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QT n. 9, settembre 2019 Trentagiorni

Bravo Fugatti?

La posizione del nuovo governatore sulla banca Mediocredito segnerebbe una discontinuità rispetto alle giunte precedenti

Mediocredito è una banca storica della regione, in maggioranza di proprietà dell’ente pubblico, finalizzata al sostegno delle imprese, compito che ha molto ben sostenuto nel secolo scorso. Nel 2003, in clima dellaiano, la gestione della banca fu di fatto delegata, attraverso patti parasociali, alla Cooperazione. La quale, per non creare concorrenza al sistema delle Casse Rurali, proiettò Mediocredito in operazioni fuori regione, con profitto scarso o negativo. Succeduto a Lorenzo Dellai Ugo Rossi, si pensa di cedere la maggioranza di Mediocredito alla Cooperazione, naturalmente allo scopo di “rafforzare la vocazione territoriale di Mediocredito a supporto delle politiche pubbliche di sostegno all’economia locale”, sosteneva Rossi.

Noi ci siamo permessi di dubitare (Questotrentino del maggio 2015: “Il Mediocredito alle Coop: nonostante tutto”). Ci è sembrata la solita commistione tra interessi politici e clientelari, che tanto male fanno alla nostra economia.

Ora la situazione è ancora più chiara. Oggi le Casse Rurali fanno parte della holding nazionale raggruppata attorno a Cassa Centrale Banca. Che ha grande slancio, si è proiettata sulla ribalta nazionale con l’acquisizione in corso della Cassa di Risparmio di Genova. Un’operazione probabilmente di grande significato industriale, ma che fatalmente allontana il sistema cooperativo dal territorio trentino, come paventa, in un intervento sull’Adige del 7 agosto, lo stesso presidente della Confindustria trentina Fausto Manzana.

In questo quadro, che senso ha la rinuncia degli enti pubblici a Mediocredito, che potrebbe invece rimanere l’ultima e unica banca saldamente ancorata al territorio?

Questo interrogativo se lo pone l’ex ministro Riccardo Fraccaro (oggi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio), da tempo critico nei confronti del paventato distacco delle Rurali dal territorio.

E se lo pone anche il presidente della Provincia Maurizio Fugatti: “Non siamo sordi a quanto ci dicono le categorie economiche sul credito”.

Ecco, questo sarebbe un tema su cui il presidente Fugatti segnerebbe una discontinuità – finalmente positiva – rispetto alle giunte precedenti.