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QT n. 10, 20 maggio 2006 Cover story

I generi: dal calciatore a Dio

La galassia dei videogame è vastissima ed è difficile orientarvisi, così come è impossibile fare un tutt’uno dei vari titoli disponibili sul mercato. Per questo, e soprattutto per fare maggior chiarezza, è necessario fare una distinzione e dividere le sei principali categorie e videogiochi, analizzandole una per una:

Simulatori sportivi

Sono giochi in cui il giocatore può cimentarsi negli sport che preferisce, che di volta in volta possono essere calcio (la celeberrima serie di "Fifa"), sci ("Ski Alpin06"), tennis ("Virtua Tennis") e via dicendo.

Tutti gli sport sono coperti, anche i più improbabili come lo slittino ("Olimpiadi Torino06") e il golf ("Tiger Woods06"). Agendo sul mouse o sul joystick si comandano i movimenti dell’atleta; nei giochi di squadra tipo calcio, (ma anche basket, volley, ecc.) si passa a gestire direttamente il giocatore in possesso di palla, mentre gli altri si muovono diretti dall’intelligenza artificiale del programma.

Esistono anche titoli specifici in cui ci si cala nei panni di un manager e bisogna gestire campagne acquisti, sponsorizzazioni e i singoli parametri della vita degli atleti. Spesso per pubblicizzare il prodotto le case si servono di personaggi-immagine, da Ronaldinho a Agassi,

passando per Valentino Rossi e Bode Miller.

Avventure arcade

In questa categoria ci caleremo nei panni di un personaggio e vivremo una determinata avventura. Si esplorano mondi fantastici e misteriosi, si affrontano nemici (affinità con gli "sparatutto" di cui sotto) e soprattutto si deve rispondere a quesiti, interagendo con gli altri personaggi della storia. Grandi titoli del passato sono ad esempio "Max Payne" o "Tomb Raider" (con la mitica archeologa Lara Croft, una superdotata Indiana Jones in gonnella, dal fascino indiscusso anche se virtuale, superiore a quello della pur conturbante Angelina Jolie che l’ha interpretata nell’omonimo film sul grande schermo), ma esistono anche giochi in cui non è previsto l’uso delle armi, come "Il codice Da Vinci", di prossima uscita.

Sparatutto in prima persona (FPS)

E’ il genere più odiato dai "benpensanti" e diffuso soprattutto tra i più giovani. Lo scopo è progredire nel gioco sparando a una miriade di nemici che ci si parano davanti e sfuggendo ai loro colpi. Sono richiesti soprattutto riflessi immediati. Grandissimo successo hanno riscosso "Quake" e "Unreal Tournament", serie fortunate (grazie all’ambientazione, mondi paralleli inquietanti) che avanzano già dal lontano 1993 e che trovano un vastissimo seguito di appassionati soprattutto su internet (approfondiremo in particolare l’argomento nei prossimi speciali)

Gestionali

anno parte di questa categoria "Sim City" e "The sims", titoli molto noti per l’immenso successo riscosso e perché appassionano tutti, dai più giovani agli anziani. Lo scopo è quello di simulare la vita di un personaggio, con la possibilità di provare a cimentarci in imprese balorde o curiose, tipo dar vita ad un party demenzialmente senza inibizioni, oppure gestire un ospedale a contatto con le malattie più stravaganti e ributtanti; insomma, di sperimentare tutto ciò che non avremmo mai il coraggio di fare nella vita di tutti i giorni. Oppure più seriosamente ("Sim city"), ci caliamo nei panni del sindaco di una città, di cui pianifichiamo lo sviluppo: il successo (espansione della città e consenso dei suoi abitanti) o l’insuccesso (regressione sociale ed economica, e sconfitta alle urne, se non addirittura rivolta dei cittadini imbufaliti) dipendono dalle nostre scelte (e da come le valuta il gioco, e qui si apre il tema, che affronteremo più avanti, della cultura sottesa ed implicita: il sindaco, per esempio, deve trovare un equilibrio corretto tra parchi, servizi sociali e industrie. Secondo quali priorità? Ovviamente quelle stabilite dal gioco, che quindi impone una linea politica).

Simulatori arcade

In questi giochi il nostro scopo è quello di gestire la vita di un personaggio o di una comunità, ambientata però in un mondo fantasy o a sfondo storico. A differenza dei giochi gestionali, però, ci sono degli obbiettivi da completare e degli avversari con cui cimentarsi. Noti esempi di questa categoria sono il recente "World of Warcraft", ma anche il primo fortunato titolo, "Age of Empires". Si deve far evolvere una civiltà (individuando ed accumulando risorse, sviluppando le tecnologie) per costruire un esercito ed affrontare militarmente gli avversari (costruendo difese e muovendo le truppe sul campo di battaglia).

God Games

Cioè, i giochi in cui sei Dio. Un genere forse più di nicchia, ma che comunque merita una citazione; ne fanno parte "Black and White" e "The Movies". Anche questa categoria è molto simile ai gestionali, solo che qui abbiamo immensi poteri e possiamo controllare un mondo esattamente come delle divinità, benevole o crudeli, oppure un mix delle due, a nostro insindacabile piacimento.