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Quando il Trentino conta zero

Le uscite di due candidati europei (Carraro e Costa) sui problemi dei trasporti: nessuna conoscenza delle problematiche, e nessun rispetto delle esigenze della nostra terra.

"Trentini attenti, Verona vi sta scippando", quando invece "Trento ha una posizione ottimale per diventare centro fondamentale per lo scambio di Tir dalla gomma alla ferrovia" - proclama in un’intervista all’Adige il candidato diessino alle europee Massimo Carraro, imprenditore padovano.

La cosa lascia esterrefatti. La posizione trentina sull’interporto infatti, dopo un lunghissimo - e costosissimo: un centinaio di miliardi - travaglio, sembrava acquisita. Messe a tacere le velleità dei culi di pietra insediatisi all’interporto (che avevano portato a deficit miliardari), la finalità della struttura sembrava definita: essere al servizio delle merci regionali, soprattutto per sviluppare l’intermodalità, ossia il passaggio dalla gomma alla rotaia.

Attenzione: questo passaggio è indispensabile, perché gli altri paesi alpini (Austria e Svizzera in testa) non accettano più l’inquinamento da Tir, e quindi le merci del Trentino Alto Adige dirette a nord andranno sempre più convogliate su ferrovia. Abbiamo detto le merci della regione, e solo quelle: se l’interporto di Trento si mette a imbarcare anche merci extra-regionali, entriamo nel paradosso: un Tir che si ferma, manovra, riparte, inquina 4-5 volte di più di uno che transita a velocità costante; insomma noi, imbarcando le merci, ci attireremmo un inquinamento 4-5 volte superiore a quello che gli altri paesi alpini rifiutano, e contro il quale fanno le barricate.

Per raggiungere questo bel risultato, Carraro ci propone una santa alleanza con l’interporto di Padova (di cui è consigliere di amministrazione) contro quello di Verona. Un bel mix di localismo, disprezzo per l’ambiente e la salute, ignoranza delle tematiche trattate.

L’on. Schmid, sempre dei Ds, ha più volte portato avanti, in varie sedi, una ben diversa visione dei trasporti internazionali, con le merci che verrebbero interscambiate in una pluralità di interporti attorno all’area alpina. Non ci risulta che sia intervenuto per correggere Carraro, ma è comprensibile, siamo in campagna elettorale. Che però dovrebbe essere condotta con ben altra serietà.

Intanto, a Bolzano, un altro candidato, l’ex-ministro Costa (dei Democratici) ha un’altra uscita: bisogna sostenere fortemente non solo la nuova linea ferroviaria del Brennero, ma anche l’autostrada dell’Alemagna. Motivo? Oggi i traffici dal sud del mondo avvengono via nave con punto di arrivo nei grandi porti del nord Europa, da cui poi parte delle merci viene convogliata per terra verso l’Italia; insomma le banane della Somalia fanno il percorso Mogadiscio-Rotterdam, Rotterdam-Verona. Cosa propone Costa? Di potenziare i porti italiani (e fin qui ci siamo) e le tratte alpine: in maniera da creare un nuovo flusso: Mogadiscio-Genova, Genova-Berlino.

E qui casca l’asino. Anzitutto dal punto di vista europeo: non è razionale sostituire al trasporto via mare quello via terra: se è bene che le merci del sud-Europa arrivino nei porti del sud, è altrettanto bene che le merci del nord Europa arrivino ai porti del nord. Ma poi colpisce la visione della regione alpina, ridotta a canale di transito di milioni di tonnellate di merci che potrebbero più pulitamente essere trasportate per mare.

Insomma, in questi candidati europei paracadutati dalle nostre parti, non c’è il minimo rispetto delle più legittime esigenze della nostra terra; e probabilmente non c’è nemmeno la conoscenza delle problematiche di cui parlano. Ma in fondo questa gente, questa disattenzione, ce li meritiamo: non abbiamo visto nessuno zittire i Carraro o i Costa.

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