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Inquinamento: ci vuole coraggio!

Francesco Borrello

Egregio direttore, le scrivo perché sto assistendo al dibattito che coinvolge ormai tutta la città su quale possa essere la soluzione al problema inquinamento.

Tutti in un modo o nell’altro siamo toccati dal problema: qualcuno si lamenta per l’arietta che si respira, altri per i provvedimenti presi che poco fanno.

Due giorni fa un responsabile dell’Agenzia provinciale sull’ambiente diceva che abbassando di un grado il termostato dei termosifoni si diminuirebbero le polveri di un 15%.
Io il mio l’ho abbassato.

Ci eravamo trovati sia in novembre che in dicembre nella medesima situazione. Fu risolta dalla pioggia provvidenziale del fine-settimana. Ieri ho letto che responsabili di Comune e Provincia si incontreranno per trovare una soluzione alternativa. Secondo me sperano che anche stavolta piova o arrivi il vento da nord a ripulire l’aria.
Io no, spero che stavolta non succeda.

Non per masochismo, me ne starò un po’ più chiuso in casa, ma perché vorrei che fossero costretti ad affrontare un po’ più seriamente il problema. Infatti ritengo purtroppo che a Trento e in Trentino, ormai da qualche anno, vi sia poco coraggio nel pensare e progettare soluzioni innovative nella gestione del territorio.
Questo è doppiamente colpevole: primo perché qui le risorse, a differenza che nel resto d’Italia, sono molte di più (e l’Autonomia si difende anche utilizzando bene le risorse a disposizione); secondo, perché si mortifica quell’orgoglio che tanti (compreso me che non sono trentino) avevamo nel credere di vivere in una provincia d’avanguardia.