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Modernità o volgarità?

Clinton per reclamizzare la Rendena e la Ferrari per valorizzare il Mart. Si può non essere d’accordo?

Il progetto, partorito dal Golf Club Rendena, era ambizioso: far venire a Bocenago l’ex presidente Clinton a presiedere la giuria nel concorso per l’elezione di Lady Golf World, per il quale già erano state ingaggiate, in veste di presentatrici, due celebrità extracomunitarie: la top model brasiliana Kartika Luyet (assurta alla notorietà grazie a un calendario) e la soubrette romena Ramona Badescu. Ma anche al disinvolto Clinton la proposta era sembrata sputtanante: dispostissimo a venire – ha risposto l’ex presidente – ma solo per giocare a golf. Tariffa per la prestazione: 377.000 euro.

E qui nascono i problemi: se l’illustre ospite avesse accettato di intervenire al concorso di bellezza, le spese se le sarebbe accollate un’emittente televisiva, ma per la partita di golf i denari bisogna trovarli sul posto.

Da un giorno all’altro, la vicenda si snoda faticosamente, e pian piano sembra che i problemi si risolvano: ci sono degli sponsor, la Provincia pare disposta a cacciare qualche soldo, ed anche i sindaci della valle, inizialmente imbarazzati e reticenti, alla fine arrivano a garantire un contributo di 77.500 euro. Ma finirà malamente, con la ferale notizia, comparsa martedì 24, che Clinton non verrà; e con l’agenzia incaricata di contattare l’ex presidente imbufalita con quelli del Golf Club Renden per due mesi di lavoro sprecati inutililmente per colpa di gente con molte pretese e pochi soldi. Accuse, naturalmente, respinte con sdegno...

Ma prima che tutto sfumasse c’erano anche state le proteste di Campiglio: far venire Clinton in Rendena sarebbe "uno schiaffo sonoro al Golf di Campo Carlo Magno, accreditato presso il Pentagono (?, n.d.r.)". E poi: "Dove alloggeranno Clinton e i suoi, visto che noi abbiamo l’unico hotel accreditato presso gli americani?" E perché la Provincia darebbe dei soldi a loro e non a noi?

Un dibattito, come si vede, di alto spessore etico.

Di fronte a queste notizie, pur con qualche sforzo, cercheremo di non indignarci (come invece fa Franco de Battaglia sul Trentino del 22 settembre). E leggiamo con sincero interesse le spiegazioni del pubblicitario Loris Lombardini: "Bisogna valutare come ‘vendere’ Clinton quando l’hai in mano… Dovrò avere l’assenso del personaggio ad una serie di iniziative: voglio 20 televisioni, i giornalisti di quotidiani e di settimanali familiari, una cena con loro, magari la ripresa in un rifugio con Clinton che mangia la spressa. Soprattutto voglio che mi autorizzi a fare 200 scatti fotografici da utilizzare per i prossimi anni, in modo da fare una campagna pubblicitaria con Clinton sui campi della Rendena. I soldi non mi spaventano, purché mi si permetta di utilizzare l’immagine del personaggio". Insomma, che non succeda come con gli sceicchi in val di Fiemme, arrivati e ripartiti; loro, d’altronde, non erano stati pagati per venire.

Nessuna indignazione, dicevamo: l’operazione, così come ce la spiega Lombardini, ha una sua indubbia razionalità: così va il mondo, del resto.

Ma possiamo dire che tutto questo non ci piace? Ci è ancora permesso stupirci che un miliardario, per qualche soldo in più, faccia queste marchette? Possiamo considerare fastidiosa questa ossessione dell’immagine, questo costruire tutto sulla finzione? E ritenere bizzarro che si spenda tanto denaro per un torneo di golf che ci dicono organizzato "per scopi umanitari"? Insomma, possiamo credere, secondo uno slogan dei no-global, che forse "un altro mondo è possibile"?

Di Clinton in Rendena parla anche l’assessore provinciale al Turismo Marco Benedetti, per dire che quel personaggio e il relativo costo gli appaiono sproporzionati rispetto all’evento da promuovere; ma "se dobbiamo lanciare un grande evento come l’inaugurazione del Mart - aggiunge - possiamo farci anche un pensierino".

Il Mart, però, ha già un testimonial su cui puntare: la Ferrari, intesa come la vettura di formula 1 che da un paio d’anni sta stracciando la concorrenza. "Depero - leggiamo sull’Adige del 12 settembre - è la grande passione del capo della Rossa, Cordero di Montezemolo… L’arrivo della regina dei circuiti di Formula 1 dovrebbe essere dunque il grande colpo pubblicitario per lanciare il museo".

Una scelta incongrua, volgarotta? Macché: "La Ferrari - spiega il direttore dell’APT - può essere considerata una vera opera d’arte, e poi la monoposto sarebbe accostata con una corrente artistica come quella futurista dove il motore e la velocità sono protagoniste".

E il cronista, diligente, traduce: "Se la Ferrari dovesse veramente arrivare in corso Bettini, è facile immaginare che sarà seguita da migliaia di tifosi adoranti".

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