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QT n. 3, marzo 2022 Trentagiorni

Campo base per dove?

Superata davvero l'era Dellai? Vediamo nei contenuti...

Della nuova associazione politica Campo Base, abbiamo parlato nel numero di dicembre. Grande padrino Lorenzo Dellai, sembra l’ennesimo contenitore inventato dall’inesauribile ex presidente per riproporsi sulla scena politica, e a lui si erano prontamente associati vecchi arnesi dell’establishment doroteo, alcuni dignitosi come Paolo Piccoli, altri ingombranti come Silvano Grisenti o preoccupanti come il vetusto presidente delle Cooperative Diego Schelfi, ultimamente longa manus in Trentino del chiacchieratissimo imprenditore austriaco René Benko. “A volte ritornano”, titolavamo il servizio, riecheggiando il titolo di un noto racconto e film horror. Avevamo intervistato anche il sindaco di Rovereto Francesco Valduga, anch’egli della partita, che si era dimostrato seccato dallo sgomitare mediatico di questa obsoleta vecchia guardia, e ci aveva invitato a non valutare il progetto sulla scorta di questi nomi.

Nei giorni scorsi Campo Base è stato presentato ufficialmente. Coordinatore è Michael Rech, 34 anni, sindaco di Folgaria, che nella presentazione ha spiegato motivazioni e valori della nuova formazione, con tante bellissime parole, tutte assolutamente condivisibili. Però...

Però, Rech, Campo Base si iscrive, pur senza riferimenti partitici, all’interno della cultura politica di un largo centrosinistra autonomista. Ora, alle ultime elezioni, i partiti che la rappresentano, dopo venti anni di governo sono stati sonoramente battuti, gli elettori hanno detto “basta”. Dove si era sbagliato?

Si è sbagliata anche la tattica, ci si è presentati divisi...

… alla maggioranza non si arrivava neanche sommando i voti delle varie formazioni.

La divisione non porta mai voti, la frammentazione favorisce l’avversario. Poi va detto che nel 2018 c’era un vento forte nazionale che spingeva la Lega e le destre, e una repulsione della cittadinanza verso chi avesse esperienze politiche, sembrava che chi meno sapesse meglio potesse governare. Poi va fatta una seria autocritica...

Appunto...

Si è passati da un Dellai a un post Dellai (la presidenza di Alberto Pacher ndr) e infine a un ultimo mandato, con Rossi, più stanco. C’è stata difficoltà a leggere le richieste della popolazione. Noi non vogliamo rimescolare le carte e partire dalla situazione precedente il 2018 a prima delle elezioni vinte da Fugatti...

La soluzione è tornare indietro all’era Dellai?

La conferenza stampa di presentazione di Campo Base

Tutt’altro, stavo facendo una cronistoria. Campo Base non è un macchina che va all’indietro, né che guarda all’indietro, che va tolto dal tavolo; non a caso come coordinatore ci sono io, per esempio, che non provengo dal passato. Noi partiamo da quello che ci chiedono i giovani, gli amministratori. E questa idea la vorrei proporre anche alla coalizione, è sbagliato parlare di nuovo centrosinistra, ma di nuova alleanza.

Allora vediamo alcuni punti dell’azione di governo. Dell’era Dellai l’errore oggi forse più evidente è stata la subordinazione alla politica della dirigenza provinciale, che ha perso via via autonomia e autorevolezza, fino all’attuale totale asservimento con Fugatti. Lei concorda?

Nella mia esperienza di amministratore, nella struttura ho trovato molta qualità. Poi direi che c’è bisogno di una dirigenza di alto profilo, che sappia controbilanciare alcune tendenze della politica, è giusto. Così sul concerto di Vasco Rossi, il conflitto tra dirigente della Polizia amministrativa e presidente della Giunta è molto grave, se fosse vero che il dirigente è stato spinto dalla politica a non manifestare le sue perplessità. La nostra Provincia è un piccolo stato ed ha bisogno di una dirigenza di altissimo profilo, su cui bisogna investire.

Le persone di altissimo profilo non puoi comandarle a bacchetta, le devi rispettare, altrimenti se ne vanno, anzi neanche vengono da te...

Certo, c’è poi una questione di retribuzioni e di sistema – regole e contratti - che sono ok per l’alta dirigenza, meno per i gradi intermedi: non c’è paragone di status tra un ingegnere che lavora nel pubblico e uno come libero professionista.

Altro punto critico risulta l’ambiente. E non mi riferisco solo alle associazioni ambientaliste, snobbate da Dellai, Pacher, Rossi, per non parlare di Fugatti; ma del tema del tipo di turismo, del clima, dell’energia verde. Abbiamo sentito solo parole.

Su questo parto dai lupi: anche a Folgaria abbiamo avuto degli avvistamenti, ma quando si parla di grandi carnivori, non si può parlare con il primo che passa, ma con i professionisti, che ci dicono che negli ultimi 150 anni non c’è stato alcun attacco, sono più pericolosi i caprioli che attraversano la strada. Oggi l’ambientalismo è un must per la popolazione, la maggioranza di noi nei suoi comportamenti quotidiani tiene conto delle esigenze ambientali, per cui quei punti interni al nostro manifesto sono preliminari. L’ambientalismo deve essere prioritario, ma deve essere orientato a sviluppo e progresso, vedi l’attuale situazione del gas, negli ultimi anni non si è fatto molto per accelerare la produzione verde. Oggi l’ambientalismo non è più prerogativa di associazioni estremiste, ma della gente, e la politica deve gestire questa. Poi le associazioni a volte veicolano posizioni anche estreme per me le esigenze dell’uomo devono essere ritenute superiori a quelle dell’animale.

Questa sua posizione verrebbe contestata, la contrapposizione tra l’uomo e l’animale...

Non voglio contrapporre, non è che l’uomo può fare quello che vuole dell’animale, dico che spetta all’uomo gestire responsabilmente il territorio.

Nella nostra prima presentazione di Campo Base vi abbiamo dedicato lo slogan “a volte essi ritornano” per le ingombranti presenze al vostro interno...

Dal mio punto di vista sarebbe sbagliato dire che alcune di queste persone non diano contributi al nostro progetto, quello che è importante che non siano - e non lo sono - partecipazioni in prima linea. Il bello sono le decine e decine di firmatari, amministratori che hanno aderito al nostro appello. Comunque l’esperienza non va demonizzata, però i portatori di esperienza devono avere chiaro che Campo Base guarda al futuro e che se il nuovismo di per sè sarebbe una iattura, saranno comunque i nuovi a dover guidare il movimento.

E così nell’alleanza: non dovrà essere un nuovo centrosinistra, ma un nuovo perimetro politico: nel passaggio da Dellai a Rossi e poi con Fugatti il centro sinistra non ha saputo rinnovarsi, ha preso una sonora lezione, dobbiamo metterla in pratica, ripartendo da basi assolutamente nuo