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“L’Italia mi ha rovinato la vita...”

Le vicende di un travestito spagnolo, dai night esclusivi di Marbella al lungomare di Rimini, al carcere, al ritorno a casa.

José Gonzales

Di errori ne ho fatti tanti, ma chi non li fa? Però dai miei sbagli ho imparato e se, col passare degli anni, tanta gente si fa più dura io invece sono diventata più sensibile: piango a vedere un film. Certo, dovrei dare un senso alla mia vita, ma ogni volta che ci provo mi trovo in un vicolo cieco.

Forse sono meglio le brasiliane che vedi lì. Stanno mangiando un panino e ridono felici nella loro ignoranza, parlando di silicone, di protesi... Ma a me di quelle cose non frega niente. La bellezza non sta in un naso o nel silicone, la bellezza è una cosa spirituale... Tirare le 4 di mattina sul lungomare, poi prendere un caffè e fare quattro chiacchiere con quattro travestiti? Ecco, di questo non riesco a accontentarmi.

La decisione di travestirmi l’avevo presa prima, ma aspettavo che morisse mia madre. E se la sua morte mi ha distrutta, mi ha anche aperto una porta. Non è che mi ha risolto il problema di sentirmi donna, quello l’avevo già superato molto prima della sua morte e molto prima di diventar travestito. Mi sentivo donna già da piccolino. Sai quelle cose, giocare con la bambolina e non col trenino? Ma per arrivare a farmi un seno, a farmi i capelli lunghi, a farmi bionda, c’è voluto che lei morisse. Per il resto la sua morte non mi ha risolto altro. Certo non la mia stabilità come donna e come persona nella società dove mi sono ritrovata con tanti problemi che se lei fosse viva, sarebbero almeno in parte risolti. Potrei sempre andarmi a riparare sotto la sua gonna...

In Italia sono venuta dopo la rottura brusca di un rapporto che avevo con un uomo da 10 anni. Mi volevo allontanare da lui. Scelsi l’Italia perché era il paese che più somigliava alla Spagna e poi perché tenevo le mie conoscenze... E’ solo da due anni e mezzo che faccio prostituzione, ho cominciato a 34 anni, in Spagna non facevo questo lavoro. Lavoravo al night, non stavo per strada ad aspettare clienti. E non è stata una scelta. Dopo 10 anni che stai con una persona e ti senti nella merda, cosa fai? Una scelta? In quel momento ti si presenta una conoscente che dice che in Italia puoi guadagnare 500 euro a sera e allora ti dici: “Ho perso 10 anni con un uomo e alla fine avevo solo un appartamento, sto in Italia un anno e mi compro tre appartamenti”.

La realtà è poi tutta diversa. Dopo due anni e mezzo che ero in Italia ero drogata cotta, e sono finita in galera per 6 mesi. Ora torno in Spagna da mia sorella, fra la mia gente e starò molto meglio. Economicamente un appartamento avevo e uno ne ho, in Italia sono riuscita solo a comprarmi un’automobile.

Credo che voi, parlando con me, sentiate che lo spirito della puttana non ce l’ho, che sono una persona sensibile. Allora per fare quel tipo di lavoro avevo bisogno di uno stimolo. Come avrei fatto altrimenti a fare un pompino a un tipo, o a incularlo, o a sopportare uno che mi viene a dire: “Ehi te, se mi ami picchiami”. E quando si ferma una macchina che ti chiede: “Come ce l’hai il cazzo?”. Pensi sia gradevole? Allora per farlo sto drogata o ubriaca di Cointreau. Altrimenti non ci riuscirei.

Per la società io sono la scusa, ma lui, lui è veramente un malato mentale, non io. E’ quello che lavora alla posta, quello che lavora in banca, quello che per la società è un uomo normale, quello è il vero malato! Io sono normale, io ho una sensibilità e un sentimento, mentre loro ingannano la moglie, ingannano i figli, ingannano se stessi. E se ho una soddisfazione nella vita è che anche facendo questo lavoro io mantengo la mia sensibilità, mi rendo conto di quello che faccio. Ma loro? Loro non si rendono conto di niente, sono dei maiali, che non trovano soddisfazione neanche con la loro famiglia, con i loro figli, solo con un travestito che li inculi. Ma per la società loro sono normali, io no...

