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Treni veloci e diligenze

La ferrovia della Valsugana sembra tornare indietro invece che andare verso il futuro

Luigi Francesco Traverso

Leggo da qualche giorno di passi avanti verso il futuro per la ferrovia a Trento. Da anni leggo anche di altri passi avanti verso il futuro (se si va verso il futuro si può andare solo avanti) per il trasporto merci su ferrovia. Leggo anche che per andare verso il futuro bisogna ultimare l’autostrada Valdastico, già PiRuBi, opera talmente indispensabile che in circa cinquant’anni non è mai stata realizzata!

Ma veramente andare verso il futuro significa interrare la linea ferroviaria dove già una linea a doppio binario ed elettrificata esiste? Ho qualche perplessità. Io sono per andare verso il futuro, ma contestualmente sono anche per dare una priorità a ciò che si intende realizzare. Sono consapevole di contare meno di nulla, ma grazie a chi mi ospita voglio esternare il mio pensiero proprio in merito alla ferrovia.

Mi limito alla ferrovia della Valsugana verso Venezia lasciataci dagli Austriaci alla fine della prima guerra mondiale, a binario unico, e rimasta tale dopo oltre cento anni. A quei tempi ci saranno stati pochi tecnici e pochi tavoli, ma scelsero il tragitto più breve per raggiungere una città impareggiabile come Venezia. Da allora andando verso il futuro, la mutazione più importante è stata quella delle motrici dei treni passata da vapore a gasolio.

Pur essendo intervenuta una tecnologia rivoluzionaria, nessuno ha mai ritenuto opportuno pensare magari ad un raddoppio della linea, anzi ci sono stati momenti in cui qualcuno ha anche pensato di chiuderla! Pazienza.

Fino a qualche anno fa, si riusciva a raggiungere Venezia (circa 140 km) in circa tre ore e mezza, alla velocità media di 40 km all’ora, senza cambiare treno. Andando verso il futuro, mi sono trovato a dover percorrere gli stessi chilometri, cambiando treno a Bassano del Grappa ed a volte trovando il servizio sostitutivo di autobus con il quale gli orari di arrivo a Venezia diventavano approssimativi ed aleatori.

Da qualche tempo ho dovuto fare un’attenzione particolare su che treno prendere per andare a Venezia passando dalla Valsugana, perché i cambi fra treno, autobus e treno sono diventati due.

Bene, anzi male. Mi preoccupa molto questo andare verso il futuro.

Adesso si parla di elettrificazione della linea da Trento a Primolano e non vi è cenno su un indispensabile raddoppio della linea. L’elettrificazione fino a Primolano a binario unico, con i treni a 40 all’ora che si fermano per far passare altri convogli in altra direzione? Poi ancora diligenza verso Bassano e cambio di treno? Ma veramente la pianificazione verso il futuro porta a questi risultati?

Che strano, in fondovalle a Trento si inventa una galleria se non erro di 32 chilometri e a latere si prevede una galleria per una nuova linea; presumo che si dirami dalla Valsugana (a binario unico) verso Feltre. Sembra che ci sia una sorta di corsia preferenziale per le gallerie. Non riesco a capire.

Ma è possibile che nessuno pensi che avere Venezia ad un’ora di treno, sarebbe un’opportunità anche per il Trentino? Ma veramente le proiezioni verso il futuro vogliono accorciare le lunghe distanze e penalizzare le tratte brevi? Non capisco, ma sicuramente dovrò prenderne atto ed adeguarmi.

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