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QT n. 20, 26 novembre 2005 Monitor

Beethoven secondo Kuhn

Grande successo di pubblico (anche giovane!) per il programma nazional-popolare dell'Orchestra Haydn: la prima e quinta di Beethoven sotto l'energica direzione di Gustav Kuhn.

Grande afflusso di pubblico mercoledì 16 novembre per il primo dei concerti interamente dedicati alle sinfonie di Beethoven dall’orchestra Haydn. La scelta di programma, che tiene ovviamente conto del tipo di pubblico in Trentino-Alto Adige, ottiene un riscontro positivo sia sul piano dei numeri (capita raramente di vedere, all’Auditorium Santa Chiara, tante persone in piedi accanto ai muri, per un concerto di musica classica), che su quello della qualità: si trattava infatti di una folla composta, silenziosa e concentrata.

Altro fatto insolito era la presenza di moltissimi giovani. Considerato che si lamenta costantemente (ne parlavano in quella stessa settimana anche alla Barcaccia su Radio Tre) l’invecchiamento incontrastabile dei fruitori di lirica, musica classica e teatro, lo spettacolo pre concerto di tanti adolescenti in attesa di ascoltare la Prima e la Quinta Sinfonia di Beethoven era incoraggiante.

Il direttore Gustav Kuhn non ha mancato di rendere omaggio alla sala, con un breve discorsetto dopo l’intervallo, in cui ha annunciato che, un’ora prima del prossimo appuntamento con due delle nove fatiche beethoveniane, è prevista una conferenza/lezione sulla storia delle composizioni e una guida all’ascolto, dedicata soprattutto ai giovani.

Questa operazione musical-popolare da parte dell’orchestra Haydn non sorprende, se si considera che anche l’Orchestra Sinfonica Nazionale, nella primavera dell’anno scorso, ha proposto lo stesso ciclo, espressamente richiesto al direttore Rafael Frühbeck de Burgos al momento di concordare la sua nomina, come, del resto, era avvenuto prima ancora, nel giugno del 1997, in quella stessa orchestra, al maestro Eliahu Inbal. Una volta di più, insomma, l’orchestra Haydn manifesta il desiderio implicito di collocarsi fra le principali compagini musicali italiane.

A giudicare dall’esecuzione di questa sera, i dirigenti, gli orchestrali e, soprattutto, il direttore Kuhn hanno buoni motivi d’orgoglio: entrambi i lavori sono stati eseguiti molto bene: la sinfonia n.1 in Do Maggiore, Op.21, con rispetto per la tradizione e moderatezza; la sinfonia n. 5 in Do minor, op.67, dopo l’inconfondibile apertura, con i famosi colpi del fato proposti da archi e clarinetti, con un tocco più brillante e strategici rallentamenti.

La forza di Kuhn si avverte in ogni momento, prima e dopo ogni gesto dei musicisti, ma non è un’energia minacciosa: si scioglie nel bacetto dato sulla fronte del primo violino alla fine, lasciando il pubblico in attesa della prossima puntata di Beethoven.