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QT n. 4, aprile 2012 Monitor: Danza

Due spettacoli e un incontro

Danzare per educare

Foto di Stefano Manica.

Il binomio danza - educazione è stato al centro negli ultimi mesi di due importanti occasioni performative: la prima a Rovereto con la presentazione al pubblico de Il ballo del qua, interpretato da “I bambini” della Compagnia Abbondanza/Bertoni, e la seconda a Trento con Gare Centrale della compagnia Grenade, diretta da Josette Baïz.

Prima dello spettacolo quest’ultima, nome di punta della danza contemporanea francese, è intervenuta in un vivace dibattito sule potenzialità educative della danza, presentando alcune interessanti esperienze di lavoro con i bambini e interloquendo con Franca Zagatti del centro Mousikè di Bologna, che da più di vent’anni promuove l’uso della danza come risorsa per lo sviluppo armonico della persona, con particolare riguardo all’ambito scolastico. Il confronto ha messo in luce l’arretratezza della situazione italiana, paese in cui non esiste una vera cultura della danza - soprattutto a livello di riconoscimento istituzionale - e in cui la fruizione e la pratica di quest’arte sono appannaggio dell’élite culturale. L’esperienza della compagnia Grenade dimostra invece come in Francia sia stato portato avanti un processo di democratizzazione che permette a bambini di estrazione modesta di scegliere la danza come mezzo di crescita personale, integrazione culturale e riscossa sociale. A fronte di una formazione gratuita, anche i componenti più giovani della compagnia ricevono infatti uno stipendio, affiancato dalla creazione di un fondo personale cui potranno attingere una volta raggiunta la maggiore età. La forza e l’originalità del progetto di Josette Ba?z sta nell’apertura mentale e stilistica di questa coreografa, nonché nella fiducia che ripone nei suoi interpreti, lasciati liberi a qualsiasi età di intervenire nel processo creativo (non capita spesso infatti di leggere sul programma di sala “coreografia in collaborazione coi danzatori”!). Dalla convinzione che l’artisticità del movimento non appartenga solo agli adulti nasce anche il progetto “I bambini” della Compagnia Abbondanza/Bertoni, risultato di una vera e propria “Scuola d’Azione”: rigorosa palestra di ricerca sulle potenzialità espressive del movimento, contaminata dalla libertà e dalla spensieratezza che solo il gesto bambino può incarnare. E sono proprio i sette giovani interpreti, con la loro voglia di giocare, rincorrersi, rotolare, i protagonisti di questa coinvolgente esperienza che li ha portati, alla fine di un lungo percorso, a esibirsi da soli davanti agli occhi esterrefatti di un nutrito pubblico di adulti. Emily, Federico, Francesco, Jacopo, Matilde, Naima,Tobia si sono trovati coinvolti in un gioco forse più grande di loro ma, in fondo, perfettamente alla loro portata. Stupisce infatti la padronanza scenica e la serietà di questi danzatori in erba, capaci di reggere la concentrazione e l’impegno richiesto dall’allestimento di una rappresentazione teatrale (niente a che fare col classico “saggio” di danza!), senza il minimo segno di cedimento.

Complimenti a loro, ma anche e soprattutto ai due eccezionali maestri/allievi, Michele Abbondanza e Antonella Bertoni, capaci di restituire al corpo dei bambini quella dignità artistica e umana oggi negata dalla maggior parte dei contesti educativi, influenzati da un immaginario mediatico fatto di corpi sempre più stereotipati e perfetti.

Grazie all’esempio di questa e di altre ammirevoli iniziative, a livello locale qualcosa inizia però timidamente a cambiare: ne sono testimonianza i laboratori di danza educativa attivati ultimamente in alcune scuole e musei trentini, con grande adesione di bambini e genitori. La strada verso la riappropriazione di un’armonica fusione tra corpo e mente è ancora lunga ma, si spera, costellata di esperimenti innovativi - e allo stesso tempo trasgressivi - come quello messo in atto dalla Compagnia Abbondanza/Bertoni, di cui teniamo a ricordare, seppur con un accenno, un altro spettacolo di forza dirompente come Le fumatrici di pecore. Messa in scena a Pergine all’ultima edizione di “Pergine Spettacolo Aperto” e da poco riallestita anche al Cuminetti di Trento, la performance mette al centro della scena l’intenso dialogo-artistico ed umano tra Antonella Bertoni e Patrizia Birolo, “portatrice sana di una diversa abilità” come recita l’arguta definizione di Michele Abbondanza, a dimostrazione che ogni corpo, anche il più martoriato dalla vita, può avere tanto da raccontare.

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