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QT n. 6, giugno 2016 Trentagiorni

PRG e autostazione: arriva Benko!

Nei numeri scorsi (vedi “I soldi sono pochi: sprechiamoli!” su QT di aprile) avevamo espresso tutto il nostro sconcerto di fronte all’ipotesi di spostare la stazione delle corriere di Trento al piazzale ex-Sit per dar vita a un supposto “centro intermodale”: si spendeva una carrettata di milioni per peggiorare l’intermodalità oggi esistente, separando gli autobus extraurbani e il terminal della metropolitana dalla ferrovia. Una cosa senza senso, figlia solo dell’era Dellai del buttare via soldi in sempre nuove costruzioni.

Ora invece un senso pare che ci sia. Ma andiamo di male in peggio.

Sulla stampa appare un’indiscrezione: il sindaco Andreatta si è incontrato con l’imprenditore austriaco René Benko, quello che ha terremotato Bolzano col progetto di un maxi centro commerciale a ridosso del centro storico, alla fine approvato dopo un referendum. Andreatta nega “Mai avuto un contatto con Benko”.

Poi è L’Adige a indagare e salta fuori la verità: il sindaco non ha visto Benko in persona, ma il suo plenipotenziario Hans Peter Hager, con cui si è incontrato a Bolzano. Andreatta deve ammettere: “Ero incuriosito dal progetto di riqualificazione proposto da Benko per la zona stazione, nel cuore di Bolzano”.

Ecco quindi come stanno le cose: col maxi-imprenditore austriaco si sta trattando per aprire un centro commerciale nell’attuale area dell’autostazione.

La cosa sconcerta anche i piani bassi del PD (il presidente della circoscrizione Geat e il segretario PD Redolfi) e ce n’è ben donde: si verrebbe a vanificare l’unico aspetto positivo dello strampalato spostamento dell’autostazione, la valorizzazione dell’adiacente pregevole basilica di San Lorenzo con un ampliamento dei giardini di Piazza Dante; costruendovi a fianco il maxi centro commerciale, la basilica la si umilia definitivamente. Oltre naturalmente a tutte le altre controindicazioni: soldi buttati via e sparpagliamento dei terminal dei trasporti.

Si aggiungerebbe poi un altro grave aspetto critico: il centro commerciale a ridosso del centro storico attirerebbe traffico e costituirebbe un discutibile concorrente ai negozi del centro.

Il punto vero è che le funzioni urbane vanno pianificate, non sparpagliate per la città inseguendo questo o quell’affarista.

E qui allora si chiude il cerchio: si proclama l’inutilità della pianificazione e al contrario la priorità dei singoli progetti, si tengono alla larga gli urbanisti con spina dorsale, si terremotano trasporti ed attività commerciali pur di tessere rapporti con affaristi internazionali (che magari una sponda con gli speculatori locali la trovano).