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QT n. 17, 11 ottobre 2003 Classica

Lucchesini: Beethoven con Brahms nel cuore

Come da programma, il fulcro del concerto di Andrea Lucchesini alla sala di via Verdi, lo scorso 2 ottobre, sono state due sonate di Beethoven e i 24 Preludi di Chopin. L’ispirato interprete ha poi anche concesso due "encore": una Bagatella di Beethoven e un Improvviso di Schubert, per un vasto e plaudente pubblico, rapito dalla sinuosità dimostrata da Lucchesini nella resa dell’opera di Chopin.

Andrea Lucchesini.

Suonando questi "esercizi di stile" pianistico, Lucchesini è abilmente trascolorato da un lento melancolismo ad un vibrante positivismo. Si è trattato di una interpretazione ineccepibile, in cui Lucchesini, che ha appena finito di incidere per la Stradivarius tutte e trentadue le sonate per pianoforte di Beethoven, ha fornito una performance, evidentemente molto riflettuta di alcune pagine/capolavoro del concertismo pianistico. La sonata "Al chiaro di luna", forse anche troppo celebrata, e la Sonata op. 31 n.1 in Sol Magg. avevano subito un processo di interiorizzazione e personalizzazione che le ha trasformate, tanto da renderle quasi irriconoscibili. Mentre nei Preludi op. 28 di Chopin il pianista ha mantenuto uno stile più neutro, nelle due sonate, eseguite all’inizio del concerto, si notava più tensione e una concentrata rielaborazione della partitura.

Il disco di Lucchesini dovrebbe uscire nei prossimi mesi. Nel concederci questa notizia, senza farsi troppo pregare, Andrea Lucchesini si è anche simpaticamente soffermato a ribadire la sua passione per Beethoven e a illuminarci sul valore della Bagatella, suonata come primo bis per il pubblico trentino: un pezzo chiaramente ironico, in cui Beethoven si propone di prendere cortesemente in giro l’opera italiana. Lucchesini ha poi aggiunto che fra i suoi autori preferiti figurano anche Chopin e Brahms.

Personalmente ho trovato il concerto molto migliore nella seconda parte che non nella prima. Questo è un pianista solido e agile, che ama scandire bene i suoni e si lascia trascinare dagli abbellimenti, ma la sua resa delle due Sonate di Beethoven mi ha annoiata. La riflessione che, evidentemente, Lucchesini ha compiuto nel preparare il suo disco in uscita, mi sembra abbia inaridito, invece che arricchire l’interpretazione. Sono rimasta meno delusa dalla Bagatella finale, brano divertente e divertito. Le due Sonate iniziali sono state suonate bene, ma sono risultate piatte, incolori, tanto da farmi ritenere inizialmente che si trattasse di brani non particolarmente amati da Lucchesini.

Attendo adesso con ansia l’uscita del disco, che cercherò di ascoltare con attenzione, per poter capire se questo mio primo giudizio è affrettato, o se si è trattato di un banale caso di dita fredde in una serata autunnale, trasformatosi in occasione promozionale grazie alla mia curiosità.

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