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QT n. 3, 10 febbraio 2007 Servizi

CSA BRUNO: cantiere in movimento

Cosa si fa nell’attesa che il sindaco Pacher mantenga il suo impegno nei confronti dei giovani del Centro Sociale.

Tommaso Iori

Il 10 ottobre 2006 il muro che chiudeva l’ingresso dell’edificio dell’ex Zuffo è stato abbattuto per la seconda volta in pochi anni: la prima volta, nel giugno 2002, l’esperienza durò poco, troppo poco per farla decollare. Ma, pur nella sua estemporaneità, aveva lasciato un segno profondo in chi l’ha vissuta, o vi è rimasto coinvolto solamente di striscio. Aveva soprattutto affermato un principio tutt’altro che scontato: anche a Trento vi sono persone, giovani, uomini e donne, con la voglia, la forza, la volontà di liberare spazi abbandonati, riempiendoli di idee e restituendoli alla cittadinanza.

La necessità era e rimane evidente, in una città che fatica a creare luoghi di socialità alternativi, di cultura non omologata: la presenza dell’ente pubblico è al contempo debole e invasiva; debole sotto l’aspetto del profilo dell’offerta culturale, invasiva perché incapace di convivere con forme di organizzazione autogestita e inevitabilmente critica. Ecco allora l’inevitabile abbattimento del muro che qualche anno fa aveva, anche simbolicamente, chiuso bruscamente un’esperienza che stava cominciando a dare delle risposte ad un vuoto culturale: “Cultura alternativa cercasi”, titolava un precedente numero di QT. E questa ricerca ha portato, nell’ex Zuffo riaperto, a organizzare un ricco calendario di appuntamenti culturali, musicali, politici che hanno caratterizzato qualitativamente i primi mesi di attività.

Si è cominciato il 20 ottobre all’insegna della solidarietà e della lotta al razzismo, con una cena no border preparata dalla comunità migrante; sempre con una forte attenzione alla condizione dei migranti, il 20 novembre è stato organizzato il seminario “Mela Marcia”, prendendo in esame i recenti casi di sfruttamento di manodopera clandestina e di caporalato nella raccolta delle mele: intervento telefonico di Fabrizio Gatti, autorevole giornalista dell’Espresso, e dibattito con Antonio Rapanà della CGIL di Trento e l’avv. Svetlana Turella; il 7 dicembre, Sandro Schmid, ex segretario della CGIL del Trentino, e il prof. Andrea Fumagalli hanno discusso di “Lavoro. Vecchio e nuovo sfruttamento”, partendo dall’ultima fatica editoriale di quest’ultimo: una panoramica su un mondo del lavoro all’insegna della precarizzazione dei rapporti, lavorativi e sociali, e delle nostre vite; grande successo per l’iniziativa “Autoktoni”, primo passaggio di un confronto sul presente e il futuro della terra trentina, a partire dalle sue produzioni tipiche e a rischio estinzione nell’omologante mercato globale: intorno al tavolo, Walter Micheli, don Vittorio Cristelli, Paolo Tonelli, il viticoltore Mario Poier, Mario Zambarda, a discutere “su un modello di sviluppo e di relazioni sociali ancorati ai valori della solidarietà, dell’egualitarismo, di un’economia che rispetti i concetti di limite e di armonia con la natura”.

Nel frattempo, fin dai primi giorni, non sono mancate le proposte musicali: decine di appuntamenti con dj set, gruppi musicali locali e non (Mr. Pinkle, Puttaska, Dolceuchessina, Nurse, la Balkan Babau Orkestra…), la voce calda di Elisa Amistadi: musica di qualità, a offerta libera, musica oltre i confini asfissianti della SIAE, musica da ascoltare senza dover per forza giustificare la tua presenza consumando al bancone di un bar, musica legata alle grandi questioni del nostro tempo, musica per riflettere, musica solidale.

Il crescendo di proposte culturali si è interrotto a fronte dell’incapacità del Comune di capire e accettare queste istanze: il macigno della “legalità” si è abbattuto su tutto il resto, relegando in un angolo la dialettica politica, diventando una specie di incipit obbligato: “Prima la legalità, poi discutiamo.” Dieci personalità di spicco del mondo culturale cittadino hanno rilanciato: se l’occupazione si concluderà volontariamente, il Comune dovrà assicurare il rientro con una forma “legale” di affitto. Il Sindaco ha dato la sua parola, l’edificio è stato sgomberato, le chiavi consegnate al Comune: ma l’attività non si è fermata, proseguendo al contrario nel Bruno Bus, autobus appositamente acquistato e collocato davanti alla palazzina per garantire continuità alle attività culturali e politiche: in quella particolare “sala cinematografica” sono stati proiettati, per tre giovedì consecutivi, “Shortbus” di J.C. Michell, “Bus in viaggio” di Spike Lee, “Priscilla, la regina del deserto” di Stephan Elliot.

Certo, un autobus non è un’alternativa valida agli spazi del CSA Bruno, così faticosamente rimessi a nuovo: se il Sindaco sarà di parola, entro qualche giorno le chiavi verranno restituite e quello spazio sarà nuovamente riempito dalle idee, proposte culturali, musica, sogni, speranze che lo hanno animato nei primi mesi. Se al contrario vedrete quell’autobus parcheggiato ancora a lungo...beh, vorrà dire che le bugie hanno le gambe corte.