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Il terrorismo dei ricchi

Terrorismo è anche far morire gente per fame, come accade ai ragazzini di Korogocho, che cadono come mosche; e nessuno li piange. Da L’Altrapagina, mensile di Città di Castello.

Alex Zanotelli

Stiamo vivendo un momento particolarmente difficile, un momento delicatissimo. Dall’attacco dell’11 settembre scorso alle torri di New York e al Pentagono, è come se qualcosa di nuovo fosse avvenuto. Sono eventi epocali che hanno fatto fare un balzo di qualità all’immaginario umano. Quello che sembrava quasi impossibile prima, adesso lo vediamo, è qui.

Padre Alex Zanotelli.

E’ un momento drammatico, soprattutto per il cuore dell’impero. Mai esso si era sentito così toccato e mai aveva sperimentato la sofferenza umana così da vicino. Prima la sofferenza era sempre alle frontiere dell’impero, oggi è il cuore dell’impero che ha cominciato a sanguinare e questo ha fatto scattare dei meccanismi incredibili. Però io non posso accettare che ci siano "morti di prima classe" e "morti di seconda classe", che ci sia gente per cui si piange e si innalzano bandiere e ci siano tantissime persone di cui nessuno piange la morte. Non posso accettare, che ci siano "morti di serie A" e "morti di serie B". L’uomo è un’unica e indivisibile realtà, ogni uomo ha un volto, ogni uomo è un volto del mistero, ogni uomo ha la sua dignità e ogni uomo è un fine a sé. Se io piango i 3.000 morti di New York e Washington, devo con altrettanta forza piangere i 30 o 40 milioni di persone che vengono immolate ogni anno al moloch del denaro, che muoiono per fame e che nessuno piange. Devo piangere tutta questa gente, ragazzini e ragazzine di Korogocho, che muoiono come le mosche per l’Aids e nessuno li piange.

Questo non è giusto. Se abbiamo morti di serie A che piangiamo, dobbiamo piangere tutti, dobbiamo piangere i 2 milioni e mezzo di persone trucidate in Congo da una guerra assurda fatta per ottenere le ricchezze. E’ questo che l’impero e il cuore dell’impero, l’Europa e l’America, devono capire: che se oggi c’è gente che muore, non è soltanto per il terrorismo internazionale, il quale è giusto venga perseguito, ma c’è molta più gente che muore per il nostro terrorismo economico e militare.

Ammazzare gente per fame è terrorismo, ammazzare gente per guerre assurde come quelle in Congo o in Sierra Leone è terrorismo. Tutte queste morti sono frutto del terrorismo. Quello che io chiedo è che rimettiamo in discussione un sistema che non fa altro che creare morti ovunque, e se noi ricchi pensiamo di salvarci arrivando ad una sicurezza impermeabile, ci illudiamo. È una presa in giro autentica e l’America adesso l’ha dimostrato. Non c’è sicurezza se non nella giustizia che porterà frutti di pace.

Quello che io chiedo è la messa in discussione di un’apartheid economica che consente al 20% del mondo di vivere da nababbi, consumando l’80% delle risorse di questo mondo, lasciando l’80% del mondo a vivere sulla soglia di povertà e per un miliardo e mezzo di persone nella miseria assoluta. Questo è terrorismo come quello che ha colpito New York e Washington.

Se c’è un sistema di apartheid economica che sta producendo il disastro più totale, è perché viviamo dentro quella situazione di lebbra che è chiamata "economia di mercato", il liberismo dove ognuno fa quello che vuole. È la legge di mercato il nuovo Dio. Questa è davvero una delle grandi lebbre che fa sì che tanta gente venga sacrificata al moloch del denaro.

C’è una leadership della politica che non è più politica, ma semplicemente servizio all’economia. La nostra è una politica lebbrosa che si è venduta e prostituita come il re della terra alla bestia: così fa la politica oggi.

C’è una lebbra militare che è spaventosa: riusciamo a spendere 900 miliardi di dollari all’anno in armi, mentre basterebbero - ci dice la Banca Mondiale - 13 miliardi di dollari all’anno per debellare per un anno la fame e i problemi legati alla sanità. La nostra è follia pura. Questo sistema di apartheid economica sta in piedi, lo ripeto, solo perché ha la forza delle armi. I ricchi spendono e spandono in armi. Gli Stati Uniti stanno rinnovando l’armamentario atomico per 60 miliardi di dollari, si stanno proiettando verso lo scudo spaziale con Bush. Questa è la vera ragione del nostro disastro e del nostro terrorismo. Questa incredibile lebbra militare è legata ad una politica becera che ha passato la mano al libero mercato, alle multinazionali, ma soprattutto alla finanza, perché oggi il cuore dell’economia è la finanza.

Ciò di cui abbiamo più bisogno sono autentici valori. E’ ora che noi cristiani - e lo dico con molta sincerità - riusciamo ad uscire da questa trappola mortale che induce a pensare che noi soltanto siamo "i buoni". Ci sono tantissimi valori fuori dalla Chiesa e nelle altre religioni. Raoul Follereau aveva capito molto bene come legare tutte le lebbre e allora per favore smettiamola di pensare che io amo e sono a posto, salvo il mondo. Non salvo un bel niente. L’amore è fondamentale alla mia conversione, però io devo rendermi conto che sono parte di un mondo che è profonda-mente egoista, basato sull’ingiustizia più profonda e se io non cambio questo mio mondo economico, politico e militare, tutto il mio amore non serve a nulla.

