Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 1, gennaio 2020 Monitor: Arte

Garbari attendeva una mostra, ma non questa

Tullio Garbari. Primitivismo e modernità

Tullio Garbari, ?La Sibilla di Terlago

Chi abbia potuto visitare le mostre dedicate nel tempo all’arte di Tullio Garbari, pensiamo a quelle di palazzo delle Albere nel 1984 e del Museo Diocesano nel 2007, non può che rimanere sconcertato davanti al modo in cui ne è riproposta l’opera nella mostra ora ideata da Sgarbi (Palazzo delle Albere, fino al 23 febbraio).

Ciò che viene presentato come il ritorno della residenza madruzziana alla funzione di luogo per l’arte – sia pure in coabitazione forzata con il Muse – rivela soprattutto l’urgenza di presidiare uno spazio (una sala del secondo piano) con un nome di massimo prestigio, non la cura di un percorso pensato per aggiungere ulteriori stimoli a quanto è stato proposto in passato sul medesimo autore.

Si tratta di circa venticinque opere provenienti dalle collezioni del Mart, la maggior parte, quelle di piccolo formato, relative agli anni a ridosso della Grande Guerra, le altre eseguite intorno al 1930, quando Garbari, dalla scena domestica e rurale trasfigurata in chiave mitica, orientò la sua ricerca verso una personalissima interpretazione del sacro. La sua pittura è tutt’altro che naif, a dispetto di un’apparente semplificazione del linguaggio, e la religiosità popolare che egli evoca e trasfigura include narrazioni precedenti alla narrazione cristiana.

Ci si poteva aspettare che questi passaggi, e il più ampio contesto storico, culturale e pittorico in cui erano maturati, venissero spiegati o almeno accennati al di là della succinta pagina introduttiva. Niente, quello è l’unico testo che accompagna la mostra, non è stato pensato e prodotto un catalogo, un umile pieghevole, delle indicazioni di contesto o dei cenni di analisi distribuiti nel percorso.

Le mostre precedenti su Garbari, sopra citate, erano il frutto di un lungo e paziente lavoro di reperimento di opere al di là delle collezioni del museo, e di studio delle medesime.

Per avere un’idea anche solo quantitativa, la mostra del 1984 presentava circa 140 opere (quella del 2007 circa 170). Più di due terzi proveniva da altre collezioni. Si può benissimo produrre un’eccellente proposta espositiva anche con un numero limitato di opere (lo si è visto recentemente in talune mostre del Buonconsiglio), ma è ben difficile farlo senza confronti, integrazioni, e impossibile se si dà per scontato che il visitatore abbia già letto quelle pagine di storia dell’arte. D’altra parte, nelle fasi fondative del Mart, era apparso subito chiaro che il patrimonio notevole e in crescita ma inevitabilmente limitato del museo non potesse da solo garantirne i programmi, e richiedesse un forte investimento in ricerca e in collaborazioni intermuseali, non solo per lo scambio di opere o intere mostre, ma per la coproduzione di studi e percorsi espositivi.

In questa ottica sarebbe stato possibile, prendendosi il tempo e i mezzi, e per non replicare le mostre precedenti, inserire la ricerca di Garbari (giusto per fare un’ipotesi) nel quadro più ampio delle tendenze primitiviste europee (pensiamo al Doganiere, a Picasso, tra gli altri; ma si può retrocedere ai Nabis, che furono tra i riferimenti di Garbari ai tempi della sua partecipazione con Gino Rossi al gruppo di Ca’ Pesaro a Venezia), così come era possibile, a circa cento anni dal primo gruppo di opere qui esposte, cioè dalla Grande Guerra, fare una riflessione su quel passaggio traumatico per l’ambiente culturale trentino al quale il nostro autore partecipava anche con gli scritti, facendo tesoro delle osservazioni contenute nel bel saggio che la nipote dell’artista, Maria, storica di vaglia, recentemente scomparsa, aveva scritto per la mostra del 1984.

Di questi o di altri contributi utili alla lettura di Garbari non c’è traccia, nella mostra di Sgarbi.

Parole chiave:

Articoli attinenti

In altri numeri:
Sgarbi al Mart, una scelta disperata

Commenti (0)

Nessun commento.

Scrivi un commento

L'indirizzo e-mail non sarà pubblicato. Gli utenti registrati non devono inserire altre verifiche e possono modificare il proprio commento dopo averlo inserito.

Riporta il codice di 5 lettere minuscole scritto nell'immagine. Puoi generare un nuovo codice cliccando qui .

Attenzione: Questotrentino si riserva la facoltà di cancellare commenti inopportuni.