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QT n. 11, 31 maggio 2008 Monitor

Il tempo della danza

Nella piazza del Mart 300 alunni nella performance finale del corso di danza educativa: un piccolo ma emozionante evento, sulla soggettività del proprio tempo e sulla sua riconquista.

Si è concluso con un’affollatissima performance collettiva il percorso di danza educativa "Di Segni e di Danze 4", organizzato dal CID (Centro Internazionale della Danza) e condotto per il quarto anno consecutivo da Franca Zagatti, direttrice del Centro Mousikè di Bologna (sede del Corso nazionale per danzeducatore).

Lunedì pomeriggio più di 300 fra bambini e ragazzi delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie della provincia di Trento hanno infatti letteralmente preso d’assalto la piazza del polo museale di Rovereto per partecipare insieme ad un festoso evento di danza collettiva, preparato dai laboratori condotti direttamente nelle classi dai singoli insegnanti, ruotanti quest’anno intorno al tema del tempo.

 "Il tempo e in particolare la fretta e lo scorrere frenetico di azioni, pensieri ed esperienze, sembra caratterizzare la nostra società, eppure il senso del tempo è un concetto di tipo percettivo ed è legato ad abitudini e influenzato da codici soggettivi e culturali di vario genere. Ogni persona ha dello scorrere del tempo una propria percezione naturale: c’è chi è perennemente in ritardo e chi sempre in anticipo, ci sono persone frenetiche ed agitate, altre rallentate e tranquille, c’è chi guarda volentieri al passato e chi è proiettato nel futuro. Il tempo, insomma, non è uno, ma sono tanti e ognuno ha il suo tempo". Riprendersi il proprio tempo e riempirlo di significato, non solo a parole, ma anche e soprattutto tramite il movimento: questo uno degli obiettivi primari del progetto "Il senso del tempo", che ha visto come protagonisti attivi insegnanti, educatori ed alunni delle scuole trentine di ogni ordine e grado, dalle scuole dell’infanzia di Villamontagna e Cles, alle scuole elementari di Cognola, Concei, Sant’Orsola, Seregnano, Rovereto ("Gandhi" e "Regina Elena") e Trento ("De Gasperi"), fino ad alcuni Istituti Superiori, come le Filzi di Rovereto e ilLiceo Rosmini di Trento.

E’ stato sinceramente emozionante, oltre che divertente, veder danzare insieme tante persone, nel tentativo di riconquistare una dimensione pubblica alla danza, intesa non solo come esibizione di singole abilità tecniche ma anche e soprattutto come modalità di comunicazione e socializzazione intergenerazionale.

Danza educativa, quindi, come linguaggio espressivo slegato da ogni formalismo e rigidità di stampo accademico e come parte integrante dello sviluppo personale di ogni essere umano, dall’infanzia all’adolescenza ma anche - come pare voler dimostrare la partecipazione stessa degli insegnanti all’esibizione - alla maturità. Non sembra dunque esistere un unico tempo, un’età adatta per danzare ma, ribaltando tale prospettiva, l’impulso al movimento espressivo accompagna tutta la nostra vita, pur se incanalato dalla società contemporanea in forme codificate e socialmente controllabili. La liberazione in senso creativo dei naturali flussi corporei, concetto che sta alla base della danza contemporanea d’impronta labaniana, genera invece gioia sia in chi agisce il movimento che in chi lo subisce, come ben dimostrano le espressioni orgogliose ma in parte anche stupite di genitori e fratellini ammassati contro le transenne che hanno diviso in due parti lo spazio della piazza: spazio della danza e spazio dell’ascolto, altro elemento fondamentale, quest’ultimo, in una performance collettiva che mira a far incontrare modalità espressive estremamente diverse ma capaci alla fine di fondersi in un’unica comune ricerca sul "senso" del tempo e sul recupero di un movimento che possa anche essere lento e capace di opporsi con tranquillità ai ritmi frenetici del mondo moderno.

"…il tempo bello, il tempo brutto, un po’ di tempo, il nostro tempo, il passatempo, il tempo che non passa mai, il tempo per pensare, il tempo che stringe, il tempo scaduto, il tempo per giocare, il tempo della pace, il tempo della guerra, il tempo apposta, il tempo dei tempi, il tempo che verrà, il tempo sprecato, il tempo di ricordare, il tempo di ridere, il tempo degli alberi in fiore, il tempo della testa fra le nuvole, il tempo dell’amore, il tempo dei sogni, il tempo che avanza, il tempo di perdere tempo ,il tempo delle fiabe, il tempo dei bambini, il tempo di crescere, il tempo dell’amore, il tempo della poesia, il tempo della danza…".

Sono solo alcuni dei tanti "tempi" individuati dagli alunni della classe V della scuola elementare di Seregnano, che insieme a tutte le altre classi partecipanti hanno tentato di tradurli in movimento nei quadri di danza collettiva ideati per l’occasione da Franca Zagatti.

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