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Soldi ai partiti

Nicola Zoller

Tra i provvedimenti proposti dal nuovo Governo Monti non rientrano ancora interventi per sanare una grande presa in giro della seconda Repubblica: contiamo che possa farlo tra poco. C’è un esempio chiaro: basti pensare a chi negli anni ‘90 soffiò con veemenza sul fuoco della protesta concentratasi nel referendum che abolì a furor di popolo il finanziamento pubblico dei partiti, salvo poi procedere - dopo aver eliminato gli avversari - a ridicolizzare il verdetto popolare moltiplicando a dismisura il finanziamento statale alla politica con la formula legislativa dei “rimborsi elettorali”.

Il prof. Massimo Teodori, documentando nei mesi scorsi come le “diverse nuove leggine” in merito siano state “approvate tutte all’ unanimità nell’ombra delle commissioni parlamentari su impulso soprattutto dei tesorieri del Pds-Pd e della Lega”, ha calcolato che “ogni elettore, il quale in origine versava ai partiti circa 0,50 euro (al valore attuale), oggi ne versa circa 3,6, che salgono almeno a 5 euro se si prendono in considerazione analoghe voci come l’editoria politica, i gruppi parlamentari e il fondo per i debiti dei partiti”. Dunque una moltiplicazione di dieci volte! Emilio Lussu, spirito libero della sinistra italiana, avrebbe commentato: “Il vero peccato non è commettere una infrazione alle leggi di nostro Signore, ché tutti siamo dei deboli mortali, ma fingere di essere virtuosi e agire da imbroglioni”.

Commenti (1)

Fallucca Concetta

Il referendum del '93 sull'abrogazione degli articoli di legge riguardanti i finanziamenti pubblici ai partiti, ha avuto esito positivo e quindi non si doveva più finanziare i partiti politici con i soldi dei contribuenti, perchè il legislatore è vincolato dal diritto primario, di rispettare la volontà popolare.
Quali conseguenze giuridiche e fiscali comporta il non rispettare tale esito?
Certo, sotto la voce "rimborsi elettorali", i partiti hanno comunque ottenuto e continuano ad ottenere, quello che in realtà si chiama finanziamento pubblico.
Il rimborso è un termine tecnico che significa restituzione di denaro, speso per conto di altri.
Perchè il governo deve restituire del denaro ai partiti che hanno fatto campagne elettorali, se poi ne consegue il presidio dei seggi e relativo stipendio con tutto ciò che riguarda lo svolgimento del proprio ruolo?
Perchè vengono "rimborsati" anche i partiti che non hanno un ruolo attivo nella vita politica (partito dei pensionati) e addirittura partiti ormai assorbiti in altri partiti, come la dc, l'alleanza di centro di Pionati,l'udeur di Mastella?
E' d'obbligo, per il parlamentare dichiarare alla Camera la provenienza dei finanziamenti ricevuti, però le fondazioni non vengono controllate da nessun organo.
Credo sia giusto che, ogni socio del partito, dal candidato al semplice partecipante, versi una quota all'associazione, in base ad un'aliquota adeguata e graduata e venga resa obbligatoria.
Così come, viene chiesta da ogni associazione o impresa ai propri soci!
Il patrimonio mobile ed immobile, che si va ad accumulare dev'essere, periodicamente, aggiornato, pubblicato e controllato dalla Corte dei Conti o ente preposto.
Non è giusto, che i finanziamenti pubblici vadano, da legislatura in legislatura,a rimborsare i partiti, in base ad un potenziale numero di elettori, almeno (se proprio), al numero effettivo di votanti.
Nel bilancio del 2010 del PD, ci sono proventi di circa 58 mld e oneri di circa 98 mld ed un patrimonio pari a 126 mld, con un disavanzo di circa 43 milioni.
Nello stesso anno, il bilancio del PDL si presenta con proventi di circa 47 milioni e oneri di 52 milioni e 800 mila euro con beni mobili di circa 350 milioni. Il suo disavanzo è di circa 6 milioni.
Si può ottenere, una sanzione che possa essere determinata in percentuale, in base al loro patrimonio attivo, come "rimborso" per la mancata accettazione della volontà popolare?
Se si, potrebbero andare a beneficio degli ammortizzatori sociali, che esigono un rafforzamento ed un adeguamento alla futura riforma del lavoro,(compreso l'adeguamento degli stipendi dei deputati)?
Dopo, una bisognosa sanzione, si può anche discutere della natura giuridica dei partiti e del finanziamento pubblico-privato, per arrivare di nuovo ad un referendum (chissà, se questa volta, verrà accettato l'esito!).
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