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QT n. 7, 7 aprile 2008 Servizi

Giovani e politica. Un leader per i giovani di Internet

"Scenderà presto Dio sulla terra e sistemerà una volta per tutte quegli scellerati che vogliono la distruzione della famiglia e dei valori cristiani." Non è la Bibbia. E’ un certo Quattrocchi, che sul suo blog se la prende prosaicamente contro tutti i partiti colpevoli di intraprendere politiche, a suo dire, al limite del blasfemo. Si tratta di un caso estremo, ma il proliferare di blog e di fonti di informazioni libere ed incontrollate favorisce la diffusione di invocazioni spericolate. C’è chi forse dimentica la storia ("Serve una sorta di maxi leader per avere la forza di riuscire ad esporre il suo pensiero, e convincere il popolo della sua buona fede".) e chi invece non la conosce proprio, tanto da invocare il ritorno del duce ("Mussolini, come Hitler, era un grande genio. Con loro al potere, col caxxo che succedevano questi problemi con gli immigrati, e non dovevano neppure provare a dire una cosa sul crocifisso o a ribellarsi").

Non si tratta di casi isolati e neppure di messaggi lasciati su siti di partito. Affermazioni tanto spericolate si possono trovare in moltissimi blog e forum. E’ una parte importante della nuova dimensione della politica, impostata sullo show e sugli spot improvvisati, tanto dalla parte degli eletti quanto da quella degli elettori.

"Davanti a un candidato politico c’è chi mostra affezione e chi desiderio di credenza"- conferma Sanguanini. Il quale però ammonisce a non fare di tutta l’erba un fascio:"Molti si astengono dal giudicare. Tanti trovano pregi e difetti in tutti i politici, rinviando ogni presa di posizione esplicita. Questo è però segno che la credibilità non è concessa tanto facilmente."

Insomma, se per Wagner i leader politici di oggi cercano un profilo mediatico e vogliono evitare una connotazione troppo stretta con una classe o un gruppo sociale (vedi i casi, già citati nel testo, di Obama e Veltroni), per Sanguanini il leader è addirittura visto come il "brand" dello schieramento. "Ciò comporta che i giovani giudicano la politica come qualcosa che è sin troppo ‘tutto intorno a te’, ma niente è ‘fatto apposta per me’. Conseguentemente, ritengono che ‘Life is now’ sia solo negli spot pubblicitari.