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La mostra del Vino

Dopo gli anni dei litigi, ritorna la manifestazione dei produttori trentini. I problemi non sono ancora risolti, però...

Era un appuntamento tradizionale, quello della Mostra del Vino Trentino. Travolto anch’esso dalle lotte interne al settore, tra piccoli produttori privati e grandi cantine cooperative, tra fautori della qualità e promotori della quantità. Di queste vicende abbiamo più volte riferito su queste pagine, e – al termine della Mostra – ci ripromettiamo di aggiornare i lettori.

Adesso constatiamo che, dopo alcuni anni in cui si era toccato il fondo – sparizione dell’Istituto Trentino del Vino, Mostre in tono minore organizzate solo da alcuni produttori – si ritorna ad una Mostra in cui compaiono, apparentemente concordi, tutti gli operatori. Sotto l’egida della Camera di commercio che sembra, con l’appoggio della Giunta provinciale (che è quella che paga), aver preso con una certa decisione in mano l’importante settore della promozione.

Così, attraverso l’impegno del Presidente della Camera Adriano Dal Pez, e l’impulso del nuovo direttore Maurizio Rossini - di cui finora non si parla che bene, ma sono ancora da affrontare i temi controversi – l’insieme del vino trentino si è presentato decorosamente ad alcuni appuntamenti internazionali (Vinitaly a Verona e Pro Wein a Dusseldorf), in cui invece negli ultimi anni si era andati in ordine sparso.

La Mostra del rilancio (si spera) sconta tuttavia alcuni problemi. Il primo una localizzazione inadeguata: il Centro Trentino Esposizioni, che è pratico e va benissimo per molteplici manifestazioni, ma è pur sempre un capannone seminterrato, mentre usualmente per una Mostra del Vino si usufruisce di sedi prestigiose, per fare un esempio, a Bolzano Castel Mareccio. Secondo problema, il periodo: a giugno si arriva per ultimi, da una parte tutte le fiere si sono già svolte, e quindi i vini dell’ultima vendemmia già presentati e commercializzati; dall’altra il caldo non induce certo alla consumazione di vini forti, invecchiati. "Avendo saltato alcune edizioni, non abbiamo più una collocazione temporale ottimale – conviene il dott. Rossini – Comunque la nostra manifestazione intende rivolgersi soprattutto agli appassionati, più che essere un momento propriamente commerciale."

Nonostante questi limiti, il ritorno della Mostra viene vissuta come un segnale positivo da parte degli operatori. "Era ora!" è il commento generale. E si presenterà con alcune novità. La principale è quella dell’assaggio "al tavolino", cioè la possibilità per gli appassionati, di incontrare direttamente il produttore, che sarà lui – dietro un tavolino, invece del più anonimo sommelier o graziosa signorina - a servire e illustrare il proprio prodotto. Tecnica di approccio più dolce, che implica un coinvolgimento personale, un amore per la qualità del prodotto. Tecnica indubbiamente più consona ai piccoli che ai grandi produttori "però intanto registriamo con piacere come a questa proposta abbaiano aderito tutte le Cantine, anche le maggiori" tiene a sottolineare Rossini.

Vi sarà poi il più tradizionale approccio del "self-testing", degustazione autonoma pur con l’assistenza di sommelier, di circa 500 etichette. E infine le collaudate degustazioni "verticali", cioè 4-5 annate di una stessa etichetta, studiate per apprezzare l’invecchiamento e le variazioni d’annata nei vini più nobili e strutturati.