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La prima radio indigena dell’America Latina

Come una radio riesce a alfabetizzare, e a diventare punto di riferimento, di una popolazione indigena (etnia Wayuú) ai limiti della sopravvivenza.

Paraguaipoa é un paese dello Stato del Zulia, nell’estremo occidente del Venezuela, affacciato sul Golfo, a pochi chilometri dal confine con la Colombia. Il centro urbano conta circa 5.000 persone, mentre più di 50.000 anime facenti parte dello stesso municipio sono sparse nelle numerose comunità che costellano la zona.

La popolazione, quasi totalmente indigena di etnia Wayuú, vive, o meglio sopravvive, in questa regione bruciata dal sole e semidesertica. La strada che da Maracaibo, grande porto di mare e sede di numerose raffinerie petrolifere, raggiunge la regione Guajira (indigena) attraversa la savana con ampie distese brulle e pianeggianti, qualche cactus che allunga le braccia spinose contro il cielo, la vegetazione generalmente rada e stanca. Di quando in quando appaiono distese di sale a cielo aperto, larghe chiazze biancastre e lucenti spazzate da brezze violente che sollevano nugoli di sabbia. La Guajira è terra di uomini e donne che lottano instancabilmente alla ricerca di grandi soluzioni ai numerosi problemi della zona. Sotto il sole inclemente, forti venti ed estati interminabili, l’indigeno Wayuú dell’Alta Guajira percorre chilometri e chilometri per recuperare un po’ d’acqua, per calmare una sete che è sempre stata la battaglia più difficile da vincere. La principale attività di sostentamento è la pastorizia, capre, pecore e vacche, e per gli abitanti come per gli animali la siccità rappresenta il più grave problema irrisolto della regione. Molte comunità indigene, più o meno distanti dai centri urbani, non sono raggiunte dall’acquedotto e non hanno facile accesso ai servizi ospedalieri (neanche d’emergenza), mentre solo alcune godono dell’elettricità. Tutto ciò sullo sfondo di un paese potenzialmente ricchissimo per i grandi giacimenti petroliferi che albergano nel sottosuolo.

Ad aggravare la situazione ci sono le condizioni delle vie di comunicazione, molto spesso disastrose: tratti di pavimentazione stradale alquanto accidentata si alternano a tratti sterrati, rendendo particolarmente disagevole lo spostamento soprattutto ai mezzi pesanti come le autocisterne dell’acqua.

A questo si aggiunga la delinquenza locale che ha provocato, negli ultimi due mesi, la sparizione di ben due di queste autocisterne, di immenso valore per la sopravvivenza degli abitanti delle comunità più continentali della regione dell’Alta Guajira. Il problema dell’insicurezza, unito al dramma della disoccupazione che raggiunge percentuali preoccupanti, non è di secondaria importanza: la vicinanza con la frontiera colombiana rende questa zona uno dei canali preferiti del contrabbando e del traffico di droga, e paradossalmente per molte famiglie questa attività rappresenta l’unico reddito che garantisce la sopravvivenza. Ultimamente è stato notato l’intensificarsi di questi traffici illegali legati all’arrivo di ondate ripetute di profughi colombiani clandestini in fuga dalla guerriglia e dai paramilitari che generano un clima di violenza nei territori della Colombia nord orientale.

E’ in questo clima che nasce a Paraguaipoa una filiale dell’Istituto Radiofonico Fe y Alegria, un centro scolastico che offre gratuitamente l’alfabetizzazione primaria a chi non ha accesso alle infrastrutture di educazione pubblica. L’idea innovativa e senza dubbio efficace è quella di fornire, a lato della struttura scolastica propriamente intesa, un servizio di educazione di base che si serve della radio come strumento/mezzo di comunicazione. Grazie alla versatilità e al costo relativamente basso, l’emittente può tranquillamente superare le barriere fisiche che ostacolano lo sviluppo della regione e il miglioramento delle condizioni di vita (mancanza di infrastrutture, impraticabilità delle vie di traffico con conseguente mancanza di trasporti pubblici, ...) e raggiungere così anche i villaggi meno serviti: è così che alla frequenza 100.1 FM si possono seguire, negli orari prestabiliti, lezioni di alfabetizzazione primaria sotto la guida di un "orientatore" che ogni villaggio si preoccupa di scegliere.

La lotta contro il ritardo e la miseria di una società comincia dall’educazione dei suoi cittadini, pilastro imprescindibile per l’acquisizione della coscienza del proprio ruolo all’interno della società e per la rivendicazione dei propri diritti.

Nella Guajira venezuelana la battaglia iniziò più di un anno fa in 46 comunità indigene, dove l’alfabetizzazione elementare rivolta ai giovani e agli adulti è diventata la principale occupazione dell’Istituto Radiofonico Fe y Alegria (IRFE).

Attualmente il centro di coordinamento risiede nella piccola cittadina di Paraguaipoa, dove quasi 50 orientadores (maestri, educatori) si stanno facendo carico dell’istruzione di 647 alunni dei due municipi di Páez e Mara. In proposito, il coordinatore generale dell’IRFE, Wilfredo Luzardo, spiega che l’obiettivo di quest’anno è quello di espandere il progetto fino ad aprire 30 nuovi centri nell’area dei due municipi.

"Nonostante il grosso limite imposto dalla scarsezza di risorse economiche - aggiunge Wilfredo Luzardo – il programma ha ottenuto ottimi risultati ed ha raggiunto anche le comunità meno assistite; l’obiettivo prossimo, quindi, sarà quello di riuscire a coprire anche la zona dell’Alta Guajira, un’area estremamente depressa e priva di servizi".

L’impegno sociale ed i principi ispiratori che stanno alla base di questo lavoro hanno fatto sì che, in breve, la radio sia divenuta un centro di riferimento per la parte della società civile, in verità un numero importante sulla percentuale degli abitanti, che si sta muovendo e organizzando per rivendicare i diritti fondamentali dei cittadini meno abbienti e più emarginati, in questo caso gli indigeni Wayuú. Le varie associazioni cittadine e comunitarie, associazioni civili, bloques vecinales (specie di riunioni di coordinatori circoscrizionali) utilizzano la radio per far conoscere le proprie attività e diffondere le deliberazioni prese. Non a caso, oltre all’istruzione di base, ai fruitori del servizio vengono forniti gli strumenti fondamentali per imparare ad organizzarsi ed a riunirsi secondo le distinte forme associative e cooperative previste dalla legge.

Le lezioni, così come le trasmissioni, sono bilingui, spagnolo e wayuunaiki (la lingua indigena), perché l’intento è quello di dare voce alla cultura ancestrale delle popolazioni precolombiane che in questa regione - così come in altre del Venezuela e nella maggior parte del continente latinoamericano - rappresentano un numero davvero significativo sul totale della popolazione.

Per questo motivo, non senza una punta di giustificato orgoglio, l’emittente ama definirsi come la prima radio indigena dell’America Latina: un’esperienza fino ad ora unica che rappresenta un tentativo di trovare il giusto equilibrio sulla delicata bilancia di questa società multietnica e multiculturale in trasformazione per la rivendicazione dei propri diritti sociali, economici e culturali.