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Miss Italia: peggio dei mondiali

Quando l’informazione ti soffoca. Il can can su una trentina Miss Italia, e la resa dei quotidiani alla sottocultura televisiva.

Una serata al Festivalbar, primi anni ’70, stadio comunale di Bologna: il presentatore parte con le consuete esagerazioni adulatorie nei confronti della città che lo ospita e dei presenti. In risposta, una salva di fischi e sberleffi. I cantanti vengono applauditi o fischiati a seconda del gradimento che suscitano (che stravaganza!), ma quando pretendono dal pubblico certi atteggiamenti (accompagnamento ritmato della musica, accensione di accendini e simili) vengono per lo più ignorati. Insomma, una partecipazione critica e molto liberatoria. In quegli anni, Sanremo e Miss Italia parevano in fase terminale ed altre manifestazioni, come la festa delle matricole, morte del tutto.

Sembra fantascienza, a leggere i quotidiani locali di questi giorni, gonfi di frivolezze come per nessun altro evento a nostra memoria. Ci eravamo ripromessi di contare le fotografie della bella Claudia Andreatti pubblicate sui giornali per dare un’idea dell’entità del fenomeno, ma siamo rimasti travolti. E anche la lettura degli articoli, a un certo punto, ci ha sopraffatto.

Le bizzarrie lessicali, la testardaggine ripetitiva, l’abilità nello scovare curiosità inconsistenti, ma soprattutto la programmatica assenza di spirito critico dei nostri cronisti non avevano mai raggiunto simili livelli.

Per cominciare, ecco alcuni temi di dibattito che hanno preceduto e seguito l’evento: è vero che le miss settentrionali sono svantaggiate rispetto alle compagne del sud? E’ vero che Claudia ha il seno rifatto? L’avvenire delle acconciature è nel capello corto? Ha ragione lo storico Gentilini a spiegare la vittoria con la "veneticità" che caratterizzerebbe le valsuganotte?

Ma eccoci al giorno fatidico. "Per la prima volta nella storia una ragazza trentina…"; si badi bene, nella storia, non nella storia del concorso. Ma già prima del titolo supremo, era stato battuto un record: la diciannovenne di Pergine era stata "premiata con ben due titoli, cosa mai accaduta in Trentino Alto Adige, di cui uno, quello di miss Novella 2000, di altissimo prestigio" (l’altro, per non lasciar lacune storiche, è quello di miss Dermogella). Finché interviene un erudito, che fa notare come nel 1959 la trentina Maria Grazia Buccella fu eletta (a Long Beach, mica a Salsomaggiore!) addirittura miss Mondo.

Dissensi? Poca roba, e mai dalla penna dei cronisti. Il più audace è Duccio Canestrini, che scrivendo prima della conclusione del concorso, parla di "mostra-mercato di giovane carne di donna" e di "tratta delle giumente" che "diffonde tossine sociali". Esagerazioni? Diremmo di no: "Secondo lei, Claudia non è un po’ scarsa di seno rispetto ai fianchi che, in proporzione, sono più abbondanti?" – chiede infatti un’intervistatrice a Tinto Brass; che naturalmente, da par suo, risponde che "nella donna conta più di tutto il sedere, è quello lo specchio dell’anima".

E ricordando recenti vicende che hanno scosso il mondo dello spettacolo – ma che certo non sono una novità – Canestrini si domanda: "La diciassettenne che ora piange felice finirà nello scannatoio del presentatore famoso?"

Dopo il trionfo, cosa attende Claudia? La lista è lunga. A parte contratti per 100.000 euro e una Peugeot 1007, ci sarà un calendario, un accordo con Trentino spa "perché continui, girando l’Italia ad essere un’impagabile ambasciatrice della sua terra" (parole dell’assessore Mellarini), ed anche i commercianti di Pergine sperano che la ragazza diventi "un volano pubblicitario". Inoltre – già avvenute – una sfilza di "ospitate": La vita in diretta ("con una serie mozzafiato di primissimi piani"), Porta a porta, Quelli che il calcio, Domenica In…

Quale sarà la sua vita per un anno ce lo spiega, senza rendersi conto della gravità di quel che dice, Sonia Leonardi, agente di Miss Italia per la regione. Costei comincia lamentando che a suo tempo non le hanno dato una piazza per la manifestazione di Trento e che e si è dovuta accontentare del Grand Hotel: "In Trentino siamo tutti intellettuali…" – ironizza, aggiungendo: "Spero che questa vittoria cambi qualcosa nel pensare comune dei nostri concittadini". Ma ecco il programmino per Claudia Andreatti: "Miss Italia ha per contratto due giorni liberi al mese, ma certe volte sarà uno solo… Sarà a Trento forse un giorno al mese, il suo giorno di riposo. Vivrà tra un albergo e l’altro per sfilate, presentazioni, riviste. Non è già più padrona della sua vita…". E parliamo di una ragazza di 19 anni che deve ancora finire la scuola.

Più moderata di Canestrini, Margherita Cogo obietta che "non ci poniamo neppure più il problema degli stereotipi e dell’uso del corpo della donna"; ma anche questo è troppo e L’Adige titola sbrigativamente in prima pagina "La Cogo contro Miss Italia", costringendo la Cogo medesima a ribadire quanto già doveva essere chiaro: che cioè la critica era rivolta al concorso, non alla ragazza. Al che L’Adige insistendo nel non capire, parla di "Dietrofront Cogo".

Anche noi allora vogliamo essere chiari: se è vero, come scrive il Trentino, che oggi "Claudia vale già centomila euro", allora ha fatto bene a partecipare e a vincere. Meglio dei 600 euro al mese in un call center. Come bene ha fatto chi, approfittando di una legge dissennata, scelse la baby pensione a 40 anni.