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Cimbri, Mocheni e autonomia trentina

Luigi Nicolussi Castellan

La commemorazione del 60° anniversario della firma dell’accordo De Gasperi-Gruber, a mio giudizio, ha segnato una svolta fondamentale nella storia della nostra autonomia: per la prima volta i Sudtirolesi, con la condivisione dei Tirolesi, tramite i loro rappresentanti, pur senza dimenticare i torti subiti, hanno preso atto del fatto che l’autonomia, pensata per loro, è andata a beneficio anche della comunità trentina. E soprattutto è emerso l’apprezzamento per ciò e per quanto di valido, ed è molto, è stato costruito negli ultimi 60 anni, nonché una chiara e sincera volontà di lavorare fraternamente, senza più recriminazioni, "assieme – zusammen" per un futuro ancora più proficuo per le tre comunità tirolese, sudtirolese/altoatesina e trentina.

E’ stata così raggiunta la piena legittimazione anche politica, oltre che giuridica, della speciale autonomia conseguita dalla provincia di Trento, che era senz’altro negli obiettivi di De Gasperi, ma che non poteva essere chiaramente espressa in un trattato internazionale tra Austria ed Italia. Il futuro di una provincia, sostanzialmente di lingua italiana, non poteva essere oggetto di un accordo con uno stato estero di lingua tedesca. Beneficiari infatti dell’Accordo di Parigi del 5 settembre 1946, tra Austria ed Italia, con l’avallo delle potenze vincitrici della seconda guerra mondiale, erano esclusivamente, e non poteva essere diversamente, gli "abitanti di lingua tedesca" sottratti con il loro territorio all’Austria, uscita sconfitta dal primo conflitto mondiale, ed assegnati all’Italia vincitrice.

Come riuscì l’intelligenza e capacità diplomatica ed umana di Alcide De Gasperi a creare le premesse per far beneficiare i Trentini di lingua italiana di un trattato internazionale finalizzato alla tutela degli "german speaking inhabitants"?

Me l’ha spiegato il prof. Norbert Hoelzl di Innsbruck, collaboratore dell’ORF, che l’aveva chiesto a Karl Gruber, di regola molto restio a parlarne.

Nel corso della trattativa, Alcide De Gasperi, a quattr’occhi, disse a Karl Gruber all’incirca: "Vorrei fare qualcosa per la mia terra, il Trentino. Hai qualcosa in contrario se troviamo una formula che consenta al Trentino di beneficiare dell’Accordo che andiamo a stipulare? Peraltro abbiamo anche noi le isole linguistiche tedesche della Valle dei Mocheni e di Luserna". Gruber rispose all’incirca: "Non ho nulla in contrario, se non penalizza i Sudtirolesi". De Gasperi sapeva infatti che, benché fosse Presidente del Consiglio dei Ministri, mai e poi mai avrebbe spuntato direttamente particolari benefici per i Trentini di lingua italiana. Già la Farnesina si era opposta a che i Ladini venissero citati nell’accordo (il Parlamento poi concesse loro, ma "unilateralmente", quindi senza garanzia internazionale, un certa tutela già con il primo Statuto di Autonomia del 1948).

Il municipio di Luserna.

L’Adige del 5 settembre, a pag. 8, ha pubblicato "una bozza con le correzione autografe di De Gasperi" del testo in corso di stesura dell’Accordo, da cui si apprende la versione provvisoria: "Ai cittadini di lingua tedesca… della Provincia di Bolzano e dei comuni a prevalenza tedesca della Provincia di Trento viene garantita….".

Indubbiamente allora, come ancora ora, gli abitanti dei comuni di Luserna, Palù del Fersina. Fierozzo e Frassilongo in Provincia di Trento sono "prevalentemente di lingua tedesca", perché cimbro e mocheno sono varianti del tedesco, tedesco antico, ma pur sempre tedesco. E non è colpa nostra se dopo la prima guerra mondiale le nostre scuole in lingua tedesca sono state soppresse e se solo da pochi anni è stato ripristinato un numero maggiore (sino a 9 alla settimana) di ore di insegnamento di ed in tedesco nella scuola elementare per i nostri alunni.

