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Ex-Michelin, l’ultimo regalo

Trento, ancora favori ai "poteri forti": il Comune continua a spendere nell'area ex-Michelin (i soldi che diceva di non avere quando si trattava di acquistarla a prezzo di saldo e di non lasciarla in mano ai maggiorenti).

Giorno dopo giorno la vicenda dell’ex-Michelin si sta platealmente rivelando per quello che noi avevamo a suo tempo denunciato: un grazioso regalo del Comune di Trento, e del suo allora sindaco Lorenzo Dellai, ai poteri forti della città.

Ex-Michelin, il progetto di Renzo Piano, con via Sanseverino interrata in corrispondenza dell’area verde centrale.

L’ultima puntata in ordine di tempo (ma altre incombono) è di questi giorni: il Comune ha deciso l’interramento di via Sanseverino, per un tratto di 170 metri, di fronte alla piazza e all’area a parco del nuovo quartiere progettato da Renzo Piano. Secondo il progetto dell’architetto genovese. E fin qui tutto bene: la continuità fra il parco e l’acqua del fiume è un punto essenziale, l’area verde interrotta dall’asfalto della strada, e proprio a impedire l’accesso al fiume, ne sarebbe stata di molto depotenziata.

Il punto è un altro: chi paga? Pantalone, naturalmente. Cioè il Comune, con un preventivo di 10 milioni di euro. Ed ora, è pur vero che l’area verde sarà pubblica, ma è altrettanto vero che dall’intervento sarà avvantaggiato pure, e non di poco, il quartiere che sull’area insiste. Di proprietà di Iniziative Urbane, il pool fra banche, assicurazioni, federazione cooperative ecc cui Dellai nel ’98 graziosamente concesse l’area.

Qui si aprono due problemi. Il primo è nei regali di cui continuamente il Comune omaggia Iniziative Urbane. Ricordiamo, ancor più scandaloso, lo spostamento del forno crematorio, che doveva – come da logica – essere adiacente al cimitero, ma per non disturbare Iniziative Urbane è stato spostato in quel di Ravina dove, sostiene il Comune, è ad inquinamento zero, mentre invece, presso il quartiere modello, era incongruo. Insomma siamo ancora a George Orwell: tutti i cittadini sono uguali, ma ce ne sono alcuni più uguali degli altri. I ravinensi però hanno pensato bene di non stare al gioco e, trovando i giusti appigli legali, sono riusciti a bloccare la costruzione del forno: bel risultato, sindaco Pacher.

Il secondo problema è il disegno complessivo. Nell’estate del ’98, dicevamo, il sindaco Dellai – in coincidenza con il lancio della forza politica, la Margherita, e della campagna elettorale che lo avrebbero portato ai vertici della Provincia – rinunciò alla prelazione (e al prezzo di favore, 49 miliardi di lire) che il Comune aveva sugli undici ettari dell’area, e la girò al pool di poteri forti sopra ricordato, che all’uopo costituì Iniziative Urbane. La motivazione fu che il Comune non aveva i 100 miliardi necessari (tale fu la cifra che Dellai, mentendo, presentò in Consiglio comunale).

I risultati si videro, parte subito e parte adesso. Subito ci fu un generale credito del sindaco, osannato come "nuovo principe" dai media locali (e "nostro leader" dalla sinistra citrulla).

Poi saltarono fuori gli altarini. Quando Dellai era ormai a Piazza Dante, apparve sempre più chiaro che Iniziative Urbane aveva acquistato l’area non, come si era detto, per svilupparla lei secondo un confuso disegno di project-financing, in direzione del verde, della cultura, dell’espansione universitaria; bensì per farci, come logica vuole, un business, costruendovi un quartiere per banche e residenze.

Si assicurò che Iniziative Urbane avrebbe sostenuto i costi del parco pubblico. Adesso vediamo in cosa consistono quelle promesse: Iniziative pagherà la semina (non la manutenzione) dell’erba, ma i lavori più consistenti, come l’interramento, sono a carico di Pantalone. Come a carico del suddetto sarà il costo dell’area (la porzione a ridosso di Palazzo delle Albere) su cui si costruirà il Centro della Scienza: e vedremo – ci sarà da vigilare – a quanto ammonterà.

Conclusione: il Comune per 49 miliardi aveva a disposizione tutti gli 11 ettari, da disegnare come voleva e mettervi le funzioni più opportune (un grande parco, il Centro della Scienza, un’area di espansione universitaria). Ora si trova a dover spendere 20 miliardi per interrare la strada per rendere più arioso l’altrimenti modesto parco del quartiere, più probabilmente altrettanti per l’area del Centro della Scienza, più … vedremo.

Pantalone ha finito con lo spendere comunque i 49 miliardi, e a regalare l’area a Iniziative.

Iniziative Urbane (della precedente presidenza Fedrizzi, più lungimirante, quella attuale, dell’ex direttore della Caritro Chiricozzi, è più attenta al centesimo, vedi Ma il Comune si dice soddisfatto...) ha avuto comunque il merito, si dirà, di portare a Trento un architetto del calibro di Renzo Piano. Vero. Peccato però che alla fine, con la storia che la società doveva trovare redditività, l’architetto genovese, aduso a progettare il Centro Pompidou, o Postamer Platz, o l’aeroporto di Osaka, o il nuovo grattacielo del New York Times, qui si è invece trovato a disegnare un quartierino residenziale; e "sinceramente, trovo i quartieri residenziali noiosi" rivela in una recente intervista. E difatti non cita Trento neanche di striscio.

PS: La denuncia sui soldi spesi per l’interramento, e il confronto con i 49 miliardi del ’98, la ha fatta attraverso appositi manifesti, probabilmente utilizzando anche nostri precedenti articoli, Trentino Libero, una nuova associazione politica, evidentemente di destra, guidata dall’ex consigliere di An Claudio Taverna.

Diciamo subito che non condividiamo il recente agitarsi di Taverna alla ricerca di un qualche nuovo ruolo (con imbarazzo lo abbiamo visto nei paraggi della Lega, lui nazionalista convinto). Non possiamo non apprezzarlo invece se, come in questo caso, sviluppa un’opposizione vera, su temi concreti, cosa di cui il nostro mondo politico, soffocato dal conformismo