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Consumatori di tutto il mondo, unitevi!

Primo congresso mondiale delle associazioni dei consumatori: le proposte.

Il 24 gennaio scorso si è svolto a Cartagena De India, in Colombia, il primo congresso mondiale delle associazioni dei consumatori, in rappresentanza di 150 Paesi provenienti dall’Europa e dall’America Latina. La delegazione italiana era formata dal presidente del C.N.C.U. (Consiglio Nazionale Consumatori Utenti ) Anna Bartolini e dalle seguenti associazioni : Codacons, Acu, Unione Consumatori, Adiconsum, Altroconsumo, Federconsumatori.

La delegazione italiana ha proposto la costituzione di una banca dati mondiale per la raccolta e la diffusione delle sentenze favorevoli ai consumatori in tutto il mondo, proposta che ha avuto la piena adesione dei partecipanti. E’ stata quindi presentata, sempre dalla delegazione italiana , una mozione contro la distruzione dei parchi ecuadoregni con la costruzione di un enorme oleodotto (in cui è coinvolta anche la nostra AGIP) nella foresta di Mindo: 200.000 ettari di natura intatta in cui vivono, oltre ad una tribù di indios, più di 450 specie di uccelli; e anche questa proposta ha avuto la piena adesione degli altri Paesi presenti.

L’idea più clamorosa è venuta dal workshop sulla pubblicità in cui il relatore per l’Europa, avv. Carlo Rienzi , presidente del Codacons , ha proposto una giornata in tutto il mondo senza pubblicità in TV. Riportiamo integralmente il documento:

"Chiediamo agli Stati e ai network pubblici e privati di tutto il mondo di accettare per il giorno 24 gennaio di ogni anno di non trasmettere nei loro network alcuna forma di pubblicità. La proposta non è contro la pubblicità, che può essere utile per orientare il consumatore, specie in presenza di tante merci simili, vendute ormai con la globalizzazione in tutto il pianeta, e che fa parte del costume e anche della cultura mondiale, ma è diretta a far riflettere i consumatori sui danni derivanti dall’eccesso di pubblicità. Aumenti inutili ed esagerati dei costi, spesso confusione e impossibilità di orientarsi a causa delle somiglianze delle pubblicità che rendono sostanzialmente inutile la pubblicità stessa; frequenti scorrettezze e inganni per pubblicizzare prodotti pericolosi o sicuramente dannosi per la salute umana; le aggressioni ai consumatori, addirittura ai bambini esposti a bombardamenti durante i cartoni animati: tutto questo, e ancora, riuscire a far apprezzare il gusto della differenza di uno spettacolo, di un concerto, di un talk show non interrotto dalla pubblicità, sono alla base dell’iniziativa. Essa deve servire per far capire al consumatore che può scegliere i prodotti anche con la sua sola attenzione e senza pubblicità, e ai produttori che debbono fare pubblicità avendo sempre come obiettivo il rispetto della verità, dell’uomo, e soprattutto delle persone più deboli come i bambini.

Nessun costo deriverà dall’iniziativa, poiché i contratti di pubblicità resteranno intatti nel loro complesso. Sarà un giorno in cui anche la pubblicità farà parlare di sé, e si farà pubblicità per una volta… con il silenzio".

In margine al convegno, qualche considerazione sulla situazione in America Latina, dove negli ultimi anni il numero dei cittadini che vivono sotto il livello della povertà è aumentato in misura notevole. Clinton, poche settimane prima di terminare il suo mandato presidenziale, ha approvato il nuovo stanziamento (7.5 miliardi di dollari per combattere il narcotraffico) a favore della Colombia senza richiedere una previa verifica certificata dell’accrescimento del rispetto dei diritti umani. Una simile omissione è grave e allo stesso tempo significativa del reale scopo perseguito dagli americani (principale mercato di domanda di droga) con il loro piano triennale che dovrebbe essere diretto a combattere il narcotraffico: lasciare le cose come stanno, controllando il mercato senza però imporre quei cambiamenti sociali che sarebbero essenziali per il consolidamento democratico del Paese.

Il Congresso ci ha posto anche alcuni interrogativi: servono o no le associazioni dei consumatori in America Latina?

E’ vero che il calo dell’inflazione in Colombia, come ha annunciato un ministro alla platea del Congresso, è dipeso da una politica di protezione dei consumi?

Le nostre battaglie sul fumo passivo che senso hanno in un paese dove si fuma dappertutto? Le nostre battaglie sulla mucca pazza che senso hanno dove manca il minimo vitale per i bambini dei campesinos?

Insomma, se vogliamo che il nostro contributo sia reale per la risoluzione delle problematiche consumeristiche dell’America Latina dobbiamo anzitutto capire quali sono gli argomenti su cui confrontarsi, quali le analogie di comportamento sociale e quali invece le differenze; e solo dopo potremo articolare la nostra azione.

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