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QT n. 18, 24 ottobre 1998 Servizi

Tanti candidati con poche idee

Le elezioni in Fiemme e Fassa.

Le valli di Fiemme e Fassa presentano alle elezioni regionali una nutrita schiera di candidati, venti, ben distribuiti: 12 in Fiemme e 8 in Fassa. Una ressa che dovrebbe essere preludio a un confronto di alta idealità, di prospettive differenti e che invece, nel complesso, risulta una banale sommatoria di personalismi, ambizioni, rivalse.

Solo il centro-sinistra fa eccezione a questo quadro, specie in val di Fiemme, dove troviamo candidato nella lista di Trentino Domani il vicesindaco di Tesero Maurizio Zeni, un candidato proveniente dalla sinistra socialista con forte impronta elitaria, ma comunque persona con alta professionalità culturale, e l'assessore alla cultura di Predazzo, candidato nei DS, il promotore delle importanti sollecitazioni estive su Cuba e sulla cultura ebraica.

In Fassa candida in Trentino Domani anche l'arch. Enzo Soraperra, il battagliero consigliere comunale che da anni prova a tutelare quanto rimane di integro nel territorio del suo Comune. Questi tre candidati, pur rappresentando opinioni politiche diverse, si pongono come momento di collegamento fra la difesa dei bisogni locali, e la capacità di inserirli in un contesto di sviluppo provinciale, superando chiusure e incapacità di confronto che sono invece l'emblema dei rappresentanti dell'area di centro e di quella autonomista.

Nella lista di Dellai candidano anche i presidenti dei due comprensori. In Fassa troviamo il sindaco di Vigo Gino Fontana, sostenuto apertamente da Dellai, espressione dell'area ladina ma indebolito da una feroce contrapposizione con candidati di altre liste, specie di fede autonomista, come Tone Valeruz, l'ex sindaco di Mazzin Giorgio Debertoi o il fidato leghista Benedetto Mazzel. Altri candidati del centro, in particolare di Forza Italia, pur carichi di ambizioni, sono destinati a figurare come comparse, ma contribuiscono a indebolire le possibilità di riuscita di Fontana.

In Fiemme, Dellai ha invece chiamato a raccolta il sindaco di Cavalese, Mauro Gilmozzi, amministratore capace, attento verso il mondo turistico e la sua qualificazione, politico spregiudicato capace di governare prima con la sinistra e l'area ambientalista per poi allearsi col PATT più retrivo, e dopo solo un anno sconfessarlo portando in giunta l'area ex democristiana di Cavalese, che oggi fa riferimento diretto o a Forza Italia o comunque a partiti conservatori e collegati a spinte speculative. Gli attuali suoi colleghi di giunta sono stati i più inflessibili critici delle scelte portate avanti nel recente passato. Piano Regolatore Generale, teleriscaldamento con biomasse ed oggi, contenti delle varie poltrone, tacciono ed appoggiano sperando che Gilmozzi arrivi in Regione lasciando così vacante la poltrona di sindaco, alla quale ambiscono da otto lunghi anni.

La candidatura di Gilmozzi troverà contrasti forti proprio a partire dall'area del centro, con Forza Italia che ripresenta un "rinnovato" Italo Craffonara, presidente dell'Associazione Albergatori e già consigliere regionale e l'uscente Mauro Delladio, transfuga leghista che non troverà comunque grandi consensi.

Altri candidati centristi, pur animati da esuberanti ambizioni, ma scarsamente rappresentativi, indeboliranno Gilmozzi: sono Carmelo Zini, anch'egli abile navigatore di diversi ambiti politici, e Pino Morandini, che in Fiemme gode pur sempre di grande attenzione nel mondo cattolico.

L'area autonomista sarà l'antagonista più feroce di Gilmozzi, in quanto deve vendicare la cacciata dalla giunta di Cavalese, e presenta il campione olimpico Franco Nones nel PATT, Fulvio Kappeller in Autonomia Integrale, e due leghisti. Il vantaggio a Gilmozzi viene dato dalla scarsa consistenza progettuale di questi antagonisti, ma come abbiamo visto in passato, il palato dei trentini su simili scelte non è delicato: la demagogia, i rancori, la calunnia versata a fiumi nei bar , sono spesso stati determinanti per il successo di personaggi non certo dotati di credibilità amministrativa. Altro vantaggio il sindaco di Cavalese potrebbe trovarlo in un'alleanza di preferenze col candidato di Fassa Fontana; senza questa minima alleanza, ambedue rischiano di rimanere sulle loro poltrone di sindaco, almeno fino a fine legislatura. Se per chi è esterno alle vicende delle valli leggere una lista di nomi non porta grande comprensione della realtà locale, anche chi ci vive, pur avendo davanti l'ampia scelta di 20 candidati, salvo nelle candidature del centrosinistra e nell'esperienza di Craffonara, non trova molti temi di confronto: un lungo intreccio usato a sproposito di termini come autonomia, periferia, sviluppo, basta burocrazia e vincoli...: slogan padani gelati dall'incombente freddo che l'inverno ci regala.

Per i candidati del centrosinistra si presenta un'occasione importante; pur schierati oggi in gruppi diversi, volendolo possono comunque iniziare a fare i battistrada di un necessario collante della sinistra nelle valli dell'Avisio; una sinistra che, pur versando in una cronica debolezza, trova però sempre nuove energie per motivare divisioni e così regala cambiali che il mondo della speculazione delle forze conservatrici non tarda a raccogliere e a capitalizzare.

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