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Tette e occhi a mandorla

Fumetti erotici come culto di massa. Da "Urlo", mensile di Ancona.

Liberati Luca

Con l'importazione dei Manga si è visto in Italia un mondo a noi del tutto estraneo e per alcuni versi incomprensibile come quello del Sol Levante. I fumetti in Giappone sono elevati al rango di letteratura disegnata e vengono pubblicati in riviste settimanali di quattro/cinquecento pagine, tipo i nostri elenchi telefonici, con tirature da sogno, sopra il milione di copie (in Italia uno dei fumetti più venduti in assoluto, Topolino, si aggira sulle 300.000 copie).

Un simile business ha creato molti studi di disegnatori che si gettano anima e corpo in queste produzioni, elevando la qualità dei singoli fumetti ad uno standard bonelliano o di fumetto d'autore; sfondi e storie ben curate oltre che anatomie e tecnologie perfette, unite ad un uso professionale dei retini per dare spessore al bianco e nero, rendono queste riviste dei piccoli capolavori di illustrazione. Tali fumetti coprono tutte le fasce di interesse della popolazione e ne esistono di molti specializzati in qualsiasi genere di pulsione erotica.

Favorito da una diversa mentalità e da una legislazione molto più permissiva, in Giappone vengono pubblicati fumetti che in Italia sono consigliati solo ad un pubblico adulto, ma che in là leggono anche i quattordicenni: non è raro infatti trovare nei loro "shojo manga" (fumetti tipo soap opera, ma basati su caracters ed esperienze dei teenager) scene di sesso molto esplicito. La legge infatti vieta solo di mostrare i genitali e i peli pubici e i giapponesi aggirano questi ostacoli con posizioni o contorcimenti che tendono a nascondere, o disegnano correttamente le varie parti per poi ricoprirle con onomatopee, dialoghi, o altrimenti dei retini coprenti bianchi che lasciano libero sfogo all'immaginazione.

Un discorso a parte meritano poi i temi trattati da questi fumetti: spesso si incontrano ragazze alle prime esperienze con persone adulte, ragazzine in divisa scolastica che ne combinano di tutti i colori, altre rapite da viscidi esseri spaziali, con molti richiami alla fanciullezza del genere cosiddetto lollicon: ragazzine/bambine aperte ad ogni esperienza.

Nonostante tutto ciò, il Giappone è uno di quei pochi stati mondiali dove i reati a sfondo sessuale sono molto rari, se non quasi inesistenti, perché - dicono gli analisti - ogni persona può sublimare le sue passioni più nascoste alla luce del sole, comprando ogni genere di fumetti.

Nel pieno di questa filosofia (e nel nome dello yen) esistono negozi dove i feticisti possono comprare mutandine di liceali, autenticate di foto della proprietaria (comprate per seimila yen dalle ragazze e rivendute a trentamila) o esistono i Love Hotel, locali nei quali possono andare coppiette alle prime armi, ben diversi dai nostri alberghi a ore: puliti, arredati in modo romantico e forniti di tutto ciò che serve (tipo preservativi, creme, vibratori o altro).

In Italia è stata tradotta una gran varietà di questi fumetti erotici grazie alla sfortunata serie Lemon o sulle tante testate della Play Press\News Market, ed hanno avuto un tale successo da indurre alcune case editrici italiane a varare delle testate erotiche simil-manga fatte da italiani cresciuti sui fumetti giapponesi alle prime armi, ma privi dello stesso rigore stilistico e della maestria nell'uso dei retini.

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