Se tornerò qui? Non lo so, penso che il mio fascicolo con l’Italia sia chiuso. Adesso vado in Spagna, poi vedrò cosa fare. Vado con tutta l’anarchia e l’ottimismo di cui sono capace e spero di trovarmi meglio che qua. Forse non tornerò più, ma non mi piace fare programmi, può darsi che fra quattro mesi sia in Germania o in Florida. Vado molto con l’istinto del momento, la vita non ha i programmi come la televisione.

Anche questa è una differenza con le altre, le brasiliane... Loro programmano tutto: “Faccio 10.000 dollari, tolgo la mia vecchia dalla baracca, compro una pistola al fratellino...”. Per loro non esiste nient’altro, non hanno letto nulla. Parlo di Oscar Wilde e non sanno chi è, di Lady Chatterley e non sanno chi è, di Almodòvar e niente, non sanno nada. Parlano solo di silicone, sono specialiste. E in questo lavoro, disgraziatamente, ai clienti piace questa ignoranza. Al tipo che va a scopare cosa interessa se tu sai chi è Freud? A lui interessa solo fare delle porcate che non fa con la moglie. Un travestito intelligente e colto qua non guadagna una lira. Invece in Spagna mi ero trovata con gente che dava soddisfazione. Un signore con cui sono stata per mezz’ora per 50 euro, poi è rimasto 10 ore, mi ha dato 500 euro e solo per conversare, senza fare sesso. 500 euro per non far sesso. Perché vedeva che tenevo un cervello, e il cervello lavorava, si poteva parlare di letteratura, di cinema. Loro non sanno nulla, sanno solo chi è Marilyn Monroe, perché assomiglia a Madonna che fa l’imitazione di Marilyn Monroe... Non conoscono chi è Visconti, Rossellini, Pasolini...

Voi italiani siete fortunati ad aver avuto un periodo di cinema così affascinante. A me piaceva da morire la Magnani, poi la Silvana Mangano di “Riso amaro”, splendida... Sai che è morta a Madrid? Poi un genio come Totò che non è esistito altrove. Adesso il cinema italiano fa schifo, sta passando una crisi spaventosa. Lucia Bosè l’ho vista a Marbella, ho conosciuto suo figlio, Miguel. Al “Regine”, una discoteca di Marbella, ho visto anche Gina Lollobrigida, ma non mi è piaciuta. Troppo truccata, pesante, con dei ricciolini che sembrava Shirley Temple... E poi troppi diamanti, troppi strass, troppo lucido... Non ho visto una donna, ho visto un alberino di Natale. Lucia Bosè no, lei sa assimilare le proprie rughe, invecchia con naturalità e questo è molto bello.

Io non ho mai nascosto niente di me stessa e ora dovrei nascondere le mie rughe? Poi anch’io ho fatto l’intervento al seno. Ma questo perché la puntura settimanale mi dava fastidio. Essendo a base di ormoni, sessualmente dava problemi e poi fa male all’organismo. Così ho fatto la protesi. Ma il resto no, per carità.

Sento la mancanza di un rapporto sentimentale stabile come tutti. Chi non lo desidera? Mi considero già fortunata di aver conosciuto l’amore. Un amore durato 8 anni, più due di turbolenza; molto intenso però, sempre profondo. Senza dubbio non lo troverò più un uomo che mi accetti come mi ha accettato lui. Lui mi ha amato veramente per quello che sono. Era un uomo normalissimo, gli piacevano le donne, aveva la fidanzata e l’ha lasciata per me. Alla sua famiglia disse: “O accettate Maria o perdete un figlio”. Lui mi ha dimostrato di essere veramente in gamba... Chi ha sbagliato sono stata io: sono molto complicata, mentre lui è un basco, molto semplice, con una cultura a cui mi è stato facile adattarmi. Adesso mi rendo conto di aver sbagliato a lasciarlo. L’ultima volta che sono stata in Spagna mi ha cercato per chiedermi di tornare con lui, e quella volta sono stata crudele. Ma ero da tre mesi in Italia e mi ero già fatta una macchina, ero abbagliata dai soldi e affascinata dall’uomo italiano. Ci ho messo due anni per rendermi conto della realtà. Ora io torno, lui sa il mio numero, se vuole può chiamarmi. Dentro di me so che la vecchiaia la passeremo insieme; lui non ha trovato un’altra donna, non ha trovato una stabilità sentimentale, e io, figurati... Con lui ho passato 8 anni belli, belli, belli.

