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QT n. 5, 7 marzo 1998 Servizi

Agricoltura di montagna: c’è qualche speranza

II commissario europeo all'agricoltura, in visita a San Michele, tranquillizza i contadini: il liberismo non spopolerà le montagne europee.

La globalizzazione economica rischia di mettere in pericolo l'agricoltura europea, in particolare quella di montagna. Gli accordi internazionali, sul cosiddetto libero commercio (GATT e WTO) obbligano la Comunità ad abbassare il sostegno diretto all'agricoltura del vecchio continente e a ridurre i prezzi minimi garantiti per poter continuare ad esportare le eccedenze produttive. L'agricoltura di montagna, spesso già al limite della sopravvivenza, è quella che corre più rischi. Ma il commissario europeo all'agricoltura, l'austriaco Franz Fischler, contrariamente alla sua fama di liberista, in un affollato incontro presso l'Istituto Agrario di S. Michele, ha usato toni rassicuranti. In sostanza, ha detto Fischler, la Commissione troverà il modo di sostenere ancora l'agricoltura di montagna esaltandone il contributo alla conservazione e tutela dell'ambiente. Rientreranno insomma dalla fessura almeno una parte di quei finanziamenti destinati ad uscire dalla porta a causa degli accordi internazionali ed alla stretta monetarista che tutti i membri della Comunità Europea si sono imposti in vista dell'Euro.

Intendiamoci: già ora ampie zone del fondovalle e di collina competono sul mercato internazionale (basta pensare alle mele trentine o altoatesine, o a certe cantine cooperative e private). Ma a fronte di esperienze in grado di camminare con le proprie gambe, ampie sono le aree montane e collinari che, private dei sostegni economici e dei prezzi minimi garantiti dalla Comunità, rischiano lo stesso equilibrio di larga parte dell'ambiente montano tradizionalmente abitato e curato dal lavoro costante dell'uomo.

"Le regioni di montagna - ha detto Fischler - fanno pane dei paesaggi più belli del nostro continente. Questo vale in particolare per la provincia di Trento e le Dolomiti (ma è facile immaginare che la stessa musica sia stata suonata da Fischler in altre zone..., n.d.r.). Tali paesaggi dipendono più degli altri dall'equilibrio ecologico della natura ma ormai sono paesaggi culturali, modellati dai nostri antenati con duro lavoro e spesso in condizioni difficilissime, e senza questi sforzi ora sarebbero di gran lunga meno attraenti. "

II commissario, vista l'assemblea degli uditori, ha sorvolato su qualche intervento non proprio ortodosso di bonifica o sull'uso ancora intenso della chimica, ma è indubbio il contributo dell’agricoltura nella tenuta dell'ambiente montano. Il lavoro dei contadini in queste zone avviene però in condizioni difficili. I periodi di vegetazione sono più brevi, la redditività dei suoli è ridotta e la coltivazione dei pendii è più dispendiosa. E le comunità agricole della montagna, da quando han sentito parlare di riforma della politica agricola europea - che porta il nome altisonante di Agenda 2000 - hanno cominciato a preoccuparsi riandando con i ricordi alle ondate di abbandoni e fuga verso il fondovalle. Sembra però, stando almeno alla relazione tenuta a San Michele, che il commissario europeo abbia rivisto la sua rigida ricetta liberista: "Se da un lato l'agricoltura europea deve orientarsi più che in passato verso i mercati internazionali, è chiaro però che l'area rurale e il paesaggio culturale in Europa possono essere conservati per il futuro solo con una lavorazione permanente". Quindi l'agricoltura ha un futuro anche in Europa nonostante si debba misurare con la nuova concorrenza degli stati dell'Europa centrale e orientale che stanno per entrare nell'Unione, ai quali sarà necessario offrire sostegno per adeguare i loro standard economici e sociali a quelli dei membri storici. Cresce intanto l’aspettativa per una maggior tutela ambientale e la Comunità Europea dovrà tenerne conto. Vorrà dire che ci sarà un travaso di risorse verso l'agricoltura, e in particolare quella di montagna, motivato con la necessità di sostenere uno dei fondamenti della tutela del territorio e cioè l'economia agricola.

Inoltre, gli agricoltori di montagna saranno per Fischler non solo produttori di generi alimentari, ma anche guardiani del paesaggio e amministratori delle riserve naturali. Si parla pertanto di piani di sviluppo integrato affidati alle Regioni (per noi le Province Autonome) con cui garantire alle famiglie rurali risorse aggiuntive (turismo) rispetto a quelle strettamente agricole destinate inesorabilmente a calare. Infatti Agenda 2000 prevede l'abbattimento del 20% (del 30% per la carne bovina) di alcuni prezzi minimi garantiti (ad esempio per i cereali), sostituiti con interventi diretti e proporzionati non più alla produzione effettiva, bensì alla superficie coltivata. In questo modo la Commissione Europea prevede di eliminare le eccedenze di alcune produzioni (olio, cereali, vino, latte, ecc.) stimolando nel contempo l'accrescimento della qualità.

All'incremento della qualità dei prodotti agricoli europei Fischler affida il compito di competere con i mercati internazionali. Come sempre, i principali attori della politica agraria saranno gli enti locali, in particolare le Regioni. Anche alla Provincia di Trento spetterà quindi una parte importante nella pratica attuazione della nuova politica agraria europea. Sarà il caso di seguirne gli sviluppi con attenzione.

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