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Il Pdl? Cosa Sua è!

Il sen. Giacomo Santini

È del Pdl (area Forza Italia), eppure mi è quasi simpatico. Pacato, discorsivo, mai arrogante, non sembra un marziano come tanta parte del personale politico salito sul carro di Berlusconi. In realtà il senatore Giacomo Santini ha tutto del democristiano di vecchio stampo, ivi comprese alcune qualità, come un certo rispetto per le regole, a cominciare da quelle che dovrebbero ispirare la vita interna di un partito. E così, in un suo intervento comparso sull’Adige del 25 giugno, preoccupato per l’immobilismo che caratterizza il Pdl trentino, ha auspicato che la scelta del coordinatore provinciale venga fatta democraticamente e in tempi brevi dai trentini stessi e non avvenga per nomina romana come pare che sia nell’aria. Del resto, Forza Italia trentina si era dimostrata all’avanguardia: siamo stati i primi - ricorda Santini - a eleggere in un congresso il coordinatore provinciale: “Non avevamo chiesto il permesso a nessuno... e poi molti altri ci hanno seguito. Noi abbiamo superato già anni fa l’organizzazione aziendalistica del partito per cui è Roma che nomina il coordinatore regionale e poi quello provinciale... E ora non vogliamo tornare indietro”.

L’incarico, provvisoriamente, è ricoperto attualmente da Maurizio Del Tenno, che è anche deputato, nonché assessore e coordinatore del Pdl a Sondrio, oltre che imprenditore. Troppa roba. Sicché, dice Santini, “a Trento lo vediamo poche volte. È vero che lui si muove in elicottero, però... non può essere dappertutto”. Con tanti impegni da onorare, pare che abbia delegato qualche incombenza al capogruppo in Provincia Walter Viola, ma non si è risolto nulla: “Viola aspira a fare il coordinatore, ma al momento non mi pare che si sia sentito responsabilizzato, visto che in sede non si vede mai”. E ancora non basta: “La sede del partito sarebbe ormai chiusa, se non fosse per due-tre volontari che si preoccupano, pur senza avere gratificazioni”.

Del Tenno gli risponde l’indomani, piuttosto seccamente. I suoi “mal di pancia” sarebbero dovuti “alla delusione per la mancata nomina a coordinatore regionale”.

Quanto alla richiesta di una scelta democratica in sede locale, Del Tenno non è interessato a discutere la questione, non sembra neppure comprendere quell’esigenza e se la sbriga confermando burocraticamente che la nomina del coordinatore provinciale del Pdl trentino “avverrà secondo le stesse modalità con cui sono stati scelti i coordinatori di altre province”, e cioè da Roma, o da Arcore che sia.

E per quanto riguarda la sua presunta latitanza: “È vero che il sen. Santini non mi vede da tre settimane, ma ciò accade semplicemente perché non mi è utile incontrarlo”. Del Tenno ha privilegiato “gli incontri sul territorio”.

Il giorno successivo c’è la replica di Santini, insolitamente dura: “Il Trentino non è una colonia romana. Non abbiamo bisogno di proconsoli imposti dal centralismo autarchico del partito”. Sarebbe un’offesa a coloro “che da anni, in condizioni sempre difficili, hanno garantito la presenza del centro destra in questo avamposto rosso (sic!), immerso nel verde-azzurro” del nord Italia”.

Il guaio - la frecciata è tutta per Del Tenno - è che “il partito e il Parlamento sono farciti da titolari di pluricariche di ogni genere. Fatti loro. La cosa riguarda la loro coscienza ed il senso di rispetto che nutrono per le persone” -, mentre lui no, non ha nessuna aspirazione a ricoprire incarichi di partito: “Non li ho mai voluti né mai li accetterò”.

A questo punto, è ovvia, e sincera, la nostra solidarietà al sen. Santini. Magari un po’ pelosa, non lo nego.