Politica, rifiuti, inceneritore
Collegamento Valli del Noce-Trento Nord: qualcosa si può ancora migliorare.
La decisione della Provincia, assunta qualche anno fa, di scegliere una soluzione in galleria per l’attraversamento della piana Rotaliana, non ha risolto tutti i problemi di occupazione e spreco di territorio. In particolare sono rimasti irrisolti i rischi di un certo impatto e di consumo di aree in prossimità delle uscite del futuro tunnel.
E’ però di questi giorni l’annuncio di una soluzione progettuale, condivisa anche dalle associazioni agricole (in realtà queste ultime avevano segnalato il problema da diverso tempo), dello svincolo nord, quello che permetterà il collegamento con l’altopiano della Paganella. Dopo alcuni incontri con tecnici e politici provinciali, il sindaco di Mezzolombardo ha annunciato il salvataggio di alcune migliaia di metri quadrati di vigneto, altrimenti destinati ad essere occupati da una grande quanto non necessaria rotatoria.
Sia chiaro che la soluzione in galleria, fortemente voluta da principio da un gruppo di associazioni locali e di consiglieri comunali del centro-sinistra, non viene contestata a causa di elementi di dettaglio anche importanti sui quali la discussione rimane aperta, anzi. Le critiche che di volta in volta vengono sollevate e, come si è visto con lo svincolo nord, possono trovare una composizione concertata, rappresentano, nelle intenzioni dei proponenti, la richiesta di oggettivi miglioramenti di un’idea consolidata.
Ricordiamo brevemente che la giunta provinciale formata dopo le elezioni del 1998, raccogliendo le indicazioni della stragrande maggioranza delle forze politiche (in pochi anni son avvenute numerose conversioni!), delle associazioni agricole e dell’ambientalismo locale, abbandonò le vecchie soluzioni (progetti Sepi) degli anni Ottanta e Novanta per sposare, come noto, la tesi della tangenziale in galleria. La proposta della galleria e del collegamento diretto con Trento Nord in destra Noce è risultata la più condivisa per la organicità che la contraddistingue rispetto ai progetti sostenuti (tra lacerazioni) dalle precedenti giunte provinciali e la meno impattante per le caratteristiche ambientali ed economiche della Rotaliana e della Valle dell’Adige.
Realizzato, con qualche mese di ritardo, il pre-foro (un
tunnel esplorativo che ha assunto il compito di verifica idrogeologica puntuale e che diventerà futura galleria di emergenza), si è passati alla progettazione degli svincoli. Il progetto, nel suo complesso, è anche stato sottoposto alla valutazione di impatto ambientale e sono state raccolte le osservazione dei comuni e dei privati. Tra le prime ricordiamo quelle del comune di Nave San Rocco di cui abbiamo già riferito su un precedente numero di QT. Fra le osservazioni dei privati emerge quella dei de Cles, grandi imprenditori agricoli di Mezzolombardo, che hanno avanzato pesanti critiche all’ipotesi progettuale prevista per lo svincolo sud, ma hanno anche suggerito alternative.
Al responsabile del Progetto Speciale, ingegner Claudio Tiso, al presidente della Giunta provinciale Dellai, all’assessore Pinter e al sindaco di Mezzolombardo, i de Cles hanno innanzitutto fatto sapere la loro la soddisfazione per "l’estrema utilità dell’opera, in grado di migliorare grandemente il collegamento viario delle valli di Sole e di Non verso Trento", ma passando ben presto a "segnalare e stigmatizzare alcuni gravi difetti individuati… subito a valle dell’uscita sud della galleria... in zona Rupe".
I proprietari, riprendendo peraltro osservazioni e proposte già avanzate da altri, ricordano che "la galleria lunga, così progettata, porta in sé inesorabilmente il difetto d’origine: l’aver posto troppo distante dal centro di Mezzolombardo lo sbocco verso sud della galleria stessa. Ne è conseguita la progettazione di un lungo ponte ad arco sul Noce e poi, sulla campagna coltivata, di uno svincolo circolare (che interessa in modo eclatante la proprietà dei de Cles, n.d.r.) e successivamente una bretella ed infine un’ulteriore rotatoria con la quale si arriva all’attuale ponte della Rupe. A parte il grande costo di tutto questo, l’impatto con la parte settentrionale del biotopo Rupe e il consumo di terreno agricolo, è criticabile obbligare il traffico indirizzato da e per il Mezzolombardo ad affrontare questa gimcana. C’è il rischio - dicono i de Cles - che tale lungo errare tra argine, viadotti, rotonde e ponti possa indurre fatalmente il traffico succitato ad intasare il centro della borgata, perpetuando la drammatica situazione attuale che comporta gravi disagi per tutti".
Infine, vengono illustrate due proposte di modifica delle quali una ben difficilmente potrà trovare attuazione, in quanto va ad interessare una zona ad alto rischio idrogeologico. L’altra, invece, che riprende migliorandola una delle tante ipotesi avanzate alcuni anni fa in sede di comitato anti-Sepi, rappresenta un’alternativa di percorso in grado di eliminare alcuni inconvenienti oggettivi e potrebbe portare ad un accorciamento del tragitto verso l’imbocco sud della futura galleria da e per Mezzolombardo, con una riduzione dei costi che potrebbe ammontare a svariati milioni di euro.
E’chiaro che queste osservazioni-proposte scaturiscono, anche se legittimamente, dall’interesse personale dei proprietari, ma è bene ricordare che già in passato una battaglia dei de Cles a difesa dei loro vigneti, si è perfettamente affiancata all’intervento della politica più lungimirante (i gruppi di minoranza degli anni Ottanta), raggiungendo l’obiettivo comune di impedire l’urbanizzazione di un bel tratto del cosiddetto "più bel giardino vitato d’Europa". Uno sfregio evitato che avrebbe rappresentato un grave colpo per la residua ma pregiata vocazione agricola della borgata.
Peccato che ora, invece, il sindaco di centro-destra ("Abbiamo ottenuto già molto") e la consigliera diessina, all’opposizione, divisi su molte altre questioni, siano ambedue preoccupati che le ultime richieste di modifica possano far ritardare l’apertura dei cantieri prevista per fine anno. "Sarebbe uno sbaglio - afferma Paolo Fedrizzi che per la galleria ha speso molte energie - non approfittare dei mesi precedenti l’appalto per esaminare una proposta che potrebbe fare risparmiare territorio prezioso e produttivo e risorse pubbliche che, seppur per noi ancora abbondanti, non sono sicuramente infinite".