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Bufale provinciali

Quando la xenofobia obnubila il cervello

Qui non parleremo di vere e proprie fake news, un’espressione che ci sembra descrivere le grandi falsificazioni di dimensione mondiale, dai “Protocolli dei savi di Sion” all’inoculazione di microchip tramite le vaccinazioni; queste sono pure invenzioni dettate da perfidi intenti, eventi che nulla hanno di reale. Le nostre bufale provinciali, aventi lo scopo di allarmare i cittadini sul tema dell’immigrazione, nascono da fatterelli di cronaca locale più o meno efficacemente stravolti per ottenere lo scopo desiderato.

Basta una chiacchiera, un “si dice”, e l’urgenza di sfruttare politicamente la presunta notizia induce lo xenofobo di turno a strillare senza indugio la propria indignazione, prima di aver verificato la realtà dei fatti.

La proposta (parliamo di vent’anni fa) di creare nel cimitero di Trento uno spazio per i cittadini di religione islamica fu un tema propizio per diverse di queste bufale; a volte uscendo dall’argomento in questione allo scopo di screditare quella religione, come l’affermazione di una lettrice dell’Alto Adige: “Come è noto, la legge islamica impone che alle bambine venga praticata l’infibulazione”. Al che commentavamo: “Con la stessa logica potremmo così argomentare: i maccheroni sono un prodotto tipicamente italiano, l’Italia è in maggioranza cattolica, ergo i maccheroni sono un frutto significativo del cattolicesimo. Anzi no, una differenza c’è, perché l’infibulazione (che nulla ha a che vedere con precetti religiosi) viene praticata anche da popolazioni cristiane dell’Africa”.

Ma entrando nel merito, ecco che l’onorevole leghista Rolando Fontan motivava la sua opposizione col fatto che gli islamici “non seppelliscono i morti nelle casse”.

Purtroppo per Fontan, - chiarivamo - in base alla convenzione stipulata fra il Comune e la Comunità Islamica, anche i defunti musulmani dovranno essere sepolti dentro una cassa. Il giornalista lo fa notare all’onorevole, che se la cava con un disinvolto ‘Ah, non lo sapevo’”.

A sua volta, il forzista Giorgio Manuali si chiedeva indignato: “Perché le tombe dei nostri cittadini sono lasciate al cimitero solo per un numero definito di anni mentre le sepolture islamiche restano per l’eternità?”. E anche qui la risposta stava nella convenzione, dove la Comunità Islamica si uniformava alle nostre regole.

Una lettrice dell’Adige aveva preoccupazioni di altro tipo: “Ogni giorno si svolge un funerale cristiano, e noi parenti nello stesso momento dovremmo forse assistere ad uno musulmano? È forse per senso di civiltà che dovremmo pregare Allah?”. Qui la bufala – di altra natura - arriva subito dopo, quando la signora lamenta il mancato intervento del vescovo di Trento: “Sono rimasta stupita che mons. Sartori (all’epoca morto da due anni, n.d.r.) non si sia pronunciato in merito”.

Uno dei tòpoi dell’intolleranza è la minaccia sanitaria di cui sarebbero portatori i migranti. Nel 2003 Boso e Divina si dicono preoccupati per la situazione alle elementari di Gardolo, dove alcuni piccoli rom avrebbero diffuso un’infezione della pelle. La dirigente scolastica ribatte: “Casi di impetigine? Ce n’è stato uno lo scorso anno, ma il bambino era italiano. In arrivo vaccinazioni di massa? Non risulta. Alunni Rom? Non ce ne sono”.

Tutto smentito, ma cosa conta? “Il punto è che per avere visibilità sui giornali bisogna spararle ogni giorno più grosse; con la fondata speranza che qualunque delirio contro i diversi troverà un consenso sufficiente a giustificare l’operazione. Anche in questo caso, infatti, Boso (che ci è) e Divina (che ci fa?) riscuotono una certa approvazione fra i genitori della scuola, ma basta ascoltare le argomentazioni di costoro per comprendere la devastazione compiuta da questo modo di fare politica. E così, luridi concetti fino a poco fa tabù come l’apartheid sono stati felicemente sdoganati. Qualche esempio: ‘Separare le classi mi sembra una buona idea: gli zingari hanno la loro religione, una cultura diversa’. ‘Con i bambini stranieri in classe non si sa a cosa si va incontro. Adesso c’è anche questa nuova malattia, la Sars, di cui abbiamo paura. Almeno si modernizzassero’. ‘Solo i Rom? Secondo me i marocchini sono molto peggio’”. E concludevamo: “Visto che l’apartheid non è più un tabù, bisognerebbe applicarlo anche al contesto istituzionale, con la creazione di un Consiglio provinciale parallelo, una specie di sfogatoio riservato agli esponenti politici sostenitori di idee balzane, che altrimenti inquinano la politica e fanno perdere tempo con proposte velleitarie, risibili o puramente provocatorie. In questo Consiglio di serie B i leghisti non sarebbero soli, ma certo deterrebbero una solida maggioranza”.

