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Sanità: a proposito di sprechi

Stefano Moncher

Un piccolo episodio familiare ci ha posto di fronte a un quesito interessante. Una persona in famiglia ha subito un intervento ortopedico, riuscito perfettamente, ma che ha richiesto un successivo periodo di riabilitazione di due settimane in casa di cura riabilitativa. Siccome abitiamo in Valsugana, ci sembrava logico usufruire di Villa Rosa a Pergine, con minor disagio per i familiari e per lo stesso paziente, che avrebbe goduto più facilmente dell’assistenza dei parenti. Invece ci viene comunicato che la destinazione è l’Eremo di Arco.

Tentiamo, prima blandamente, poi con maggior insistenza di capire se è possibile cambiare destinazione. Ci muoviamo, arriviamo a interpellare direttamente Villa Rosa. Alla fine riusciamo a ottenere il ricovero a Pergine. La struttura è una gradevole sorpresa, bella, ben organizzata, moderna. L’altra sorpresa è però che non è assolutamente satura come ci aspettavamo, e qui non capiamo più bene la situazione.

Perché mandare il nostro parente ad Arco, quando vi erano posti disponibili a Pergine? A parte gli aspetti logistici, l’Eremo è una struttura privata, mentre Villa Rosa è dell’APSS. Non è logico saturare prima le strutture interne? Il ricovero ad Arco non era diseconomico? Chi può rispondere a queste domande?

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