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Vento di destra

I valori della sinistra stanno arretrando in tutta Europa. Anche se sono ancora gli unici adatti ad affrontare le temperie dell'immediato futuro.

La capacità di durare del governo Prodi rasenta gli strenui confini dell’eroismo. Un solo voto di maggioranza al Senato, volta a volta rinforzato da questo o quel vegliardo che vi siede a vita. In questa risicata maggioranza cova l’insidia dell’infiltrato Mastella o dell’intransigenza ideologica di qualche svagato sognatore. Dal sottobosco inquinato dei servizi segreti, pubblici o privati, nazionali o stranieri, e da qualche "alto servitore dello Stato", filtrano inverificabili notizie e mutilate intercettazioni telefoniche, che invadono per settimane con toni di scandalo la cronaca politica. Come nella passata legislatura per mesi e mesi addirittura commissioni parlamentari di inchiesta hanno guazzato nel torbido artificioso di Telekom Serbia e del caso Mitrokhin, così in questa si è montato sul nulla un caso Visco, che al Senato ha visto episodi di vero e proprio squadrismo parlamentare. Le elezioni amministrative, deludenti per il centro-sinistra perché molti suoi elettori sono rimasti a casa, pur non essendo state affatto quella spallata preconizzata dalla destra, sono anch’esse una occasione per ribattere il chiodo fisso che Prodi se ne deve andare. Tutto questo cucinato ed esibito dall’apparato dell’informazione di massa con il gusto sadico di una partigianeria impudicamente scoperta. Persino la visita di Bush, che il Governo ha gestito con sapiente equilibrio, confermando la leale alleanza con gli Stati Uniti d’America senza rinunciare al dissenso con la politica del suo Presidente, è stata centrata dall’orchestra mediatica sul breve insignificante incontro che l’ospite ha avuto con Berlusconi.

Il neopresidente francese Nicolas Sarkozy.

Nonostante tutto ciò, il Governo regge e si applica come può ad affrontare i veri spinosi problemi del paese. Non lo fa come sarebbe desiderabile e necessario, impedito com’è dalla sua congenita debolezza politica, ma anche dalla inadeguatezza della cultura che lo ispira. E’ quest’ultimo un vizio comune a tutta la sinistra europea. La quale, infatti, perde quota in ogni contrada.

In Germania la sinistra è stata costretta a legarsi in una alleanza di governo sotto l’egemonia di Angela Merkel. In Inghilterra la delusione provocata dalla politica estera di Tony Blair ha indebolito il Labour. In Francia i socialisti sono usciti sconfitti da due prove elettorali, e così in Belgio. Persino in Scandinavia la socialdemocrazia vacilla. Resta solo la Spagna di Zapatero. Perché anche in Italia non si avverte, attorno al nascente Partito Democratico, e nemmeno attorno alla improbabile unità della sinistra cosiddetta radicale, quella attenzione, quella speranza, quella fiducia che solo un’utopia concreta può suscitare.

La verità è che ai profondi mutamenti sociali verificatisi negli ultimi decenni si è accompagnato l’affermarsi di una cultura incompatibile con i tradizionali valori della sinistra. I miti della produttività, della competizione, delle privatizzazioni, dell’impresa, della flessibilità del lavoro che oggi permeano la coscienza pubblica, contagiando in larga misura anche i partiti di sinistra, stridono con i valori della solidarietà, della giustizia sociale, di un benessere sobrio ma diffuso, del rispetto dell’ambiente naturale, della ricerca dell’eguaglianza delle persone. Il merito mortifica il bisogno, gli immigrati sono paventati come minaccia della sicurezza anziché come esseri umani da integrare. Sullo sfondo di questa visione del mondo la prevalente classe media percepisce la sinistra come pericolo, di essa ha paura. Anche perché l’agitazione delle frange estreme della sinistra, sintomo ineliminabile della nevrosi di una società ingiusta, assume il significato di un simbolo allarmante che ricade anche sulla sinistra moderata. Senza contare l’effetto marginale ma non trascurabile evocato dalle Brigate Rosse e dalle vicende del socialismo reale.

Ci vorrà, io credo, molto impegno e non poco tempo per convincere la maggioranza dei cittadini europei che i valori della sinistra non solo sono giusti, ma anche che la loro attuazione è conveniente, perché è l’unica in grado di evitare gli esiti catastrofici verso i quali sta andando il nostro mondo.