Dobbiamo essere capaci di passare dal personale allo strutturale, dal personale al culturale. Questa è stata anche la grande visione di Follereau: non è possibile concepire di debellare la lebbra solo combattendo contro la lebbra: bisogna combattere contro tutte le lebbre. Se noi spendessimo un po’ più di soldi per debellare certe malattie anziché in aerei che bombardano adesso l’Afghanistan, credo che questo mondo sarebbe più un piccolo paradiso che un inferno terrestre. Vi dico tutto questo proprio da qui, da questa Korogocho che è l’emblema dell’assurdità ma, in piccolo, è il mondo.

Nairobi ha 4 milioni di abitanti, oltre 2 milioni di questi sono costretti a vivere nell’1,5% della terra di tutta Nairobi. Questa terra non appartiene ai poveri ma al governo, il quale può sbattere fuori i baraccati come e quando vuole. Più grave ancora è il fatto che l’80% di questi baraccati in una terra che non è loro paga l’affitto, non possiede neanche la baracca. Ecco in piccolo la situazione mondiale.

Gli animali selvaggi, per i casti occhi dei turisti bianchi, sono trattati molto meglio, in Kenia, degli uomini: in un’area lunga 1,5 Km e larga 1 Km sono accatastate centomila persone. Questo è profondamente ingiusto, è peccato.

Viviamo in una situazione di pura apartheid sanitaria. Il fatto che la lebbra stia crescendo la dice lunga. Non ci sono soldi per fare ricerche sulla lebbra perché la cosa non interessa alle grandi case farmaceutiche, non interessa ai ricchi, e una volta che il bacillo ha prodotto resistenza nei corpi dei malati, non c’è più nulla da fare. Ecco l’assurdità.

Leggevo poco tempo fa, e mi ha fatto una grande impressione, che lo scarso potere d’acquisto dei malati poveri è anche una delle ragioni per cui il 90% del denaro investito in ricerca e sviluppo dei nuovi farmaci è destinato ai problemi sanitari che riguardano il 10% della popolazione mondiale, mentre solo lo 0,2% riguarda polmonite, diarrea e tubercolosi. I farmaci che si usavano in passato per la cura di queste malattie escono dalla produzione e non si investe per offrirne di nuovi. Mentre le multinazionali farmaceutiche, in genere appartenenti ai paesi industrializzati, si dedicano a ricercare e a produrre cure per le cosiddette malattie legate a stili di vita: obesità, sterilità, impotenza, nei paesi poveri le persone a basso reddito muoiono per banalissime malattie infettive. Ricordiamoci che proprio in questo senso l’Africa rappresenta di nuovo una delle espressioni più gravi di questa apartheid sanitaria mondiale. Su 34 milioni di malati di Aids, l’Africa ne ha 24 milioni , che sono destinati alla morte in breve tempo. Aids e fame diventano un fuoco incredibile che avanza e distrugge. Ecco perché mi fanno sorridere i G8 che hanno avuto il coraggio - bel coraggio! - di destinare un miliardo e 300 milioni di dollari alla lotta contro l’Aids. Una presa in giro autentica: diviso per 34 milioni, sarebbe qualcosa come 600 lire per ciascuno di questi ammalati. A che servono? Basterebbe che i G8 avessero preso la decisione politica di dire alle case farmaceutiche che hanno fatto abbastanza soldi e che adesso questi farmaci anti-Aids li devono vendere a prezzi accessibili ai poveri. Sarebbe bastato questo per risolvere il più grande problema di apartheid sanitaria nel mondo.

Ecco l’importanza di ritornare alle decisioni politiche. La politica deve diventare sovrana, deve ritornare a guidare la polis e il mondo. Non possiamo lasciare il mondo nelle mani dell’apparato militare. Dobbiamo tornare effettivamente alla legalità, alle decisioni politiche comuni di tutta la famiglia umana. Ecco l’importanza fondamentale del momento che stiamo vivendo.

Il primo mondo è simile ad un’isola d’oro contro la quale si infrangono da ogni parte le onde dell’infelicità altrui. Come impedire che l’oceano della miseria, che si alza in maniera sempre più tempestosa, sommerga e inghiottisca nel suo furore le varie isole d’oro? "Una grande questione sociale - ha detto Proust - consiste nel sapere se la parete di vetro proteggerà eternamente il banchetto degli animali meravigliosi e se gli uomini oscuri, che scrutano avidamente nella notte, non verranno a prenderli nel loro acquario per divorarli". Parole terribili - dice il vescovo Grechi - che risuonano alle nostre orecchie come una fatidica profezia. Quanto è accaduto a New York e a Washington è l’ago che ha toccato il cuore dell’impero.

Quello che vedremo d’ora in avanti sarà ancora più spaventoso, se non ci decideremo a cambiare.