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Per un nuovo parco naturale

Un progetto locale propone l’inserimento dei terrazzamenti della Valle di Gresta nel “Registro nazionale dei paesaggi rurali storici”

Francesco Borzaga

Il comitato “Terre di Gresta”, associazione nata nel 2018 con il programma di realizzare un progetto locale di valorizzazione e promozione del paesaggio, propone l’inserimento dei terrazzamenti della vallata nel “Registro nazionale dei paesaggi rurali storici”. Come dice la dott.sa Anna Viganò, architetta urbanista e referente per la partecipazione dei cittadini, “dall’iscrizione al Registro la prima opportunità che deriva è il diventare parte di una rete, trovarsi all’interno di un sistema di promozione turistica, accademica e di ricerca”.

Mi sembra difficile non convenire con questo progetto, al quale auguro il miglior successo possibile. Allo stesso tempo mi chiedo se la realizzazione di una rete quale quella proposta, la creazione di un sistema di promozione turistica, accademica e di ricerca, non possa essere realizzata in sede provinciale, con riferimento non solo alla piccola Val di Gresta e ai suoi terrazzamenti, ma in un ambito e con un respiro più vasti.

Mi riferisco al gruppo montano Stivo-Monte Bondone, di cui fa parte la Val di Gresta e che nel suo insieme presenta una quantità di motivi di interesse, negli ambiti floro-faunistico e geologico, nonché artistico e storico.

Accanto ai terrazzamenti della Val di Gresta stanno nell’ambito dei paesaggi rurali storici i boschi di castagno di Drena e gli oliveti a S. Martino, in quel di Arco. Ci sono le splendide praterie delle Viote, ma pure la fioritura di iris selvatici e di peonie, le orchidee selvatiche del Bosco Caproni e ancora le straordinarie marocche di Dro, le marmitte dei giganti, le tracce glaciali un poco ovunque, Castel Madruzzo, il castello di Drena, Lagolo, Cei, il lago di Loppio, le antiche vie di comunicazione.

Si tratta veramente di un immenso patrimonio, che aspetta solo chi lo faccia conoscere nel suo complesso.

Non da oggi mi sforzo di richiamare l’attenzione dei nostri politici e amministratori sull’opportunità di una promozione unitaria del gruppo Stivo-Monte Bondone, sulla possibilità di farne veramente un motivo di richiamo e un esempio per tutto il turismo trentino. Fino ad oggi manca perfino una guida degna di questo nome, una pubblicazione illustrativa che ne faccia conoscere gli ambienti, i paesaggi, i percorsi.

Mi chiedo se un parco naturale possa essere un valido strumento di di promozione. Quelli fin qui realizzati penso abbiano dato complessivamente buona prova. Nell’ambito di un parco naturale possono incontrarsi e discutere i rappresentanti del territorio, superando l’angusto ambito localistico.

Non si tratta di dare vita ad un nuovo carrozzone burocratico, ma di concepire un progetto comune, di dare appunto vita ad un sistema di promozione “turistica, accademica e di ricerca”.

Il nuovo parco naturale verrebbe a congiungere il lago di Garda con Trento e la valle dell’Adige, potrebbe dare un grande impulso ad un turismo diverso e più sostenibile.

Non vorrebbe la Provincia, non vorrebbero i Comuni interessati valutare un poco questa proposta?

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