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Vita e persona

Il prof. G. F. Azzone, notissimo studioso di patologia generale, membro della commissione di bioetica dell’Accademia dei Lincei, ha scritto su Repubblica del 17 maggio un articolo particolarmente interessante intitolato "Così nasce la persona". Nella sostanza egli sostiene che non spetta alla scienza definire il concetto di "persona", ma solo al diritto, ovvero alla morale, alla filosofia o alla religione. Le scienze avrebbero solo il compito di fornire i metodi e i principi atti a definire quando le entità viventi sono dotate delle caratteristiche essenziali della persona.

Ciò è vero: il concetto di persona è una costruzione essenzialmente giuridica, che talvolta non coincide con i dati della scienza e viene attribuita, per motivi etico-religiosi, anche a coloro che non ne hanno le caratteristiche (per esempio gli incapaci mentali, i decerebrati totali, gli infelici del Cottolengo non solo totalmente incapaci di intendere e di volere, ma spesso in stato vegetativo e deformi). Tuttavia io credo che in linea generale il diritto (la legge) non possa dare una definizione di "persona" in contrasto con i dati delle scoperte scientifiche.

Ritengo che ci sia molta confusione nei dibattiti che si svolgono in questi giorni sulla procreazione assistita tra il concetto di vita e quello di persona. Anche uno spermatozoo è vivo, ma a nessuno passerebbe per la testa di definirlo una persona. Eppure lo spermatozoo, come l’ovulo femminile, non solo è vivo, ma contiene un progetto di persona (sia pure a metà). Questo mezzo progetto (maschile) quando si incontrerà con l’altro mezzo progetto (femminile) di vita darà luogo ad un processo che porterà (non necessariamente) nel corso del tempo alla costruzione di una "persona".

Prima di proseguire nella riflessione è opportuno ricordare che nel processo naturale (senza intervento tecnico) avvengono cose molto strane e apparentemente incomprensibili. Per esempio, durante un atto riproduttivo naturale (coito o amplesso) vengono immessi nella vagina migliaia, forse milioni di spermatozoi; ma uno solo o due raggiungono l’ovulo femminile; gli altri moriranno. E cosi gli ovuli femminili non fecondati. Tutti enti vivi (mezzi progetti di persona) che vengono uccisi dalla natura, per i credenti secondo un disegno divino. Dunque non tutto ciò che è vivo e partecipa a un progetto vitale è persona, e può quindi essere sacrificato o dalla natura, o (per i credenti) da Dio.

Tornando alla procreazione, naturale o assistita che sia, essa è un processo che ha una origine, attraversa molte fasi, arriva alla nascita e all’allevamento del concepito. Una di queste fasi corrisponde al concetto di persona. Secondo il prof. Azzone il compito di definirla spetta al diritto, alla morale, o alla religione. In uno Stato laico spetta al diritto, cioè alla legge. Ma - ripeto - essa non potrà contraddire i dati della scienza.

Prima dell’incontro dello spermatozoo con l’ovulo non è possibile parlare di "persona". Lo sarà invece (forse) quando i patrimoni genetici della coppia si saranno fusi formando un’unica entità, cioè il concepito o embrione. La scienza ha stabilito che dopo la fecondazione vi è uno stadio pronucleare in cui i patrimoni genetici della coppia sono ancora separati, sono allo stadio di mezzi progetti, fra loro distinti e separati. Germania, Austria, Svizzera, in cui esiste una rigida tutela dell’embrione, accettano le indicazioni della scienza e riconoscono lo stadio pronucleare.

Pertanto è lecito congelare gli zigoti che sono del tutto assimilabili allo spermatozoo e all’uovo femminile ancora separati. La "persona" viene dopo, quando gli zigoti avranno non due ma quattro cellule, cioè la fusione dei patrimoni genetici paterno e materno, il nuovo DNA del futuro individuo. Ciò avviene circa due giorni dopo la fecondazione.

Se poi più rigorosamente si tiene conto del momento in cui si formano le prime cellule che daranno luogo al sistema nervoso (non è possibile pensare ad una persona priva dell’apparato nervoso e del cervello), si deve retrodatare la formazione della "persona" alla terza o quarta settimana dal concepimento.

Ovviamente la legge, condizionata dalla morale o dalla religione, può arbitrariamente anticipare il concetto di "persona"(come avviene nella legge sulla fecondazione assistita), ma ciò facendo commette un sopruso nei confronti dei laici.

E’ da osservare infine che una eventuale normativa più liberale e più rispettosa dei dati scientifici non è obbligatoria per i credenti. Così come non sono obbligatorie le leggi sul divorzio e sull’aborto.