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Brutte notizie dal Guatemala

Nella notte del 5 aprile è stato assassinato il presidente del ’Associazione agricoltori dell’azienda Valparaiso, nel dipartimento di Suchitepéquez in Guatemala, membro del CONIC (Coordinamento nazionale indigeno contadino), partner di Mani Tese dal 2002.

Da mesi è in atto una forte pressione da parte della società civile guatemalteca, guidata dal CONIC per chiedere al Governo il rispetto dei diritti dei popoli indigeni: rispetto della terra, del territorio e delle risorse naturali.

Il CONIC chiede semplicemente che vengano mantenuti gli accordi presi nel 2004 con il nuovo Governo, per la soluzione del conflitto sull’accesso alla terra, sulla cancellazione del debito nei confronti dello Stato dopo l’assegnazione dei terreni (punto nodale degli accordi di pace siglati nel 1996) e per la sospensione delle concessioni minerarie alle imprese multinazionali.

Il 30 marzo si era svolta nel Paese una grande manifestazione, per ribadire la condizione drammatica in cui versano le persone. "No estamos dispuestos a esperar más tempo, el hambre y la miseria están castigando a nuestro pueblo" (non siamo più disposti ad aspettare ulteriormente, la fame e la miseria stanno distruggendo il nostro popolo) - si diceva nell’appello.

Dopo le risposte negative arrivate da parte del Governo, il CONIC ha interrotto le trattative e lanciato la sfida di un ribellione popolare.

Ed ecco che alle 19 del 5 aprile, Antonio Ixbalan Cali e sua moglie María Petzey Coo, sono stati assaliti nella loro casa che si trova a Chicacao, nel dipartimento di Suchitepéquez.

La donna è morta sul colpo, l’uomo qualche ora dopo nell’ospedale di Mazatenango. Antonio era il presidente dell’Associazione di agricoltori di Santiago Atitlán, che fa parte del CONIC.

Quattro uomini armati, hanno sparato e ucciso perché queste due persone stavano portando avanti una difficile lotta per la terra.

L’assassinio rappresenta un attacco diretto al CONIC, infatti è avvenuto appena nove ore dopo che CONIC aveva incitato alla ribellione la popolazione, dopo la rottura della trattativa con il Governo.