Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 6, 25 marzo 2005 Scheda

Affido condiviso: il disegno di legge

Per capire il progetto, abbiamo chiesto chiarimenti all’avvocato Maurizio Quilici, caposervizio della Redazione Centrale dell’Agenzia ANSA e presidente dell’Istituto di studi sulla paternità a Roma (ISP).

"Innanzi tutto le dico, in maniera critica e sconsolata, che il tema, seppur importante, è stato ignorato da quasi tutti i giornali. In ogni modo, il disegno, che dovrà passare in Parlamento ed è stato appena approvato dalla commissione Giustizia della Camera, è nato alcuni anni fa come proposta di legge n. 66 Lucidi (Ds) - Tarditi (Forza Italia). Poi ha subito trasformazioni infinite, fino al testo unico d’oggi, cui relatore è Maurizio Paniz (Forza Italia). Ecco le novità:

- Non esiste più un genitore affidatario e un genitore con diritto di visita, ma i figli sono ‘affidati’ ad entrambi. I coniugi devono presentare un progetto al giudice su come hanno pensato di gestire il figlio. Esempio: quanti giorni lo vedo? Di cosa mi occupo? Ovviamente le decisioni importanti (educazione, istruzione, ecc.), se possibile, sono assunte insieme. Se i coniugi litigano troppo, intervengono gli avvocati ad aiutarli nel definire il progetto. Certo, nel programma deve essere stabilito il genitore con il quale prevalentemente il figlio abita, ma deve essere garantita una presenza equilibrata di papà e mamma.

- Scompare l’assegno di mantenimento: questo perché la parte economica è concepita secondo capitoli di spesa, proporzionale al reddito. Ad esempio, io mi faccio carico delle spese scolastiche, tu di quelle sanitarie, io pago le vacanze e tu le spese culturali. Se il genitore non partecipa economicamente, interviene il giudice. Anche se, in certi casi, può decidere che ci vuole un assegno.

- La mediazione famigliare: le pressioni politiche trasversali sono contro la sua obbligatorietà. Il mediatore famigliare è un esperto: non deve trovare direttamente la soluzione al problema della coppia, ma deve stimolare le due persone che hanno un violento contrasto e non trovano una soluzione, a ristabilire il legame che si è interrotto".

Va ricordato che l’affido condiviso non deve essere confuso con quello congiunto, il quale, in vigore dal 1975, è utilizzato in pochi casi (10%).

"Nell’affido congiunto, le decisioni sono prese volta per volta dai genitori, mentre in quello condiviso non c’è da prendere sempre una decisione insieme, perché ognuno ha il suo settore, il suo compito".