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QT n. 1, gennaio 2013 Trentagiorni

Il melograno disseccato

Roberta Corradini

Erant in quadam civitate... No, non è il “C’era una volta” iniziale della favola di Amore e Psiche ma la metamorfosi c’entra.

A S.Martino, alle porte di Arco, un anno e mezzo fa la trattoria “Il Melograno” iniziò la sua attività in un percorso di rispetto e adattamento all’ambiente, prevedendo menù a filiera trentina, alimenti biologici, alimenti provenienti da commercio equo e solidale, eliminando confezioni monodose, prodotti monouso, servendo acqua di rete o, se richiesta, in bottiglie esclusivamente di vetro, offrendo ai clienti la possibilità di portare a casa cibo e bevande avanzate e praticando il compostaggio.

Nel locale si utilizzano sistemi di illuminazione a rendimento energetico di classe A e, per le pulizie, prodotti di linee ecologiche attestate.

Fu il primo ristorante certificato con il marchio di qualità ambientale Ecoristorazione Trentino, un progetto di sostenibilità ambientale rivolto agli operatori del settore (ristoranti, risto-hotel, ristoranti-pizzerie e agriturismi).

Nonostante la riduzione dei rifiuti (e del peso sull’ambiente), la TIA Tariffa Igiene Ambientale fu calcolata sulla combinazione dell’attività svolta e della superficie occupata (circa 200 mq), come da Regolamento per l’applicazione della Tariffa per la gestione del ciclo dei rifiuti solidi urbani, entrato in vigore il 31 dicembre 2006. La tariffa applicata, formata da una parte fissa sommata a una parte variabile derivante dai costi sostenuti, nel 2011 era pari a 16,666 e ora a 17,034. Cioè, per 200 mq, 3.400 euro. Una sberla, per una nuova, piccola iniziativa, che già molto aveva investito proprio sulla correttezza ambientale.

Eppure, secondo il suddetto Regolamento, la parte variabile della tariffa può essere ridotta fino al 70% “in caso di utenze non domestiche, in relazione alle quantità di rifiuti assimilati che si dimostri di aver avviato al recupero mediante specifica attestazione rilasciata dal soggetto che effettua l’attività di recupero degli stessi”. Invece, di fronte alla segnalazione di incongruenza tra l’eco-marchio ottenuto dalla trattoria e la tariffa applicata, l’Ente gestore non ha ricalcolato il prezzo del servizio.

La trattoria “Il Melograno” voleva promuovere una ristorazione consapevole e biologica e creare uno spazio di aggregazione, un luogo di ritrovo di associazioni, di aperitivi letterari, di presentazione dei produttori locali con cene a tema, insomma un posto dove far circolare idee e buon cibo. Cultura e culinaria.

All’inizio dell’attività, la domanda di sostegno al progetto fatta alla Provincia di Trento non fu accolta, perché la metamorfosi fu considerata un semplice subentro alla precedente attività di ristorazione (cessata tre anni prima) e non un nuovo progetto (è questo il rifiuto che mantiene alta la TIA?!).

Solo di recente, troppo tardi, il Comune di Arco ha prestato attenzione a questo “fiore all’occhiello” dell’Altogarda che ora si è seccato. In una società che si è avvezzata, si è avvizzito.

Dopo questa guerra Punica granatum (così in latino il melograno), con un sistema che crea rovine e che sparge il sale sulle possibilità, impedendo il fiorire di nuove culture, la eco-trattoria è stata costretta a chiudere la propria attività e al suo posto sarà aperta una pizzeria.

Attendiamo con fiducia una metamorfosi delle politiche, perché le aziende con un approccio attento ai concetti di “ambiente” e “sostenibilità” vanno sostenute, non danneggiate. Nel nostro interesse.

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