Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 7, luglio 2023 Servizi

Cooperative e lavoratori. Le risposte del presidente Simoni

La mobilitazione dei lavoratori delle Famiglie Cooperative all’esterno della sede de FedCoop, proprio mentre vi si svolgeva l’assemblea, e il quasi contemporaneo pronunciamento della magistratura contro il Sait e le sue esternalizzazioni, ha fornito una plastica rappresentazione di una latente crisi del movimento cooperativo. Cooperative contro lavoratori, che senso ha? Di questo parliamo con Roberto Simoni, presidente della Federazione, e prima ancora presidente proprio del Sait

“La manifestazione in concomitanza con l’assemblea è stata un autentico sgarbo istituzionale, in quanto l’assemblea non era delle Famiglie Coop che operano nel consumo, ma dell’insieme delle cooperative. E le nostre relazioni sindacali dell’insieme del movimento sono positive, improntate al confronto. Per fare un esempio della coop Mimosa, entrata purtroppo in cris, abbiamo ricollocato 300 dipendenti in totale sintonia con le organizzazioni sindacali”.

Allora parliamo dei dipendenti delle Famiglie Cooperative, di cui avete disdetto il contratto integrativo

“Sì, abbiamo dato disdetta, ma continuiamo ad applicarlo, e comporta un trattamento del 9% superiore rispetto alla concorrenza. Il problema è che siamo un mondo variegato, ci sono le Famiglie cooperative strutturate, in aree turistiche, dove hanno semmai il problema opposto, di trovare manodopera. Poi ci sono quelle, una trentina, che chiudono il bilancio del 2022 in perdita, e noi dobbiamo tutelare anche loro. Per questo pensiamo di proporre una quota del contratto integrativo legato ai risultati economici. Non accetto quindi, che da un tema specifico si delegittimi un sistema ampio, variegato e complicato”.

Beh, c’è il problema del Sait che esternalizza il lavoro nei magazzini. E lo fa per risparmiare sui lavoratori, le aziende che subentrano, non garantiscono certo uguali condizioni.

Sait fa quello che fanno gli altri competitor, Dao ad esempio ha esternalizzato con la stessa Movitrento e nessuno ha avuto a ridire. E’ quello che fanno i grossi gruppi della Grande Distribuzione, per i magazzini si esternalizza. Poi capisco che i dipendenti ne subiscano effetti negativi”.

Appunto. C’è anche un scorso strategico: l’esternalizzazione depaupera l’azienda, che avrà lavoratori precari, a zero fidelizzazione. E i contratti al ribasso portano alle dimissioni del personale migliore, soprattutto in un periodo di carenza generale di manodopera.

Un momento: il core business non va esternalizzato, solo alcuni settori. Ed è un’esigenza aziendale, tutti i competitor esternalizzano, noi dobbiamo confrontarci con loro”.

I sindacati dicono che con i competitor i rapporti sono migliori

“Non è vero per il mondo della cooperazione e delle Famiglie Cooperative”

.Il problema sembra essere Sait.

Li non posso giudicare. Nel periodo in cui sono stato presidente Sait, un anno e mezzo, non abbiamo avuto problemi”.

Un altro aspetto: oltre al Sait, anche altre entità – musei, università ecc – per ridurre i costi scaricandone il peso sui lavoratori, esternalizzano alcuni servizi (magazzino, portineria, pulizie) a cooperative, che praticano condizioni lavorative molto peggiori, magari facendo figurare come soci i lavoratori. Ma questo non è uno schiaffo per tutto il movimento? Quando le aziende peggiori sono cooperative?

“La cooperativa di cui stiamo parlando è Movitrento: e dà lavoro a pakistani, marocchini ecc, è un esempio virtuoso”.

Non è che si utilizzano gli immigrati per poterli sfruttare meglio, magari facendoli soci?

Noi facciamo di tutto per garantire condizioni decorose, poi in Movitrento ci sono difficoltà date dalla convivenza di molteplici etnie- Però globalmente i risultati sono positivi, è una realtà che viene presa ad esempio fuori provincia”.

Che dice dell’aumento – del 150%! - dei gettoni di presenza dei cda di Sait e FedCoop? Per di più on contemporanea con le manifestazioni di protesta?

“Il momento è stato senz’altro infelice, molto. Ma nel merito, difendo la scelta. La Federazione, con 160 collaboratori, e un fatturato di 20 milioni, ha bisogno di una classe dirigente preparata, impegnata. In quanto ai cda, chiariamo che i membri non hanno diritto a compensi, ma solo al gettone, che abbiamo adeguato dopo 20 anni: 250 euro lordi per seduta (dura in genere tre ore), più le spese di trasferta, fanno 2.000 euro all’anno. I consiglieri d’amministrazione di quasi tutte le società partecipate prendono almeno questa cifra come compenso fisso, e in più prendono i gettoni”.

Parole chiave:

Articoli attinenti

Nello stesso numero:
Bye bye, don Guetti

Commenti (0)

Nessun commento.

Scrivi un commento

L'indirizzo e-mail non sarà pubblicato. Gli utenti registrati non devono inserire altre verifiche e possono modificare il proprio commento dopo averlo inserito.

Riporta il codice di 5 lettere minuscole scritto nell'immagine. Puoi generare un nuovo codice cliccando qui .

Attenzione: Questotrentino si riserva la facoltà di cancellare commenti inopportuni.