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Decisionismo a scoppio ritardato

Gli effetti sconvolgenti dello scandalo Sel

Maximilian Rainer

L’opinione pubblica sudtirolese è stordita dalle quotidiane rivelazioni che stanno configurando una vera e propria tangentopoli e sconvolgono un consolidato sistema di potere. I segreti, a lungo ben conservati anche di fronte alle legittime richieste dei rappresentanti delle opposizioni, non sono più tali, e si viene a sapere che alti funzionari pubblici non hanno sempre fatto l’interesse dei contribuenti. E si capisce anche che la giunta provinciale non ha saputo o voluto controllare.

Il Tageszeitung aveva già in mano il contratto “da far rizzare i capelli in testa” (parole di Durnwalder) dell’ex direttore di Sel, Maximilian Rainer, plurindagato per l’affaire Sel, e il presidente Klaus Stocker ancora mentiva in un’intervista, dichiarando che il guadagni “extra” del direttore sarebbero stati “solo” di 30-40 mila euro. Stocker aveva ricevuto una delega in bianco dal consiglio d’amministrazione per stipulare questo contratto. La pubblica opinione era già scossa dalla notizia che a Rainer è stato riconosciuta l’indennità di disoccupazione. Il patronato Cisl, imbarazzato, non voleva mandare avanti la pratica, ma lui ha fatto pressioni. Come una mazzata sull’orgoglio sudtirolese, basato sulla convinzione di diversità morale, è arrivata la pubblicazione del contratto. Un colpo di bravura del piccolo giornale. La partecipazione dell’ex direttore di Sel risulta di ben 512.000 euro, un bonus che si aggiunge allo stipendio di oltre 200.000. Il garantista Arnold Tribus ha tuonato dalle colonne del suo giornale, interpretando l’indignazione generale e invocando trasparenza per questa e per tutte le società pubbliche come condizione indispensabile al mantenimento (o alla riconquista) della credibilità dell’amministrazione altoatesina. Da un anno si fa una campagna a tappeto contro gli stipendi dei politici, che sono stati rappresentati come ladri e insaziabili, e ora ci accorgiamo che gli alti funzionari sono pagati come principi.

Durnwalder si è detto all’oscuro. Il giorno dopo si è fatto portare le carte e ha messo al lavoro i legali per bloccare il contratto. Un decisionismo a scoppio ritardato. Se non si vuole arrivare a sollevare accuse senza averne le prove, si deve pur dire che l’ignoranza in materia non depone a suo favore né di quello del resto della giunta. Molti si chiedono con timore quanti tagli alla scuola, alla sanità e all’assistenza ancora dovranno sopportare, e intanto ecco il denaro del contribuente sprecato in affari sbagliati. Sabato 24 novembre 500 insegnanti hanno protestato contro i tagli, italiani e tedeschi insieme, un segnale di risveglio di fronte a scelte che colpiscono l’istruzione e il sociale e favoriscono invece gli sprechi e gli investimenti inutili o dannosi, ignorando l’opinione pubblica.

Intanto, con l’ultimo articolo della finanziaria 2013, la giunta provinciale ha cancellato del tutto la legge che regola l’affidamento delle grandi concessioni idroelettriche. Una decisione che Dello Sbarba dei Verdi ha definito clamorosa, perché da un lato crea un vuoto legislativo, proprio da parte dell’ente titolare della competenza, dall’altro crea le condizioni per far valere anche in Alto Adige il decreto Monti che proroga tutte le grandi concessioni per 5 anni. Un regalo a Enel e Edison. Il comparto energetico esce devastato dalle vicende delle gare truccate e sottoscritte con condizioni penalizzanti per le gestioni di Sel e per le società dei Comuni. E si diffonde il timore delle richieste di danni da parte dei truffati.

“Questo è il retroscena profondo dello scandalo Sel: si è detto che si è agito nell’interesse del pubblico o della popolazione. Può essere, ma non esiste nessuna ragione speciale sudtirolese che giustifichi un agire illecito” ha commentato Cuno Tarfusser, già procuratore generale di Bolzano e ora vicepresidente del Tribunale Internazionale dell’Aja. Tarfusser ha ricordato le indagini da lui condotte insieme al collega Guido Rispoli negli anni ‘90, quando l’omertà etnica impediva le testimonianze. Tarfusser parla di “crollo del sistema sudtirolese”, di caduta del “fattore I”, dove “I” sta per Italia. Il mastice nazionalista non tiene più, i sudtirolesi non hanno più bisogno di difendersi dai “cattivi” italiani. La diga crollerà? Il timore è che il cambiamento porti al potere le destre nazionaliste e razziste.

Però, contro tutte le previsioni, alle elezioni comunali di Rasun-Anterselva di metà novembre, la capacità di scegliere volti nuovi ha dato alla Svp una netta vittoria (54 su 45% per il sindaco) e addirittura il 67% di voti al partito.

Dall’altra parte i politici non smettono la vecchia pratica di buttarla in nazionalismo. Durnwalder minaccia il ricorso all’Europa (?) contro l’impugnazione della legge (anticostituzionale) sulla toponomastica da parte del governo. E lui stesso e altri corrono in Austria a ri-chiedere protezione contro “il peggior governo italiano dopo Scelba”.

Il sistema di potere è come una pentola a pressione: lasciata sul fuoco troppo a lungo, rischia di esplodere: andranno in pezzi le parti vecchie e incrostate o salteranno anche i principi dell’autonomia e della convivenza? La legge sulla toponomastica, approvata in fretta per far contenta l’opposizione di destra tedesca, nega il principio del bilinguismo, ma soprattutto ignora le procedure previste dallo Statuto. Si è usata la prepotenza dei numeri e dell’egemonia, proprio quando la coesione fra gruppi linguistici è indispensabile a salvaguardare l’autonomia. Roland Riz e Silvius Magnago non avrebbero mai fatto un simile errore.