenuto preferibile andare ad una prova di forza, addirittura invalidando le primarie?

Andreolli aveva forse assoluto bisogno di piazzare, a qualunque costo, la sua candidata? No, tant’è che Laura Froner (candidata, sia chiaro, rispettabilissima e di notevole spessore) è spuntata fuori solo poche ore prima del fischio finale.

Durante la riunione decisiva della direzione Ds, una delle persone più vicine al segretario ha candidamente ammesso il vero motivo della scelta del vertice di Via Suffragio: "questo gruppo dirigente non può uscire sconfitto da questa partita". Quale sia il nesso tra l’uccisione politica di Kessler e la vittoria della corrente di Andreolli nello scontro fratricida in seno ai Ds trentini è un mistero. A meno che tutto non sia ricondotto alla necessità di dimostrare chi comanda nei Ds trentini. Come a dire: "per dimostrarvi che la pistola l’abbiamo in mano noi, qualcuno lo dovevamo pur ammazzare". Per cantare vittoria, avevano bisogno di un cadavere. Tiratasi indietro la Cogo, hanno sparato sull’unico rimasto in pista.

Cosicchè, il magistrato della Mani Pulite trentina, il procuratore antimafia nell’avamposto di Gela, il vicepresidente della missione Osce in Kosovo, il poliglotta di casa tra i Democrats americani, la persona eletta alla carica di Vicepresidente dell’assemblea parlamentare dell’OSCE finanche coi voti degli emissari di George W. (che lo hanno addirittura preferito al candidato indicato dalla Cdl), il deputato che più di ogni altro ha per cinque anni tenuto sulla graticola Berlusconi sulle leggi-vergogna, inchiodandolo sulle sue contraddizioni e facendo schiumare di rabbia i suoi più fedeli squali, fino a guadagnarsi da Cesare Previti l’appellativo di "Onorevole Killer" … è stato alla fine freddato dai Ds trentini.

Un po’ come se Giovanni Falcone fosse stato ucciso da un pirata della strada.

La direzione dei Ds è stata usata come una pistola. E la pistola – come ha recentemente scritto Vittorio Zucconi – "è lo strumento che rende il più nobile dei cavalieri vulnerabile allo sparo di un qualsiasi bifolco". Cesare Previti tornerà a calcare le stanze di Montecitorio, Giovanni Kessler no. Francamente, non ci pare si sia fatto un buon servigio agli elettori dell’Unione.

Raccontati i fatti, chi scrive termina con un personale augurio. Che questa brutta vicenda spinga tutti non già ad una resa dei conti interna (l’ennesima!), bensì ad impegnarsi per le elezioni del 9 aprile (con la consapevolezza che, nonostante gli spargimenti di sangue, si può andare orgogliosi dei candidati alla fine mandati in campo) e, poi, a un nuovo clima costruttivo nei Ds trentini. A questo riguardo, si confida sul fatto che proprio Remo Andreolli, al di là di tutto, avrebbe gli strumenti e le capacità (e dovrebbe avere tutto l’interesse) per riproporsi come segretario di tutti.