Allora la gente mi accettava, primo perché lavoravo nel- lo spettacolo, che è diverso che sulla strada. Poi ero una bella travestita che si poteva portare al ristorante, all’opera, a teatro. Ero stata anche furba, andando a lavorare a Marbella. Sapevo bene l’inglese, avevo lavorato a Londra, il che mi ha facilitato, perché a Marbella se non parli inglese sei perso. Marbella era un paradiso. Venire in Italia è stato entrare nella notte dopo il giorno. Ma il cambiamento era già cominciato quando da Marbella mi ero spostata a Gran Canaria, dove c’è un turismo da quattro soldi, di tedeschi e austriaci. E comunque lavoravo sempre per una catena di hotel a quattro stelle, sempre in spettacoli di travestitismo, ma già il livello era diverso. E lì ho conosciuto una bolognese, maledetto quel giorno!, che mi ha detto: “Vieni in Italia, si fanno i miliardi”. Macché miliardi. L’Italia mi ha rovinato la vita... Era un anno di neve che arrivava al ginocchio, un freddo, ma un freddo, e non c’ero abituata. Dover star lì due ore per fare 50 euro, era una depressione orribile. Mi sentivo così sola, in un paese che non era il mio, in un hotel tristissimo, che brutto! Ma non è stato neanche il freddo, è stata la mia testa: stare lì, con la neve a mezza gamba, in un angolo, ad aspettare i clienti... Allora ti offrono la cocaina, ti fai la prima riga, e prendi coraggio. Ero troppo sconfortata, ero una persona che faceva un lavoro che non dava nessuna soddisfazione e allora poi butti via anche i vantaggi economici, i soldi che guadagni. Se prendi 500 spendi 800...

Una sera una travestita che lavorava vicino a me, mi ha chiesto di prendere della roba anche per lei, ma quando sono andato per dargliela sono sbucati 5 poliziotti. Spacciatrice per un grammo! “Ma come - gli dissi - faccio la marchetta per guadagnarmi l’hotel e mantenermi il vizio; se facevo la trafficante avrei fatto la puttana?”. Mi hanno dato 8 mesi. Abbonati 2, ne ho fatti 6.

Il carcere è una brutta esperien-za. Ma avevo già fatto il militare e questo mi ha aiutato. Con la differenza che qui siamo separati dai maschi, coi delinquenti dividiamo solo il campo da gioco. Io trovavo un po’ di tranquillità a parlare con lo psicologo, l’assistente, il prete, anche se mi ha stupito il loro livello intellettuale molto basso. Va bene che hanno a che fare con rapinatori e travestiti, però è una cosa che non va bene...

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Commenti (1)

Non ti ha rovinato l'Italia, ti sei rovinato da so borgonzonisuxgnocca

La colpa non è dell'Italia, la colpa è tua. Te ne vai dall'Italia? Meglio. Non sono quelli come te gli stranieri che la loro presenza ci fa bene. Tu di certo non sei come Paula Breukel, come Kenna Burke, come Erikottero, come Briller, o come quel ragazzo che non mi ricordo come si chiama che ha il canale Giappolia tv. Loro sono gli stranieri che ci fanno bene, non tu. Quindi assumiti le tue responsabilità e non dire che l'Italia ti ha rovinato, di' che tu ti sei rovinato (sì, rovinato, non rovinata, perché tu, che ti piaccia o no, sei un maschio).
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