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QT n. 5, maggio 2014 Trentagiorni

Come si demoliscono i servizi a tutela dell’ambiente

Nei giorni scorsi la Provincia ha organizzato a Vezzano una intensa giornata sul valore della partecipazione nelle scelte politiche, specie sui temi ambientali. Al di là delle parole i comportamenti di piazza Dante rimangono segnati dalla incoerenza, la partecipazione si cerca di evitarla. Si sta demolendo, un provvedimento dopo l’altro, la struttura legislativa e strutturale della Provincia in difesa dell’ambiente.

Il lavoro di Walter Micheli viene umiliato. Ai cacciatori è stata assegnata la gestione della vigilanza e dei censimenti della fauna selvatica, bene comune (e il conflitto di interessi?). Possono ormai scorrazzare su tutte le strade forestali, nonostante sia viabilità priva di collaudo. Un insieme di leggi di delegificazione e semplificazione amministrativa avviati nell’era Dellai, hanno fatto a pezzi i controlli sul vincolo idrogeologico, sulle bonifiche, sui cambi di coltura, sull’urbanistica, sui centri storici, sulla VIA.

È notizia di questi giorni che i parchi provinciali saranno privati dei guardiaparco e 15 dipendenti che costruiscono sul territorio l’impronta più evidente di un parco, saranno trasferiti nel Servizio Foreste come forestali o formatori scolastici. Con la scusa della “spending review” si cancellano servizi strategici nella gestione del territorio, attraverso accorpamenti e cancellazione di specificità. Sparisce così il settore gestione ambientale accorpato nel generico e discusso APPA.

Il Servizio conservazione della natura e valorizzazione ambientale viene annacquato nel Servizio per il sostegno occupazionale e valorizzazione ambientale. Nel nuovo Servizio sviluppo sostenibile e aree protette confluiscono altri ruoli dirigenziali della Provincia e si istituisce il Servizio sviluppo rurale. I termini usati nel definire i nuovi servizi sono espliciti: si devono far sparire dall’organigramma della Provincia parole scomode come biotopi, conservazione, ambiente, e sostituirli con i più moderni e tecnici “sostenibile, occupazione, valorizzazione”.

E a proposito di partecipazione si prosegue, in circoli sempre più chiusi, all’azione di smembramento del parco dello Stelvio. Nessuno conosce una riga di cosa viene scritto nei piani di gestione della Fondazione Dolomiti UNESCO, o di documenti che nelle Comunità di valle definiscono il futuro delle aree sciabili di Campiglio e della Marmolada.

La coerenza non è mai stata un punto di forza della nostra Provincia. Né con Dellai, e a quanto sembra nemmeno con il nuovo governatore, Ugo Rossi.