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L’Olocausto di Rom e Sinti

Marco Gabrielli

Il 27 gennaio, a 60 anni esatti dalla liberazione del campo di sterminio nazista di Auschwitz, è stato ricordato in tutta Italia ed anche in Trentino l’orrore dell’Olocausto. Mentre ben conosciuta è la storia dello sterminio degli ebrei, meno nota è la vicenda della persecuzione delle popolazioni Rom e Sinti d’Europa: difficile stabilire quanti di loro perirono nei campi di sterminio; gli storici presumono che la cifra si aggiri tra le 500.000 e il milone di persone.

Anche in Italia, dove la presenza di Sinti e Rom era ormai secolare, furono molti coloro che, in seguito alle leggi razziali fasciste del 1938, furono internati nei campi di concentramento presenti nel nostro paese (tra cui quello di Bolzano) e che finirono nei campi di sterminio in Germania.

La persecuzione di Rom e Sinti d’Europa, come la Shoah per gli ebrei, ha un suo nome: Porrajmos. E’ il titolo di un documentario - "Porrajmos, una persecuzione dimenticata" - che l’Opera Nomadi, associazione nazionale nata in Trentino Alto Adige nel 1963 e riconosciuta come ente morale dal Presidente della Repubblica, ha prodotto. In esso, attraverso interviste a Rom e Sinti italiani internati nei campi e all’apporto di storici autorevoli, si è tentato di ricostruire i contorni di una vicenda dimenticata, ma che non per questo ha significato meno dolore e sofferenza nelle popolazioni che l’hanno vissuta.

E’, questo, un pezzo di storia d’Italia: perché riguarda persone (i Sinti e i Rom) nella stragrande maggioranza dei casi italiani da più generazioni. Abbiamo creduto dunque importante, come Associazione Sinti del Trentino, sezione dell’Opera Nomadi nazionale, proporre alla cittadinanza un momento di riflessione e di ricordo su questa vicenda, con la proiezione del documentario e un dibattito.

Per l’Associazione Sinti del Trentino
Il Presidente Marco Gabrielli

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