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In difesa del carcere di Trento/ 2

Giorgio Jellici

Se qualcuno mi chiedesse a cosa serve il quindicinale Questotrentino gli farei leggere Il carcere di Trento e le bugie di Dellai (QT del 13 ottobre) di Ettore Paris: un servizio giornalistico preciso, coraggioso, intransigente eppure senza un atomo di polemica. Un vero "servizio" reso a chi si prende il tempo d’informarsi sull’incivile proposito del Presidente della Provincia di radere al suolo – sì, proprio radere al suolo – il palazzo ottocentesco delle carceri di Trento, che è un testimone insostituibile della Storia Trentina.

Non entro nel merito dell’inaudito proposito perché lo fece già esaurientemente Questotrentino e forse anche i quotidiani locali.

Voglio solo ringraziare il quindicinale per questo ed altri equivalenti servizi, linfa vitale della democrazia. Infatti è indispensabile che la stampa libera metta allo scoperto, denunci senza peli sulla lingua - come fa Questotrentino - certi progetti degli oligarchi in Provincia. Ci si chiede che razza di amministratori siano costoro, quale cura per il bene della comunità li spinga, se si accingono ad abbattere, al centro di Trento, come nulla fosse, un edificio classificato d’interesse storico-artistico anche dalla Commissione Beni Culturali nel maggio 2001.

Da trentino – seppur residente all’estero – mi auguro che l’allarme di Questotrentino riesca a bloccare le mazzate d’amministratori pericolosi, che fanno pensare a quei talibani, che rasero al suolo, anch’essi come nulla fosse, le insostituibili statue del Budda.