Nel testo definitivo dell’Accordo di Parigi del 5 settembre 1946, allegato al Trattato di Pace con l’Italia, beneficiari dell’accordo risultano essere, con una definizione ancora più generica, e per certi versi equivoca, come lo è spesso il testo del trattato, "gli abitanti di lingua tedesca della Provincia di Bolzano e quelli dei vicini comuni bilingui della Provincia di Trento". Dopo il 1948 in Provincia di Trento comuni bilingui con abitanti di lingua tedesca sono solo quelli di Luserna e della Valle dei Mocheni.

Che gli abitanti delle isole germanofone del Trentino siano tutelati dall’Accordo De Gasperi - Gruber è dimostrato anche dalla quietanza liberatoria rilasciata dal Parlamento di Vienna l’11 giugno 1992, a chiusura della vertenza promossa nel 1960 e 1961 dall’Austria all’Assemblea dell’ONU contro l’inadempiente Italia, e che ha portato al secondo Statuto del 1972. Nel dispositivo della quietanza liberatoria austriaca la "Provincia autonoma di Trento" è nominata solamente nel punto 10, ove si accenna ai ladini e quindi il Parlamento Austriaco "invita il Governo Federale ad impegnarsi affinché alle isole linguistiche germanofone della Provincia Autonoma di Trento siano riconosciuti i diritti loro spettanti dall’Accordo".

Parlamento Italiano ed Assemblea dell’ONU hanno preso atto di questo testo. Il Parlamento Italiano, con la legge Costituzionale 2 del 2001 di modifica allo Statuto di Autonomia, ha finalmente riconosciuto il diritto all’esistenza con la propria lingua ed identità ai gruppi linguistici dei ladini, mocheni e cimbri della Provincia di Trento.

Se non ci fossero stati i germanofoni cimbri e mocheni, sarebbe stato ancora più arduo a De Gasperi, per non dire impossibile, trovare un sia pur fragile appiglio per estendere al Trentino i benefici destinati agli abitanti di lingua tedesca della Provincia di Bolzano.

Siamo ben lieti quindi di essere stati "strumenti" utili perché l’intero nostro amato Trentino abbia potuto beneficiare dell’ampia autonomia di cui gode, alla pari della Provincia di Bolzano. Beneficio che indubbiamente ora va a beneficio di tutti i Trentini sia di lingua italiana, che ladina che tedesca (cimbri e mocheni). La lotta che cimbri e mocheni conducono per la loro esistenza ed identità, in particolare per recuperare lo svantaggio ambientale e per lo sviluppo economico e della loro lingua e cultura, dovrebbe essere visto con simpatia e solidarietà da parte di tutti i Trentini. Oltre alla comprensibile indifferenza dei più affiorano purtroppo, alle volte, delle espressioni del tipo: "Ma cosa vogliono Cimbri e Mòcheni, sono quattro gatti!". E’ vero che siamo pochi, neppure tremila, tra Cimbri e Mòcheni, in tutta la Provincia di Trento, ma siamo stati preziosi, e potremo esserlo anche in futuro, perché oltre a noi, in "comuni bilingui della Provincia di Trento", non ci sono altri "abitanti di lingua tedesca", quelli, e solo quelli, con "aggancio internazionale". Che si è rivelato utile per tutti i Trentini e che potrebbe ritornare utile anche in futuro.

Ben vengano quindi i sempre più proficui rapporti di amicizia e collaborazione tra Trentini, Sudtirolesi/Altoatesini e Tirolesi, ma senza dimenticare Ladini, Mocheni e Cimbri.

Luigi Nicolussi Castellan,
Sindaco di Luserna-Lusérn