Altro classico è l’invasione culturale, con conseguente perdita delle nostre radici cristiane. Siamo nel 2006, in un asilo di Sabbionara d’Avio e il tema del contendere è il fatto che alla mensa della scuola, prima del pasto, i quattro bambini arabi, anziché “buon appetito”, dicono “bisbillè” (“il Signore ci accompagni”), parola “accompagnata con un gesto della mano in segno di bacio verso il cielo”.

Maurizio Fugatti e altri leghisti manifestano davanti all’asilo Arcobaleno di Rovereto in difesa del dondolo-maialino

Cosa succede? “Probabilmente alcuni bambini, colpiti da questa ‘stranezza’ ripetono a casa la parola, e in alcuni genitori sorge il timore che i loro figli possano subire un indottrinamento forzato all’Islam, e si rivolgono ai consiglieri comunali di Alleanza Nazionale che presentano un’allarmata interrogazione. Non serve a nulla che dalla scuola mandino a dire che ‘bisbillè’ è un augurio e non una preghiera; che i genitori fossero stati avvertiti della cosa durante un’assemblea all’inizio dell’anno; che lo stesso parroco dica che questo modo di fare rientra in una pratica di educazione alla reciproca tolleranza. I due difensori della cristianità sono indignati: ‘Si insegna una sorta di saluto al sole seguita da una litania, crediamo araba, accompagnata da una gestualità che richiama la religione musulmana. Si è cominciato col togliere i crocefissi dalle aule scolastiche, e si è proseguito col non presentare il presepe nelle scuole per non offendere la suscettibilità islamica, ora si prosegue col sostituire al Padre nostro una preghiera che celebra l’Islam. Ora non basta più professare la laicità delle istituzioni, ora bisogna professare altre religioni’”.

Uno dei due consiglieri di AN si spinge oltre: “Bene farebbero i docenti ad insegnare ai bambini non solo le preghiere in italiano, ma anche ad augurare buon appetito in dialetto per rispetto delle tradizioni”. E conclude perentoriamente: “In nessuna scuola deve essere permesso l’uso dell’arabo”.

Già, anche la lingua italiana è in pericolo. Siamo nel 2015 e all’attuale governatore Fugatti risulta che a partire dall’anno dopo, alle scuole medie “Damiano Chiesa” di Riva sarà introdotto l’arabo come terza lingua. “Una notizia allarmante – ironizzavamo - che merita dunque un’interrogazione in Consiglio. L’idea è effettivamente audace, anche se, pensando al futuro di questi ragazzi, è indubbio che la presenza in un curriculum della conoscenza dell’arabo o del cinese rappresenterebbe un notevole vantaggio”. Dicevamo all’inizio che queste bufale provinciali nascono sempre da qualcosa di vero, ma qui il collegamento alla realtà è decisamente lontano. All’interno della scuola in questione si arrovellano: com’è potuta nascere questa fanfaluca? E finalmente qualcuno si dà una spiegazione: nel corso di una riunione, “un’insegnante ha fatto presente la possibilità di valutare che avvisi e comunicazioni fossero predisposti anche in altre lingue, in base alle etnie presenti nella scuola e forse chi ha passato l’informazione al consigliere probabilmente non ha capito nemmeno di cosa stavamo parlando’. Insomma, un granchio colossale”.

Come si vede, i bambini sono fra gli obiettivi preferiti dei complotti islamico-buonisti, che si attuano con le iniziative più imprevedibili. Risale a pochi anni fa la vicenda di un dondolo a forma di maialino, installato in un asilo di Rovereto, in procinto di essere rimosso - si sussurrava - su pressione di alcuni genitori musulmani. Immediata l’indignazione del consigliere provinciale leghista Claudio Civettini: “Le autorità privano i bimbi trentini di un gioco candido e puro, per integrarli al credo di altre religioni che a casa loro hanno il diritto di gestire, ma che in terra trentina, è un’indicazione ridicola”. Segue a ruota Maurizio Fugatti: “Quale sarà il prossimo passo nell’asilo di via Saibanti? Magari vorranno convertire i nostri figli all’Islam?” E interviene perfino Capitan Salvini: “Non ti piace la giostra col maialino? Torna al tuo paese!

La notizia, semplicemente, era falsa: “Le maestre avevano temuto che quel dondolo fosse troppo grande e forse pericoloso per i bambini più piccoli, sicché si era pensato di rimuoverlo. Ma dopo una verifica operata dagli uffici comunali, l’allarme è rientrato e il maialino è rimasto. Sia l’assessora comunale all’Istruzione Cristina Azzolini, sia le maestre dell’asilo smentiscono che vi siano state pressioni di parte musulmana”.

Ma il maiale in salsa islamica è troppo appetitoso e anche dopo la smentita qualcuno insiste scrivendo all’Adige: “Agli amministratori locali vorrei ricordare che siamo in casa nostra ed andando di questo passo saremo costretti a modificare le nostre abitudini, cambiare religione e vestirci con abbigliamento islamico”.

Sia come sia: che il dondolo-maialino rimanga o venga rimpiazzato, si sappia che Fugatti resta in allerta, in nome del “Prima il maiale”: “Se sostituite il maiale a dondolo per la sicurezza, il prossimo che mettete dovrà essere sempre un maiale”.

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