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Volontariato in piazza Dante

Un esempio di attaccamento alle istituzioni: per tre mesi Franco Tretter ha fatto il consigliere provinciale gratuitamente. O quasi.

Una condanna definitiva per minacce ad una funzionaria della Regione. Una seconda condanna, già confermata in appello, per furto di orologi. Una terza condanna in primo grado per peculato. A questo punto, visto che malgrado le numerose pressanti sollecitazioni Tretter restava abbarbicato alla sua poltrona di consigliere provinciale, da Roma, con firma di Berlusconi, interveniva la legge, che con burocratica lentezza lo ha finalmente sospeso dalla carica retroattivamente, a far data dal 25 settembre. L’ex leader del PATT, che aveva nobilitato la propria irremovibilità dallo scranno invocando la volontà popolare e le numerose attestazioni di solidarietà ricevute, ha in realtà provocato un bel po’ di casini (a parte un ulteriore tocco di discredito di cui l’assemblea provinciale non aveva proprio bisogno).

Anzitutto dovrà restituire alla collettività circa 60 milioni (due terzi di quanto percepito nei mesi scorsi), cosa che d’altronde Tretter sapeva fin dal principio. Poi si sta studiando se egli debba restituire anche quanto speso per gli stipendi e la tredicesima dei due dipendenti del gruppo misto, di cui Tretter era il solo rappresentante, poiché "i due malcapitati, da ieri ufficialmente licenziati, hanno lavorato anche dopo la fatidica data del 25 settembre".

La grana più grossa sembra però essere la sua partecipazione ai lavori del Consiglio nel periodo incriminato: alla luce di questa sospensione retroattiva, la sua presenza nell’aula, durante quei tre mesi, risulta adesso abusiva, e dunque se ci fosse qualche deliberazione presa con il suo voto determinante, questa sarebbe nulla. A quanto sembra, Tretter sarebbe stato attento a non combinare un pasticcio del genere, ma, nel dubbio, in questi giorni"finiscono al setaccio degli uffici del Consiglio provinciale le sedute che, dopo il 25 settembre, hanno visto la partecipazione di Franco Tretter".

Nei pasticci è anche il PATT, che per mesi si è ritrovato con un consigliere a mezzo servizio, scontando - scrive l’Alto Adige - "un calo di tensione politica che si augura di poter tamponare d’ora in avanti con il subentro di Francesco Moser". Ma Moser potrà subentrare solo se l’ex capo del partito si dimetterà… E non pare questa l’intenzione di Franco Tretter.

Tutto questo rientra nell’ambito della dura lex e della politica; cosa dice invece la gente, quella gente che, a suo dire, lo ha sempre sostenuto e incoraggiato? L’Alto Adige del 10 gennaio chiede a diversi esponenti della società civile cosa pensano della decisione di Tretter di non dimettersi, confidando nell’appello del processo per peculato. Il risultato è anche qui sconfortante, fino dal titolo: "- Tretter, è venuto il momento di farsi da parte -. Viaggio nella società civile: - Ma quante figuracce sta facendo la politica trentina! –".

Qualcuno, per la verità, è comprensivo ("Al suo posto, se fossi convinto della mia innocenza, non mi dimetterei"; "Tretter è uomo di carattere. La sua posizione va rispettata. Vedo una sua convinzione profonda, quasi una fede"), ma i più vanno giù pesante: "Trovo l’atteggiamento di Tretter incomprensibile, a tutto c’è un limite"; "Non ho dubbi, Tretter si deve dimettere"; "Fa malissimo a starsene ancora lì. Dice che lo vuole il popolo. Non ne sarei così sicuro"; "In politica ci vuole un minimo di etica"; "Mi viene da piangere"…

Almeno a Tuenno, il suo feudo, le cose vanno meglio? Mica tanto. Il presidente della locale Cassa Rurale, succeduto proprio a Tretter in quella carica, si chiama fuori: "Non seguo la politica, non sono in grado di esprimere giudizi sulla vicenda… Non lo vedo da un anno…"

Il sindaco pure: "Tretter non fa più notizia. In paese non se ne parla neanche più. E’ passato troppo tempo. Lui del resto vive rintanato. Si fa vedere poco in giro".

E il parroco, a Tuenno da un anno, non è da meno: "Non lo conosco personalmente e pertanto non mi sento di esprimere giudizi… L’ho visto solo una volta ad un funerale, per il resto, nulla. Anche in chiesa non l’ho mai notato, ma la chiesa è grande, forse non me ne sono accorto".