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Il grande burattinaio

Mini-crisi e nuova giunta in Tirolo: tutte le manovre del Capitano van Staa.

Sin dai primi di gennaio, abbiamo una nuova giunta provinciale. Poco prima di Natale, il vicecapitano Eberle ha dato le dimissioni, provocando una mini-crisi risolta da van Staa con un rimpasto che era annunciato da tempo, ma mai realizzato, causa il difficile equilibrio fra Bünde (le federazioni corporative dei popolari), Regioni, correnti e cordate. Anche i socialdemocratici, partner di governo, hanno cambiato un assessore. Ma i socialdemocratici non erano certo responsabili della mini-crisi: essi hanno "accettato di fare ciò che noi popolari vogliamo", come ha dichiarato candidamente il neo-assessore Steixner, degli agrari popolari, alla Tiroler Tageszeitung.

Il Capitano del Tirolo Herwig van Staa.

Le dimissioni, dunque. Eberle faceva parte della giunta da 9 anni, in qualità di vicecapitano e responsabile per il bilancio e l’economia. Era un duro in tutti i sensi, un animale politico che sapeva premere tutti i bottoni nella sala di comando, ed uno di cui ci si poteva fidare. Un patto con lui teneva sempre. Perciò era l’uomo più rispettato da tutti, anche dagli avversari politici, sebbene non amato da nessuno.

Quando l’ex capitano Weingartner andò in pensione, Eberle volle mirare in alto e diventare non solo presidente del partito, ma anche capitano: nel 2003 perse per un pelo dietro all’allora sindaco van Staa, appoggiato soprattutto dagli agrari, la corporazione numericamente più piccola ma politicamente più potente, il quale gli strappò, poi, anche la presidenza del partito.

Con la crisi della banca Hypo, una tremenda soapopera di provincia (vedi Banca dell'Euregio: la soap-opera e "Banca dell'Euregio"? No, Cosa nostra), Eberle era riuscito a bloccare la fusione della Hypo, la banca della provincia, con la Südtiroler Sparkasse di Bolzano, difendendone l’indipendenza; ma le frizioni fra lui e parte degli imprenditori locali e le correnti popolari favorevoli a quell’asse bancaria, da allora, dolevano. E l’ego gigantesco del Capitano, si sa, non tollera altre teste troppo autonome a corte. Da mesi, segnali di fumo dall’ufficio del vicecapitano annunciavano che era stufo, cercava solo il momento giusto per andarsene. Finalmente, pochi giorni prima di Natale e all’insaputa di tutti, van Staa compreso, con un secco comunicato di tre righe annunciò le sue dimissioni.

Il Capitano, nella confusione conseguente, fece sapere che intendeva formare un governo provinciale nuovo di zecca per prepararsi alle elezioni del 2008, disfacendosi dei vecchi cavalli di battaglia usurati e stanchi. I quali, con in testa Streiter, l’assessore per gli affari comunali, cioè per l’erogazione dei soldi della Provincia ai comuni, e dunque re delle preferenze, per due giorni giurarono che mai si sarebbero dimessi. Ma le dimissioni le dava la signora Gangl, assessora socialdemocratica alle politiche sociali. Ufficialmente per ragioni personali, ma secondo le solite talpe perché non ne poteva più degli intrighi di palazzo degli amici del partito.

Via libera dunque al rimpasto. Ne usciva vincente la signora Zanon, diventata il primo vicecapitano femminile nella storia della patria del patriarcato, cioè del Tirolo. Ha perso però il dicastero della cultura, andato ad un nuovo assessore il cui nome nessuno mai aveva sentito nominare. Si mormora che il Capitano non avrebbe osato occupare anche questa poltrona, così ha cercato uno più docile della Zanon.

I nomi dei nuovi, nessuno ancora riesce a ricordarli, ma una cosa è certa: se esistesse, nel Tirolo, un manuale Cencelli, sarebbe stato rispettato fino all’ultima riga. Una poltrona a quelli dell’Oberinntal, cioè della valle dell’Inn occidentale, una per l’Unterland, la regione orientale, una per gli agrari, una per la corporazione di statali e parastatali, e via dicendo. Perfino la Tageszeitung, geneticamente filo-governativa, ha ironizzato sul fatto che era statisticamente improbabile che la distribuzione degli uomini migliori seguisse così perfettamente la mappa di correnti e cordate.

Poi, con un tocco di genialità, van Staa ha riordinato – si fa per dire - i dicasteri.

La lista delle competenze è da capogiro. Strade e trasporto pubblico all’assessore all’agricoltura Steixner. Traffico (cioè le poche competenze provinciali in tema di codice della strada) al neo-assessore all’ambiente socialdemocratico Lindenberger. Bilancio ed economia a due assessori diversi, con le strategie di importanti imprese provinciali come la Holding degli ospedali ad un terzo assessorato. La pianificazione del territorio divisa fra due assessori…

Sembra pazzesco, ma la cosa ha una sua logica, che si chiama Herwig van Staa, che non riesce a fidarsi di nessuno, grande burattinaio a capo di un governo di burattini.